Una mamma che ha perso la figlia dopo una visita in ospedale lancia un avvertimento.
Dopo un tentativo andato male con la fecondazione assistita Maricel Prado e suo marito erano entusiasti della nuova gravidanza.
Giunta alla trentottesima settimana Maricel Prado si è recata in ospedale avvertento dolori ma lo staff medico ha cercato di rimandarla a casa.
Il dolore peggiorava e così un’infermiera a provato a somministrarle un antidolorifico.
“Mi ha chiesto se volevo la morfina e io ho risposto di sì, mi fidavo di lei”.
Una volta iniziato il travaglio è stata lasciata a se stessa dallo staff, due ore dopo la sua bambina, Ysabell, è nata morta.
“Mentre ero in ospedale in travaglio le ostetriche non monitoravano né me né la mia bambina, avrebbero dovuto farlo perché ero sotto morfina. Io pensavo: devo riporre la mia fiducia nello staff affinché si prenda cura di me e della mia piccola. Per noi è difficile venire a patti con il fatto che la morte di nostra figlia si sarebbe potuta evitare”.
Un’indagine successiva ha sottolineato diversi motivi che potrebbero aver contribuiti alla morte di Ysabell, per esempio lo staff era sotto organico.
Inoltre vi è stata mancanza di comunicazione. Nel frattempo il direttore delle clinica, Paul Mark, ha espresso le condoglienze alla famiglia, come si legge sul Daily Mail.
Ci sono quindi state delle lacune nella valutazione dei rischi nella valutazione della Prado.
“Questo quindi ha causato la perdita dell’opportunità di monitorare più da vicino la signora Prado e la sua bambina, anche se non si può dire con certezza se questo avrebbe cambiato il triste risultato”.
La mamma Maricel ha poi deciso di condividere su Facebook un video mentre abbracciava disperata la figlia morta.
Condividendo la sua storia la donna sottolinea che niente riporterà indietro la sua bambina, ma spera che nessuno debba affrontare ciò che è accaduto a lei.
“Ho cercato di essere forte ma dentro di me non ci riesco” ha ammesso.
“Le scuse non rimetteranno a posto le cose” ha sottolineato la mamma “non riporterà indietro nostra figlia, ma individuando quelli che non riteniamo essere degli errori e lezioni dalla morte di nostra figlia, spero che vengano presi provvedimenti per migliorare le cure materne e assicurarsi che altri genitori non perdano un figlio come è accaduto a noi”.
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