Il metodo Stark o cesareo dolce: come si può avere un parto cesareo non invasivo attraverso questo intervento.
Diventare mamma è un’esperienza davvero unica e si passano i 9 mesi a sognare il proprio parto, che a volte però non è come se lo si è immaginate. Si può infatti dover essere sottoposte al parto cesareo, ma non è detto che la ripresa debba essere per forza lenta e dolorosa, visto che si tratta di un’operazione chirurgica.
Da qualche anno a questa parte, infatti, si è sviluppata una tecnica che permette di vivere anche il cesareo con più naturalezza.
Si tratta del metodo Stark o cesareo dolce che viene anche conosciuto, nel mondo anglosassone, come “woman-centered cesarean” o “family-centered“, intendendo appunto il fatto che la donna è al centro del proprio parto e che anche la sua ripresa una volta tornata a casa è sicuramente più veloce.
Il metodo Stark è una tecnica chirurgica messa a punto appunto dal medico da cui prende il nome. Conosciuto anche come “piccolo taglio cesareo” o anche “taglio cesareo dolce”, presenta dei vantaggi rispetto al taglio cesareo classico:
Michael Stark è un medico chirurgo, ginecologo e ostetrico di origine israeliana. Tra il 1983 al 2000 dirige il Misgav Ladach Hospital di Gerusalemme e proprio qui ha sviluppato la sua tecnica innovativa – poi diffusa in tutto il mondo – che ha permesso di rendere il cesareo più semplice, rapido e anche sicuro per mamma e bambino.
L’idea è appunto quella di accorciare i tempi dell’operazione: in questo tipo di cesareo, infatti, il medico si posizione al lato destro della paziente in quanto è importante eseguire l’estrazione della testa del bambino con questa mano che è più sensibile.
Nel metodo Stark si esegue un’incisione laparotomica traversa differente da quella di Pfannenstiel, che è quella maggiormente conosciuta. La tecnica di Pfannenstiel (o classica) prevede un’incisione orizzontale 10 centimetri circa sopra il pube, incidendo gli strati addominali e il peritoneo viscerale che copre la vescica. Il neonato viene estratto spostando l’utero della madre: si tratta di un’operazione che dura circa 45 minuti e la ferita viene chiusa con dei punti metallici o con un filo. I punti – se non fossero riassorbili – vengono rimossi.
Nel metodo Stark invece si esegue inizialmente solo l’incisione della cute con una precedente delineazione della linea di apertura dei tessuti.
Il passo successivo è l’apertura addominale con il bisturi che viene seguita da un’ulteriore approfondimento di 2-3 mm nella fascia addominale finché non si vedono i muscoli sottostanti.
A questo punto il chirurgo posiziona entrambe le dita nei muscoli retti e li allontana finché non si crea l’apertura laparotomica desiderata.
Dopo aver eseguito l’isterotomia, ovvero l’incisione trasversale dell’utero, e l’apertura della cavità uterina si estrae il bambino: il primo chirurgo posiziona la mano destra nella breccia uterina per favorire la posizione della testa, mentre il secondo chirurgo esegue una leggera pressione sul fondo dell’utero.
Una volta che il bambino è nato, si analizzano la placenta e gli annessi placentari per verificare che siano completi e che non sia rimasto nulla all’interno dell’utero.
Dopo aver preso gli angoli della breccia uterina, la si sutura con punti staccati o continui. Nel metodo Stark non c’è la chiusura del peritoneo viscerale e parietale, visto che alcuni studi hanno dimostrato che il peritoneo si forma in brevissimo tempo e che la sua chiusura prolunga i tempi dell’intervento, causando dolore e un numero maggiore di reazioni da corpo estraneo, nonché un maggior numero di aderenze.
I vantaggi della tecnica Stark sono:
Il cesareo dolce si chiama anche “cesareo su richiesta materna“: in che cosa consiste? In sala parto può per esempio accedere anche il papà e al momento della nascita avviene subito il contatto pelle a pelle a tra mamma e bambino, come per un parto naturale. Se poi tutto va secondo un decorso fisiologico, il papà e il bambino possono aspettare insieme la mamma.
Si tratta di un metodo meno traumatico di partorire, visto che con il cesareo dolce i genitori si sentono più attivi, non subiscono l’atto medico e riescono a godersi da protagonisti il momento della nascita.
La cosa più bella e importante però è il fatto che la mamma e il papà possano vedere il proprio bambino uscire dal ventre materno, esattamente come nel parto spontaneo: nel momento in cui il bambino viene estratto dall’utero, viene abbassato il telino divisorio e i genitori sono testimoni della nascita.
Ci sono due fasi: la prima è quella dell’ospedale. Meglio alzarsi il prima possibile e tentare di andare il bagno entro le prime 24 ore dopo l’intervento, perché questo facilita il processo di guarigione. Meglio muoversi lentamente, perché ci possono essere vertigini o mancanza di respiro. Se si sente dolore è bene parlarne con il ginecologo per capire come gestirlo, magari prendendo un farmaco (e se questo può contrastare con l’allattamento) o suggerendo delle soluzioni alternative.
Una volta tornate a casa, invece, il livello di attività deve essere ridotto fino a che il ginecologo non darà l’ok alla ripresa di tutte le attività. Non bisogna sollevare pesi superiori al bambino e dedicarsi il meno possibile ai lavori di casa. Infine, è bene assumere molti liquidi e consumare dei pasti sani e leggeri per avere energia e prevenire la stitichezza; controllare poi che non compaiono febbre o dolore, sintomi di infezione.
E voi unimamme cosa ne pensate? Vi siete sottoposte al Metodo Stark? Intanto vi lasciamo con il post che parla di come il parto cesareo debba essere visto e condiviso, secondo delle esperte.
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