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I videogiochi modificano il cervello di bambini e ragazzi

Published by
valeria bellagamba
Videogiochi (iStock)

Videogiochi come droga: i pericoli per il cervello di bambini e ragazzi.

La dipendenza da videogiochi è un problema molto serio di cui da tempo si stanno occupando gli specialisti. I rischi per i bambini e i ragazzi che passano molte ore davanti ai videogames possono essere molto seri. Ora nuovi studi scientifici sostengono che la lunga esposizione ai videogiochi può avere sul cervello dei bambini gli stessi effetti dell’alcol e della droga.

A gennaio 2018, l’Organizzazione mondiale della Sanità ha dichiarato che la dipendenza da videogiochi sarà classificata come un disturbo mentale.

Videogiochi come droga: dannosi per il cervello di bambini

Le ricerche della California State University hanno lanciato l’allarme sulla dipendenza da videogames, che avrebbe su bambini e ragazzi gli stessi effetti che ha sul cervello l’abuso di alcol e droghe, modificandone la struttura e le funzioni.

La preoccupazione riguarda soprattutto alcuni tipi di videogiochi come Fortnite, un gioco di combattimento, uscito nell’estate del 2017, in cui i partecipanti conducono una lotta per la sopravvivenza oppure sono impegnati a salvare il mondo, con la collaborazione di diversi giocatori impegnati nel portare a termine missioni, contrastare tempeste, costruire armi.

Ad avere effetto sul cervello di bambini e ragazzi che giocano a Fortnite è il meccanismo di ricompensa, che li tiene inchiodati davanti al videogame, distogliendo la loro attenzione da qualunque altra cosa, perfino dai bisogni primari. I bambini che giocano a lungo con questo videogioco non solo vanno male a scuola perché non fanno più i compiti, ma diventano anche irrequieti e aggressivi.

Il gioco è fatto per farli giocare più a lungo possibile coinvolgendoli in sfide sempre nuove e appassionanti, perdendo però il contatto con la realtà.

I videogiochi come Fortnite possono influenzare il cervello dei bambini e ragazzi l’abuso di alcol e droghe, modificando il sistema della ricompensa nei giovani giocatori incalliti come nelle persone dipendenti dalle sostanze. E si tratta di modifiche importanti, nella struttura e nella funzione del sistema cerebrale della ricompensa. Questo accade perché il cervello dei bambini è estremamente flessibile e non ancora abbastanza sviluppato per autoregolarsi e contrastare gli effetti della dipendenza. Ecco perché bisogna preoccuparsi.

L’allarme è stato lanciato inizialmente dalle scuole elementari americani e britanniche, dove gli insegnanti si sono accorti di quanto dannosi potessero essere gli effetti del videogioco Fortnite sui bambini, a cominciare dal loro rendimento scolastico. Gli insegnanti hanno segnalato la scarsa concentrazione dei bambini in classe e la loro ossessione per il videogame. Un gioco a cui non potrebbero nemmeno giocare, visto che l’età minima è di 12 anni.

Nel frattempo, anche i genitori hanno segnalato comportamenti strani nei figli che giocavano a Fortnite: bambini che un tempo erano tranquilli erano diventati ossessionati con pistole e omicidi. Addirittura è stato riferito il caso di una bambina di 9 anni che era talmente coinvolta nel gioco da farsi la pipì addosso, piuttosto che fermarsi per andare in bagno.

Gli studi della California State University condotti dal professor Ofir Turel hanno dimostrato che l’impatto del videogioco sul cervello dei bambini è marcato.

Gli studi hanno mostrato che il sistema dell’amigdala striatale, la parte che regola gli impulsi del cervello, era più piccolo e sensibile nei giocatori dipendenti, in modo da elaborare gli stimoli dei giochi più velocemente.

Il sistema di ricompensa nei bambini affetti dalla dipendenza da videogiochi si attiva subito e maggiormente rispetto alle altre persone. Alle volte basta vedere il gioco o un cellulare. Questa attivazione così forte dipende proprio dai cambiamenti strutturali nel cervello, con l’area del sistema di ricompensa che è più piccola nei giocatori forti.”Il sistema più piccolo può elaborare le associazioni molto più velocemente – ha spiegato Ofir Turel -. Ma come una macchina, è necessario aggiungere più benzina per generare più energia“.

La ricerca della California State University ha scoperto anche un legame tra giocatori forti di videogiochi di età compresa tra i 13 e i 15 anni e una maggiore probabilità di abuso di droghe come anfetamine e cocaina.

I rischi maggiori dalla dipendenza di videogiochi sono soprattutto per i bambini, perché il loro cervello è flessibile: alcune parti si sviluppano fino a 17 anni, altre non sono pienamente sviluppate fino ai 25 anni.

Lo sviluppo del sistema di ricompensa o impulso è molto più veloce rispetto al sistema di autocontrollo. Questo significa, ha spiegato Ofir Turel, che prendendo ad esempio un tredicenne, avrà un sistema di ricompensa maturo, ma un sistema di autocontrollo non abbastanza sviluppato. Quindi i tredicenni saranno maggiormente predisposti a comportamenti impulsivi e rischiosi.

Con i bambini c’è ancora spazio per le regole. “Hanno bisogno della nostra protezione. I loro cervello non è efficiente quanto il nostro“.

Gli studi della California State University sono stati citati dal Daily Telegraph.

Vi ricordiamo il nostro articolo: I videogiochi causano comportamenti aggressivi? Una nuova risposta della scienza

valeria bellagamba

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