PIEB e PCA: le tecniche innovative che vengono utilizzate alla Casa di Cura Città di Roma, dove la mamma può essere protagonista del proprio parto.
Spesso le donne – da come si evince dai racconti di #bastatacere e dall’intervista di Patrizia Quattrocchi che da anni studia come antropologa il fenomeno della violenza ostetrica – sembrano non avere voce in capitolo sul momento del parto. C’è un luogo nella Capitale, che si chiama Casa di Cura Città di Roma in cui invece le donne vengono accolte e ascoltate, grazie anche all’intervento di metodologie innovative. Ne parliamo con Michela Camorcia, primario dell’equipe degli anestesisti della struttura.
Dottoressa Camorcia, alla Casa di Cura Città di Roma è disponibile la nuova analgesia epidurale, chiamata PIEB. Ce ne può parlare? E qual è la percentuale di donne che la riceve?
Nella nostra struttura all’incirca il 95% delle partorienti richiede e riceve un’analgesia epidurale per controllare il dolore del travaglio e del parto. Il servizio è attivo 24 ore su 24, ed è completamente gratuito. L’analgesia epidurale può essere richiesta in qualsiasi momento del travaglio (indipendentemente dalla dilatazione cervicale), permette la conservazione della sensibilità e della percezione della sensazione non dolorosa delle contrazione uterine durante il travaglio e di spinta nel momento del parto, permette la deambulazione durante il travaglio e l’assunzione di qualsiasi posizione nel periodo espulsivo, mantiene intatta la sensazione e la capacità di spinta materna in fase espulsiva, permette il contatto immediato pelle a pelle, permette e favorisce l’allattamento materno precoce, è compatibile con la conservazione delle cellule staminali.
Nella nostra struttura, dal 2010 viene utilizzata di routine la innovativa tecnica PIEB (Programmed Intermittent Epidural Bolus: somministrazione epidurale intermittente automatizzata). Questa tecnica garantisce una analgesia continua e mai interrotta dal momento in cui la si richiede fino all’espletamento del parto. Inoltre la donna ha la possibilità attraverso un pulsante, di autosomministrarsi piccole dosi aggiuntive di soluzione analgesica epidurale personalizzando, quindi l’analgesia in base alle preferenze della paziente (PCEA, Patient Controlled Epidural Analgesia: analgesia controllata dalla partoriente). Sia la PIEB che la PCEA sono erogate da due piccoli microinfusori computerizzati alloggiati in una piccola e leggera borsetta che la donna può quindi portare con sé.
A differenza della somministrazione tradizionale che causa una alternanza ciclica tra analgesia e dolore anche intenso e, spesso, alla transitoria scomparsa delle sensazioni delle contrazioni, la tecnica PIEB garantisce una analgesia stabile e continua senza togliere MAI le sensazioni delle contrazioni e del premito durante la fase di spinta, permettendo così alle donne donne di vivere a pieno la nascita del proprio figlio. La tecnica PIEB, garantisce di poter vivere un travaglio naturale ma senza dolore, dall’inizio, fino all’espletamento del parto.
Quali sono invece le possibilità che fornite durante la gravidanza?
Noi riteniamo che il parto non sia semplicemente il risultato delle poche ore che lo precedono. I nove mesi sono fondamentali per aiutare la coppia a vivere consapevolmente e serenamente il proprio parto. Il nostro punto forza è il sostegno emotivo continuo da parte del personale ostetrico e del compagno che è sempre presente nel nostro punto nascita anche in caso di taglio cesareo.
La donna nel 2018 “deve vivere da protagonista” il proprio parto, per questo noi offriamo e garantiamo alle nostre gestanti la continuità assistenziale che consiste nella possibilità di usufruire di una comunicazione semplice e diretta con le nostre ostetriche, tramite i corsi di accompagnamento alla nascita di coppia gestiti da Ostetriche e Psicologhe, la possibilità di visitare il punto nascita ogni giorno e attraverso gli incontri che avvengono con i professionisti della nascita ogni settimana, tutto l’anno. La donna può anche scegliere il proprio parto, attraverso la compilazione del birth plan, il cosiddetto piano del parto da presentare al momento dell’ insorgenza del travaglio o da consegnare alla propria ostetrica di fiducia, la quale conosce le sue aspettative e i suoi desideri rendendola la donna la vera protagonista dell’ evento nascita. Le ostetriche, inoltre, sono in grado di “offrire” alle partorienti una analgesia naturale che si basa soprattutto sul mettere la donna nelle condizioni di poter reagire attivamente al dolore, sul riconoscimento e potenziamento delle sue risorse, sulla scelta informata, sull’uso di mezzi naturali come il massaggio, possibilità di docce calde, gli impacchi caldo/freddo, creazione di un ambiente intimo, libertà di movimento e l’utilizzo della musica.
Da quello che si legge sul vostro sito, la vostra intenzione è quella di mettere la donna “al centro” del proprio parto, per esempio con la tecnica del cesareo “dolce”. In che cosa si differenzia dal cesareo tradizionale?
