Liberata la ragazza pakistana segregata dalla famiglia e costretta ad abortire.
Ragazza pakistana liberata: la sua storia
Solo pochi giorni fa vi avevamo parlato della situazione di una giovane pakistana residente in Italia con la sua famiglia che era stata portata con l’inganno nel paese d’origine e lì costretta ad abortire.
Finalmente possiamo darvi l’annuncio che Farah, così si chiama la protagonista di questa terribile storia, ora è stata liberata.
A fare pressione sulle autorità sono stati prima gli amici e le amiche di Farah, a cui la ragazza aveva inviato di nascosto messaggi su WhatsApp tramite il telefono di una zia, e poi anche il fidanzato Cristian di cui la ragazza era incinta.
Il loro appello, evidentemente sostenuto da prove valide, come i messaggi di Farah ha smosso la polizia di Verona e successivamente la Farnesina e l’ambasciata italiana di Islamabad, fino ai ministeri pakistani degli interni e degli esteri che hanno dato l’ok all’azione di salvataggio che, in soli due giorni, ha portato alla liberazione della studentessa detenuta contro la sua volontà.
L’unico modo per avere riscontri è stata infatti l’azione diplomatica, dal momento che la studentessa non è cittadina italiana.
Farah ha poi raccontato con le sue parole, riportare su Repubblica, i momenti concitati del blitz delle forze dell’ordine. “Un boato, mi sono svegliata di soprassalto e ho avuto paura. Hanno sfondato la porta e due finestre, in casa gridavano tutti. Ho visto i poliziotti che tenevano fermo mio padre. Gli hanno chiesto dove fosse il mio passaporto, l’aveva bruciato. Gli agenti mi hanno portata via lo stesso: per la prima volta, dopo tre mesi, mi sono sentita al sicuro”.
La testimonianza della ragazza, resa successivamente, una volta al sicuro, ha confermato i sospetti delle amiche e del fidanzato.
“I genitori stanno cercando di darla in sposa a un uomo del posto. Dal suo punto di vista io non andavo bene perché sono cristiano” ha dichiarato Cristian su Il Corriere.
La giovane ha raccontato di essere stata portata in Pakistan con l’inganno e lì poi sedata e costretta ad abortire. “E’ successo il 25 febbraio. Ero prigioniera, isolata dal mondo“.
Il fratello di Farah rimasto in Itala nega però tutte le gravi accuse rivolte dalla sorella e, per dare maggior credito alle sua dichiarazioni ha fatto ascoltare un breve audio in cui Farrah si esprime così: “mi chiamo Farah, sono qui in Pakistan perché voglio starci e nessuno mi sta obbligando. Sono contenta, tra un mese torno e non ho nessun problema con i miei genitori”.
Le amiche però sostengono che questo audio possa essere stato estorto dietro minacce.
Dopo la liberazione Farrah ha chiamato subito il fidanzato Cristian, che ha ringraziato, così come le amiche e le forze dell’ordine. “Grazie, avevo perso la speranza. Non vedo l’ora di tornare a scuola”.
La scuola frequentata dalla giovane, consapevole della gravidanza, aveva fatto di tutto per agevolarla, anticipando addirittura gli esami di maturità.
Ora Farrah si trova in una località protetta, gestita dalla commissione di Vigar per le donne del Punjab, il Ministro degli Esteri Angelino Alfano, in un comunicato, ha dichiarato che l’ambasciata sta mettendo in atto tutte le misure necessarie per favorire il ritorno in Italia.
La giovane deve prima rilasciare una deposizione per la polizia pakistana e ottenere un nuovo passaporto. Secondo i più ottimisti potrebbe già rientrare in settimana.
Le amiche, naturalmente, sono entusiaste, hanno ricevuto la notizia mentre erano in pullman tutte insieme, per una gita, e si sono messe a gridare il suo nome.
Infine anche l’ex ministro Laura Boldrini ha gioito per la liberazione, scrivendo un Tweet su come la mobilitazione possa salvare delle persone.
Unimamme, voi cosa ne pensate di questa vicenda?
Noi speriamo che Farah, una volta tornata, riceva l’assistenza necessaria per affrontare quanto accaduto.