Da qualche giorno circola la notizia secondo cui la Cina avrebbe censurato il cartone animato Peppa Pig perché considerato troppo sovversivo, ma la verità è un’altra.
Nei giorni scorsi avrete sicuramente notato qualche titolone acchiappa-click sui social in cui si parlava di una censura totale da parte dei media cinesi nei confronti di Peppa Pig, il noto cartone animato britannico con protagonista una famigliola di maialini.
Il problema è che, titoloni strappa click a parte, anche i contenuti dei suddetti articoli erano del tutto fuorvianti. Persino Repubblica ci è cascata, annunciando che “comportamenti, atteggiamenti e discorsi troppo ‘sovversivi’” avrebbero spinto i media cinesi a bandire il cartone animato, e parlando di “30mila episodi del cartone” cancellati dal sito douyin.com.
Peccato che, come sottolinea il sito anti-bufale Butac, e come voi Unimamme potreste anche notare da sole in quanto sicuramente esperte di Peppa Pig quanto i vostri figli, gli episodi del noto cartone animato non arrivano certo a quota 30mila. Al momento, infatti, ne sono stati prodotti circa 250. Solo questo dato avrebbe dovuto far storcere il naso a chi ha riportato la notizia senza verificare le fonti. Ma si sa, a volte la fretta gioca brutti scherzi…
La vera notizia è quella riportata dalla CNN, e cioè che la piattaforma di condivisione video Douyin (la versione cinese di Youtube) ha fatto rimuovere circa 30mila video che contentevano l’hashtag #PeppaPig. Quasi tutti i video in questione però non erano puntate del cartone animato (cosa che sarebbe stata comunque illegale perché la distribuzione degli episodi non è libera) bensì parodie che da anni girano sui social. Ne esistono diverse anche in Italia, facilmente reperibili su Youtube, in cui i personaggi del cartone animato vengono doppiati nei vari dialetti (siciliano, bresciano, romano, ecc). Naturalmente oltre all’effetto comico di un Papà Pig che parla toscano stretto nella parodie anche le battute pronunciate dai personaggi vengono completamente stravolte. Il risultato è quindi spesso diseducativo e certo non adatto a un pubblico di minori. Il fenomeno, evidentemente, stava spopolando anche in Cina tanto da rendere necessario un intervento drastico che, in fondo, non ci sentiamo di condannare.
E voi Unimamme cosa ne pensate?
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