Il post su Facebook in cui una mamma australiana si lamenta della suddivisione dei compiti in casa con il marito, sta facendo il giro del mondo.
Lo abbiamo scoperto più o meno tutte: la maggior parte dei mariti non sono cattivi o svogliati… è che proprio non ci arrivano. Non ci arrivano a capire che se siamo impegnate a cambiare il pannolino a un neonato che sguiscia come un’anguilla, sudate e stanche, tocca al papà dare quel dannatissimo bicchiere d’acqua alla figlia più grande che ce lo reclama a gran voce da 10 minuti. Sanno che portar fuori la spazzatura il mercoledì sera è uno dei pochi compiti fissi che tocca a loro, eppure ogni maledetto mercoledì sera siamo noi a dover chiedere “Porti fuori la spazzatura?”.
Sarà per questo che in molte si sono subito immedesimate nella riflessione di una mamma australiana, Constance Hall, autrice di un post su Facebook che ha immediatamente fatto il giro del mondo. Buona lettura!
Costance Hall: il post virale di una mamma stanca
Qualche giorno fa, mentre lamentavo il fatto che in casa faccio praticamente tutto io con un gruppo di amici che mi dava della “Regina delle prediche”, qualcuno mi ha detto “Se vuoi aiuto devi essere più specifica… chiedilo. Servono liste di cose da fare, la gente non sa leggerti nel pensiero”
E così ci ho provato, ho chiesto… specificatamente… “Puoi portare fuori la spazzatura?”, “Puoi svegliarti con i bambini? Io sono un po’ stanca dopo averlo fatto per 329 anni”, “Puoi andare al supermercato? Io ho già fatto tre carichi di lavatrice, la colazione, il pranzo, sono andata a prendere i libri di scuola dei ragazzi e mi sono occupata degli escrementi galleggianti nello stagno in giardino.”
E in effetti sì, aveva ragione… Quello che chiedevo lo faceva.
Ma ero esausta di tenere a mente tutto… di ricordarmi cosa andasse fatto, di sentirmi assillante… E sapete cosa è successo appena ho smesso di chiedere? NIENTE. Come sempre.
Sono quindi giunta alla conclusione che non è compito mio chiedere aiuto, non è compito mio scrivere delle fottute liste di cose da fare… Noi abbiamo già abbastanza impegni, e insegnare agli altri a considerare me e il mio assurdo carico di lavoro non rientra fra questi.
Aiutami e basta.
Pensa anche per me, occupati di quello che serve a far funzionare la casa. C’è qualcuno che sta pulendo mentre tu alzi i piedi? C’è qualcuno che è fuori con gli amici mentre io sbuccio il trentesimo frutto della giornata? C’è qualcuno che sta portando un peso?
Questo perché quando l’assillo finisce, quando le richieste di aiuto si interrompono, quando non ci sono più liste di cose da fare… Tutto quello che resta è un rancore silenzioso. E quello, amici miei, è il cancro delle relazioni…
Non è compito di nessuno insegnare la considerazione. È compito vostro. Ogni tanto lavate quei cazzo di piatti senza che vi venga chiesto.
Unimamme che dite, facciamo leggere questo post ai nostri mariti?