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Attualità

Un bambino nasce con metà volto e la sua mamma lancia un messaggio (FOTO)

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Maria Sole Bosaia

Una mamma in attesa di 2 gemelli ha una sorpresa al momento del parto.

Una mamma condivide la sua storia

Charlie Beswick è una mamma inglese di 39 anni che ha voluto condividere la storia della sua vita da mamma per ispirare gli altri e lanciare un appello.

Ero alla settima settimana di gravidanza quando ho scoperto che stato aspettando dei gemelli. Shock è minimizzare, ma mi sono abituata in fretta all’idea ed ero anche un po’ compiaciuta perché mi sentivo come una super mamma ancor prima che arrivassero i bambini. La gravidanza è stata priva di eventi e non mi sono mai sentita più in forma dei mesi delle gestazione. Avevo un libro di testo luccicante e mi sono immersa in un forum online di mamme di più bambini (sì, avevamo il nostro club!) e programmi su consigli riguardanti i bambini in tv. Ero pronta per essere la miglior mamma di cui questi bambini avrebbero avuto bisogno.

Dal momento che io e il mio compagno Mark abbiamo scoperto che ero incinta alla 4° settimana, quando le acque si sono rotte alla 32° settimana non ero preoccupata sull’arrivo prematuro dei miei bambini ma eccitata di incontrarli. Ero irremovibile, volevo un parto naturale ma il primo gemello era podalico e così alla fine ho avuto un cesareo d’emergenza. Mi sono detta che non importava fintanto che i miei bambini fossero sani e partoriti in sicurezza. Ero sul ciglio di diventare mamma e sono stata trasportata in teatro con un’ondata di euforia.

Ora guardo indietro alla mattina in cui sono arrivati i miei bambini e a volte sento come se fosse l’eccitazione di qualcun altro, la vita di qualcun altro.

I miei ragazzi, nati con il peso di 1,4 kg. ciascuno sono stati portati velocemente nell’unità speciale e qualche ora dopo un pediatra ci ha comunicato la notizia che avrebbe cambiato per sempre la nostra vita.”

Il medico ha spiegato che un gemello, Oliver, stava bene, ma che il secondo, Harry, era nato senza un occhio, aveva solo un’orbita, senza orecchio e senza una narice sul lato sinistro.

Si chiama Sindrome di Goldenhar, conosciuta anche come displasia oculo-auricolo-vertebrale (OAV), una patologia rara, caratterizzata dalla triade di

  • microsomia cranio-facciale,
  • cisti oculari dermoidi
  • e anomalie della colonna vertebrale.

All’improvviso sono stata tuffata in una pozza di rimorso per ciò che ero convinta di aver causato. La vita che avevo programmato per noi si era disintegrata davanti ai miei occhi. Non ero sicura di essere la mamma giusta per questo bambino ma non l’ho mai detto. Nei mesi successivi ho perfezionato la faccia da poker, mascherando il mio tormento interiore per la paura che le altre persone mi avrebbero giudicato. Ho fatto tutte le cose che una neomamma dovrebbe fare ma mi sentivo staccata da una realtà che non percepivo come la mia, nel frattempo stavo lentamente implodendo.

Avevo programmato di allattarli al seno ma dal momento che erano così piccoli era difficile. Per Harry con una narice sola era impossibile e quindi ho tirato il mio latte per i bambini come qualcuno ossessionato. Sentivo che era l’unica cosa che potevo fare per loro mentre trascorrevano 6 settimane nell’unità speciale, ma sono andata sopra le righe. Le infermiere mi hanno detto di rallentare, ma non le ho ascoltate e mi è venuta la mastite. Mi ricordo di aver pianto dal dolore e i miei seni doloranti sentendomi come un completo fallimento. La mia autostima aveva toccato il fondo.

Dividere il mio tempo tra i ragazzi era incredibilmente difficile. Entrambi avevamo bisogno di me, ma i bisogni di Harry erano molto più complessi e questo finiva con più tempo e mi sentivo costantemente in colpa. Mi sentivo male quando ero con lui e Oliver aveva bisogno di me e mi sentivo male quando stavo con Oliver e godevo di “un’esperienza normale” per un po’. Mi sentivo in colpa tutto il tempo. Era molto difficile emotivamente e fisicamente.

Quando aveva 3 anni ad Harry hanno diagnosticato l’autismo, nel frattempo Charlie, la loro mamma, si è separata al compagno.

Quando i bambini hanno compito 6 anni Charlie era al limite e ha cominciato a prendere degli antidepressivi.

“Sebbene gli sguardi, i sussurri e la curiosità degli estranei fossero incredibilmente dolorosi alle volte quando ero fuori coi bambini, sapevo che non potevo vivere la vita nascondendomi o muovendomi freneticamente. Avevo bisogno di qualcosa di più. I miei bambini avevano bisogno di qualcosa in più e quindi ho iniziato ad essere più proattiva con coloro che guardavano la nostra strada. Ho scoperto che rispondendo alle domande e offrendo il primo sorriso potevo contattare le persone, rispondere alle domande e mostrare quanto fossero splendidi i miei bambini.

Non posso dirvi il momento in cui ho smesso di odiare me stessa e mi sono perdonata per qualcosa che non era colpa mia, ma l’amore provato e ricevuto dai miei ragazzi ha riempito il buco aperto nel mio cuore.

Guardando indietro nel nostro viaggio ci sono cose che mi fanno male al cuore, ora. Ero così accecata dal dolore che non ho visto quanto fosse splendido il lato destro di Harry. Ero così persa nella mia oscurità da dimenticare di festeggiare il ragazzo perfetto, bellissimo e in salute che è Oliver. “

Ora i ragazzi hanno 13 anni e molte cose sono cambiate.

Finalmente posso dire che sono la mamma che si meritano i miei figli, non a dispetto dei miei cambiamenti ma a causa di essi. Ero una mamma a pezzi ma i miei figli hanno rimesso insieme i pezzi e hanno creato una foto a mosaico che amo”.

Nel frattempo Charlie ha aperto un blog Our Altered Life con la speranza che qualche mamma come lei, persa e bisognosa di leggere cose che fa fatica ad ammettere, trovi nella vita di Charlie i motivi per cui una vita “alterata” può comunque essere una vita incredibile. Ha inoltre fondato un ente di carità e così può andare nelle scuole ed educare i ragazzi sulle deformità facciali.

Loro sono la prossima generazione e sono dolorosamente consapevole che un giorno morirò e non sarò presente per proteggere Harry. La mia speranza è che le sue differenze vengano accettate, persino festeggiate e che possa avere la vita che merita. Sono orgogliosa dei miei ragazzi, del nostro viaggio e di me stessa . Non avrei mai dovuto dubitare di poter essere la miglior mamma per questi ragazzi. A volte ci si impiega un po’a capire, ma quando l’amore e la conoscenza arrivano, è valsa la pena dell’attesa.

Ai genitori che stanno leggendo, non siate tanto duri con voi stessi, prendetela un giorno alla volta e parlate! Non tenete queste cose tappate dentro vi danneggia ancora di più”.

Unimamme, cosa ne pensate di questa commovente storia presentata su Love What Matters.

Noi vi lasciamo con l’appello di una mamma che invita ad andare a conoscere suo figlio perché non è spaventoso.

Maria Sole Bosaia

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