Il nostro dipartimento materno infantile ha sempre messo al centro la coppia e il bambino, usando metodiche di parto dolce, sereno, senza dolore ma naturale e accogliendo le aspettative della donna e della coppia genitoriale. Anche quando si rende necessario un intervento chirurgico per partorire, è oggi possibile rendere più umano e naturale anche il parto cesareo, con il metodo del “cesareo dolce”. In pratica si tratta dell’applicazione, durante l’intervento chirurgico, di alcune procedure raccomandate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e dall’UNICEF.
Con la metodica del cesareo dolce, il neonato viene immediatamente dato il braccio alla mamma, prima ancora del taglio del cordone ombelicale, e questo favorisce in processi di adattamento neonatale dalla vita intra uterina a quella extrauterina.
Nel dettaglio, il cesareo dolce consiste nel 1) contatto pelle a pelle immediato e prolungato per la prima ora di vita, 2) possibilità, se desiderato da parte della mamma e del papà di vedere la nascita del proprio figlio attraverso l’abbattimento temporaneo delle barriere visive tra campo operatorio e mamma al momento dell’estrazione fetale, 3) estrazione fetale lenta e in due tempi, per facilitare l’attivazione fisiologica dei processi di adattamento neonatale alla nascita, 4) taglio ritardato (almeno 30 secondi dopo la nascita) del cordone ombelicale, per favorire i depositi di ferro del neonato e prevenire l’anemia neonatale, 5) immediata visita del neonatologo in braccio alla mamma e non sul lettino di rianimazione, 6) mantenimento della temperatura materno-neonatale con appositi teli termici ad aria forzata a temperatura controllata, 7) sorveglianza costante delle condizioni del neonato in braccio alla mamma da parte di una equipe esperta ed addestrata al riconoscimento precoce di eventuali distress neonatali (test di Silverman), 8) assistenza di un’ostetrica esperta per poter affrontare nel modo più naturale il primo incontro e il primo tentativo di ricerca del seno materno, 9) alla fine dell’intervento, il papà, può collaborare ad un ulteriore taglio del cordone ombelicale e all’identificazione neonatale di legge.
I benefici prodotti dall’immediato contatto pelle a pelle tra mamma e neonate sono così numerosi e ben documentati che l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), UNICEF, l’Accademia nazionale dell’allattamento e l’Accademia nazionale dei pediatri, lo propongono ogni volta sia possibile e praticabile. Infatti, oltre a rafforzare il legame mamma-figlio, l’immediato con contatto pelle a pelle il calore del corpo materno aiuta a stabilizzare la temperatura del neonato che, essendo più tranquillo, presenta una frequenza cardiaca e respiratoria più regolari.
Il contatto pelle a pelle facilita inoltre il corretto attacco del neonato al capezzolo favorendo così l’inizio di un buon allattamento al seno. Le mamme che hanno praticato il contatto pelle a pelle ininterrotto nella prima ora di vita continuano più frequentemente ad allattare in maniera prolungata ed esclusiva.
In questa ottica, è anche possibile effettuare un VBAC. Quali sono le condizioni che lo permettono?
Partorire spontaneamente è meno rischioso di un taglio cesareo ripetuto.
Nella nostra struttura le pazienti che hanno eseguito in precedenza un taglio cesareo, possono vivere l’esperienza del parto spontaneo in accordo con le raccomandazioni della Regione Lazio, Ministero della Salute e dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). L’espletamento del parto per via vaginale, oltre a ridurre sensibilmente i rischi materni del taglio cesareo ripetuto e quelli futuri legati all’esecuzione di ulteriori tagli cesarei, offre alla donna la possibilità di vivere un’esperienza nuova, un modo diverso e più fisiologico di interagire con il proprio bambino con il risultato di un migliore attaccamento madre-neonato e di un percorso facilitato per il successivo allattamento al seno. La nascita per via vaginale è più fisiologica e naturale. L’attaccamento madre-figlio/a più immediato favorisce l’allattamento al seno precoce e il suo costante mantenimento come raccomandato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Se si partorisce spontaneamente, nei parti successivi ci saranno meno complicanze. Possono accedere al VBAC presso il nostro punto nascita tutte le donne e feti che non abbiano patologie che necessitino di un taglio cesareo, che siano state sottoposte ad un solo taglio cesareo eseguito da più di 18 mesi con un feto in posizione cefalica ed alcuni tipi di interventi chirurgici eseguiti sull’utero.
Le donne che partoriscono con un VBAC possono tranquillamente richiedere l’analgesia epidurale proprio come negli altri travagli. La percentuale di donne che hanno partorito con successo per via vaginale con un VBAC è stato di circa l’86% nell’anno 2017.
Molta attenzione ci pare sia posta anche dopo la gravidanza attraverso il monitoraggio dei disturbi dell’umore – questo in verità già durante la gestazione – e del post partum. In che modo ci si può accedere e chi sono le donne che si rivolgono a questi servizi?
