Una storia incredibile tutta made in Italy quella di Marzia, mamma di Palermo, che ha scoperto di avere la leucemia in gravidanza.
Il 25 gennaio la maestra 31enne palermitana Marzia, già mamma della piccola Alice e incinta del suo Andrea, nota dei lividi comparsi sul suo corpo senza apparente motivo. Marzia, preoccupata, si rivolge al medico che la manda a fare un emocromo. Il risultato è preoccupante: le piastrine sono molto basse e continuano a scendere.
Marzia, accompagnata dal marito Emanuele, si rivolge al Pronto Soccorso dove viene ricoverata d’urgenza. La diagnosi arriva come un fulmine a ciel sereno: Marzia, incinta di 23 settimane, ha la leucemia promielocitica acuta.
Il suo caso approda all’Unità di Ematologia con trapianto all’Azienda ospedaliera universitaria Policlinico di Palermo diretta dal prof. Sergio Siragusa. È qui che, per salvare la mamma senza nuocere al bambino, un’equipe di esperti sottopone Marzia a una cura innovativa senza chemioterapia e senza il classico farmaco utilizzato in questi casi, il triossido di arsenico, altamente tossico per il feto. Marzia è stata la prima paziente a sottoporsi a questa cura, ma la 31enne non ha potuto che affidarsi ai medici, per il bene suo e del suo piccolo.
La gestante è stata trattata con acido retinoico e ha ricevuto una terapia di supporto per il rischio di emorragia, molto alto nei casi di leucemia promielocitica. Il 23 aprile, alla 35esima settimana di gestazione, è nato Andrea con parto cesareo, e sia lui che la sua mamma stanno bene.
Dopo il parto, Marzia ha potuto associare alla sua cura il triossido di arsenico. «È un miracolo – ha raccontato -. Nessuno può immaginare quello che ho provato quando mi hanno detto della leucemia».
In realtà più che di miracolo bisognerebbe parlare di un caso di buona sanità made in Italy, «frutto di un’interazione tra più settori specialistici, dimostrazione che c’è un’ematologia che funziona in Italia», come fa notare il prof. Siragusa.
Anche il rettore dell’Università di Palermo, Fabrizio Micari, ci ha tenuto a sottolineare quanto storie come quella di Marzia siano frutto dell’eccellenza della ricerca italiana: «Siamo profondamente soddisfatti per l’importantissimo risultato ottenuto con uno straordinario lavoro di ricerca e di assistenza. Il Policlinico universitario si conferma sempre più come polo di eccellenza sanitaria e come punto di riferimento, non solo per la Sicilia, ma a livello nazionale».
E voi Unimamme cosa ne pensate della storia di Marzia?
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