Alfie Evans: reso pubblico il costo delle spese legali dell’ospedale Alder Hey di Liverpool. Scoppia la polemica.
A un mese e mezzo dalla scomparsa del piccolo Alfie Evans, il bimbo inglese morto il 28 aprile 2018 a causa di gravissima malattia terminale, sono state rese pubbliche le spese legali sostenute dall’ospedale Alder Hey di Liverpool, dove il bimbo era ricoverato, nella controversia giudiziaria per il distacco delle macchine che ha visto la famiglia di Alfie opporsi alla decisione dell’ospedale.
Dopo un anno circa di coma, in cui le condizioni di Alfie non miglioravano, l’ospedale aveva deciso di staccare il bambino dal ventilatore che lo aiutava a respirare, ritenendolo praticamente morto, a causa del cervello gravemente compromesso e nessuna possibilità nemmeno di minimo recupero.
I genitori di Alfie, assolutamente contrari al distacco delle macchine, hanno fatto di tutto per contrastare la drammatica decisione dell’ospedale, ingaggiando un’aspra battaglia legale che è andata avanti diversi mesi nei tribunali e nelle corti inglesi e che ha visto sempre vincitore l’ospedale. Uno dei motivi per cui si sono attivate moltissime persone per sostenere la famiglia Evans, sia sul web che nelle manifestazioni pubbliche.
Un sostegno che continua ancora, nel periodo di un lutto devastante, a un mese di distanza dal funerale del piccolo Alfie. Parenti e amici degli Evans continuano a postare sul gruppo Facebook dedicato ad Alfie, Alfies Army Official, foto ricordi e messaggi di incoraggiamento per i genitori del bimbo.
“Quando ti arriva una cosa come questa come puoi non essere furioso e disgustato pensando anche che è stato fatto coi soldi dei contribuenti??? Più di 145.000 sterline per uccidere mio nipote?!?!?!?!? Alder Hey e il nostro governo !!!!!! E dirò di più! Avevamo un ospedale, avevamo i soldi per portarlo altrove, avevamo l’aereo pronto, avevamo Alfie che resisteva e hanno pagato questo per ucciderlo ????? Chiedetevi perché. Non abbiamo avuto alcuna possibilità di salvare il nostro guerriero Alfie, quando avevamo più di 60 poliziotti a guardia dell’ospedale. Noi della famiglia siamo stati sottoposti ai controlli delle nostre borse quando andavamo a visitare Alfie, oltre ad essere scortati dalla polizia lungo il corridoio per vederlo. Non potevamo chiudere le porte della camera di Alfie per avere privacy perché un’infermiera doveva sedersi fuori a tenerci d’occhio come fossimo criminali insieme a 3-4 poliziotti fuori dalla stanza di Alfie, 3 fuori dal reparto e 2 alla fine del corridoio, così come a tutte le uscite. Chiedetevi se quando è nato il nuovo royal baby c’erano tutti questi agenti di polizia che li sorvegliavano?? No, hanno sbagliato e la verità uscirà!!!!!”
Poi la zia di Alfie ha postato le foto della lettera contenente la somma spesa per la controversia giudiziaria. Un documento di cui aveva fatto richiesta una donna che poi lo ha girato a zia Sarah.
Una reazione sdegnata quella della zia Sarah, che chiede giustizia per il nipote.
Poche ore dopo, sempre sul gruppo Facebook Alfies Army è stato pubblicato un altro post, da un altro zio paterno di Alfie, Daniel Evans che al costo di 145.000 sterline per le spese in giudizio ha aggiunto le 13.000 sterline per il costo dei rinforzo degli agenti di polizia davanti all’ospedale Alder Hey nelle ultime due settimane di vita del bambino, quando le tensioni tra la famiglia e l’ospedale salirono e i manifestanti in sostegno di Alfie si radunarono davanti all’ospedale per protestare contro la decisione di staccare la spina al bambino
“Continuamente scortati fino alla stanza di Alfie, la polizia era in ogni angolo, le borse perquisite e ci hanno fatto sentire a disagio mentre trascorrevamo del tempo con il nostro Alfie, poiché costantemente osservati, controllati e senza avere mai un po’ di privacy. Un comportamento assolutamente disgustoso da uno dei ‘migliori ospedali’ del Paese“, ha concluso Daniel.
Spese che sono state anche denunciate sulla pagina Facebook di Steadfast Onlus che ha seguito la tragica vicenda di Alfie Evans e ora segue gli sviluppi.
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