Silvio Antonio Calò è un professore che riceverà il titolo di Cittadino europeo dell’anno per aver diviso la sua abitazione con 6 migranti.
Antonio Silvio Calò, è un professore di filosofia in un liceo che da tre anni divide la sua casa con 6 migranti. Dopo il tragico naufragio nel canale di Sicilia nel 2015 l’insegnante, padre di 4 figli, ha preso l’incredibile decisione di ospitare 6 migranti.
Il suo modello di accoglienza gli ha procurato gli elogi dell’europarlamentare Jean Claude Junker e vari importanti riconoscimenti, tra il titolo di Cittadino europeo dell’anno 2018 che riceverà in ottobre. Inizialmente la sua scelta radicale gli ha procurato le critiche di chi riteneva volesse speculare sui migranti, ma in poco tempo Calò ha dimostrato che le cose non stavano così.
“Accogliendo sei migranti ci siamo ritrovati a gestire 5400 euro al mese. Noi siamo la dimostrazione che con quei soldi si può fare tantissimo e si può dare lavoro ad altre persone come abbiamo fatto assumendo una psicologa e una persona tuttofare per aiutarci” ha dichiarato l’uomo. Secondo lui se ogni comune accogliesse 6 migranti e se nelle città più grandi ne venissero collocati 6 per ogni quartiere si potrebbero creare piccoli nuclei che potrebbero essere facilmente controllati e formati.
Come accennato il modello di accoglienza di Calò contempla anche delle figure che solitamente sono facoltative: come la psicologa, l’insegnante di italiano e l’educatore.
“Qui arriva un’umanità ferita dobbiamo smetterla di considerarli ospiti, ma futuri cittadini” dichiara Calò.
Ai migranti che risiedono da Calò ricevono tre mesi di accoglienza e “rimessa in sesto”, sei mesi di tirocinio professionalizzante (con paghetta) e il tentativo di inserimento nell’azienda dove hanno svolto il tirocinio.
“Sono andato a bussare in prima battuta da imprenditori che conoscevo, ma con patti chiari: “se z’è mona, z’è mona. L’avrebbero preso solo se valeva la pena. In posti che non interessavano agli italiani… che nessuno potesse dire “ci rubano il lavoro!”” dichiara su Repubblica. Successivamente la famiglia Calò ha preso una decisione ancora più radicale, quella di lasciare la propria casa agli immigrati e di trasferirsi in canonica insieme a Don Giovanni Kirschner.
“Abbiamo lasciato la nostra casa ai 6 ospiti, ai nostri figli neri e ai nostri figli bianchi”.
Quest’ultimo esperimento è stato voluto dal vescovo Gianfranco Agostino Gardin con l’intento di unire due sacramenti: sacerdozio e quello della famiglia. Così, dopo il titolo ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, Calò si accinge a ricevere il premio di Cittadino Europeo 2018. Un riconoscimento decisamente meritato non trovate anche voi unimamme?
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