Oggi, 25 maggio, torna l’iniziativa «Bimbi in ufficio con mamma e papà», la festa aziendale che apre le porte dei luoghi di lavoro ai figli dei dipendenti.
Sono tante le aziende che hanno aderito all’iniziativa promossa dal Corriere della Sera/L’Economia, ma non tutti i genitori sono particolarmente entusiasti all’idea di portare i propri bambini in ufficio, luogo che, soprattutto per noi mamme, a volte fa un po’ da “isola felice”, e rappresenta l’unico posto in cui riusciamo a concentrarci su qualcosa che non sia lavatrici e pannolini. Se anche la vostra azienda ha aderito a «Bimbi in ufficio con mamma e papà» insomma, sicuramente vi siete poste questa domanda:
Perché portare i bambini in ufficio?
Vanity Fair ha provato a trovare una risposta intervistando la psicologa clinica Alice Riazzola. «Può essere un’esperienza che può avere vantaggi diversi, in base all’età dei figli – ha spiegato la psicologa – i bambini fino ai 5 anni non hanno ancora quel pensiero astratto con cui riescono a visualizzare bene ciò che non hanno mai visto e dunque è davvero utile farli entrare in ufficio, così le prossime volte sapranno immaginarvi, collegando il concetto di “vado al lavoro” con quel posto che hanno appunto visitato».
Per quanto riguarda i bambini in età scolare, invece, partecipare a «Bimbi in ufficio con mamma e papà» può rappresentare una aiuto per cominciare a formarsi una progettualità futura. «La progettualità è fondamentale per un buono sviluppo e iniziare a pensare “da grande anch’io” non può che essere una cosa positiva» spiega la dottoressa Riazzola, facendo notare che questo aspetto è molto importante anche per i ragazzi di 12-13 anni che si apprestano a scegliere quale scuola superiore frequentare.
E la vostra azienda ha partecipato all’iniziativa? Voi Unimamme portereste mai i vostri bambini in ufficio?