La clinica Città di Roma riceve da diversi anni i Bollini Rosa, assegnati dall’Osservatorio Nazionale sulla salute della Donna (ONDA) che attesta l’impegno e la sensibilità da parte della struttura nei riguardi della figura femminile. Infatti, risulta fondamentale per la Clinica Città di Roma l’accoglienza della donna e della coppia all’interno di un ambiente familiare più che esclusivamente medico e clinico, aiutandola, in tal modo, a vivere l’esperienza della gravidanza nella massima naturalità e serenità. Lo stress e un basso tono dell’umore durante la gravidanza possono interferire negativamente nel far vivere l’esperienza gravidanza alla donna aumentando in modo considerevole il rischio di disturbi dell’umore post-natali. Capita di pensare che la gravidanza sia un momento di attesa passiva, in fin dei conti non è necessario fare nulla, il bambino (e il pancione) crescono comunque!
La realtà dei fatti, però, è ben diversa. Durante questi 9 mesi è possibile assumere un ruolo attivo di attesa consapevole in cui far crescere il grembo psichico e non solo quello biologico: immaginare ed immaginarsi, diventare mamma ancor prima di stringere tra le braccia il nuovo venuto.
Ed è proprio in questa direzione che si muove l’equipe multidisciplinare della casa di cura Città di Roma strutturando percorsi che accompagnano la donna dalla gravidanza, durante il parto e durante il post partum. Inoltre, nella nostra struttura, vengono eseguiti corsi sulla mindfulness. La “maternità mindful” è un modo di vivere le proprie esperienze durante la gravidanza ed i primi mesi di vita del bambino coltivando una consapevolezza accogliente ed amorevole verso i cambiamenti, e le reazioni emotive che accompagnano questa fase della vita. Il corso di accompagnamento Mindfulness-Based Childbirth and Parenting (MBCP) ha l’obiettivo di migliorare l’impatto dello stress legato ai cambiamenti indotti dalla gravidanza, dal parto e dalla genitorialità. Il punto nascita è in grado, inoltre, di creare una importante ‘rete di supporto’ nel post partum.
La Casa di Cura Città di Roma desidera abbracciare completamente l’esperienza genitoriale, dalla fase del concepimento sino ai primi mesi di vita della nuova famiglia. A tal proposito, a tutti i neo genitori Città di Roma propone al momento della dimissione con la lettera del buon rientro in seguito ad un colloquio che l’equipe di psicologi di Città di Roma effettua quotidianamente a tutte le neo mamme degenti (servizio strutturato nel percorso nascita di Città di Roma). I contenuti della lettera del buon rientro riguarda: incontri gratuiti di massaggio infantile (che migliorano significativamente il legame mamma-bimbo) e colloqui gratuiti di sostegno con i neo genitori.
Secondo voi oggi la donna può davvero vivere da protagonista il parto, anche in relazione alle polemiche che ci sono state con il movimento #bastatacere contro la violenza ostetrica?
Nel nostro punto nascita offriamo l’“Umanizzazione della nascita”, che significa dare ad ogni donna la possibilità di vivere l’esperienza della nascita del suo bambino secondo i suoi valori, la cultura in cui è cresciuta, i suoi desideri e le sue aspettative. Importante è dunque la creazione di un ambiente (dove il parto avviene), che trasmetta senso di sicurezza, di tranquillità, di soddisfazione della donna al fine di influenzare la sua competenza a partorire, ad allattare il bambino, il suo benessere globale.
Viene inoltre fornita l’assistenza ostetrica one to one, una modalità di assistenza essenzialmente basata sulla continuità di sostegno e sorveglianza del travaglio/parto e post-partum, da parte della stessa ostetrica.
Al momento del parto, ogni donna può riferire al professionista le decisioni maturate durante i nove mesi e disporre dell’assistenza che più le si addice. Ogni mamma ed ogni parto sono a sé: l’assistenza dovrebbe essere personalizzata ed andare incontro alle necessita specifiche di quella donna e di quel bambino. Molti dei punti toccati dal movimento #bastatacere, rappresentano punti di eccellenza nella nostra struttura. La donna, sicura e positiva, infatti, viene messa al centro del percorso assistenziale di cura presso il nostro punto nascita. I 10 punti di eccellenza del nostro punto nascita sono: 1) Parto rispettato: tutela della naturalezza del parto e della maternità, 2) Supporto emotivo da parte di un compagno di scelta, 3) Comunicazione semplice, diretta ed efficace con il personale sanitario, 4) Continuità delle cure: supporto prima, durante e dopo il parto, 5) Strategie adeguate di controllo del dolore nel parto: supporto ostetrico e nuova tecnica epidurale PIEB, 6) Possibilità di camminare durante il travaglio e scelta della posizione del parto secondo le proprie preferenze, 7) Libertà di bere e alimentarsi durante il travaglio, 8) Visite vaginali limitate alle necessarie, 9) Clampaggio ritardato del cordone ombelicale sia nel parto spontaneo che nel cesareo, 10) Monitoraggio e documentazione dei ritmi del travaglio e del parto.
E voi unimamme cosa ne pensate? Per ogni informazione: www.partorirecittadiroma.it Intanto vi lasciamo con il post che parla di parto cesareo: 15 immagini che celebrano la nascita comunque essa avvenga.
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