Bambina rischia di annegare con il giubbotto di salvataggio. L’avvertimento per genitori e nonni.
Aveva preso tutte le precauzioni per la sicurezza della nipotina: recintato con un cancello la piscina di casa, comprato un giubbotto di salvataggio nuovo di zecca, adatto all’altezza e al peso della bambina, ma quando il nonno l’ha portata con sé in acqua, la piccola ha rischiato di affogare. Una brutta esperienza che per fortuna non ha avuto conseguenze perché il nonno era accanto alla nipote e l’ha tirata fuori dall’acqua in tempo. Ma come è potuto succedere? Un nonno americano ha reso pubblica la sua esperienza per avvertire tutte le famiglie.
Dan Mueller aveva organizzato tutto per il bagno in piscina della nipotina Marissa di 2 anni, in Nevada. Il nonno aveva recintato la piscina di casa con un cancello, per evitare che la piccola si avvicinasse troppo al bordo e cadesse in acqua, poi aveva acquistato un giubbotto di salvataggio adatto alle dimensioni della bambina, tra peso e altezza.
Nonno e nipotina si sono preparati per entrare in piscina, ma quando la bambina è stata messa in acqua ha subito rischiato di affogare. Il giubbotto invece di farla galleggiare con la testa fuori dall’acqua, la faceva girare su sé stessa e finire con la faccia in acqua. Se nessuno l’avesse presa subito e tirata fuori, la bimba sarebbe affogata. Come mostra la foto qui sotto pubblicata dal nonno.
Come è potuto succedere? L’uomo aveva adottato ogni precauzione, aveva comprato un giubbotto adatto al peso della bambina, perché una volta in acqua non l’ha fatta galleggiare come dovrebbe fare un giubbotto di salvataggio?
Evitate conseguenze drammatiche, il nonno del Nevada ha voluto denunciare il cattivo funzionamento del giubbotto di salvataggio, realizzando un filmato in cui ha documentato tutto: il nonno ha fatto pesare la nipotina, ha preso il giubbotto mostrando che il limite massimo di peso era molto più elevato di quello della nipote, le fatto indossare il giubbotto legandolo bene, poi l’ha portata in piscina e ha mostrato come la piccola una volta in acqua si girasse su se stessa, per colpa del giubbotto, finendo con la testa in acqua. Quest’ultima scena è stata mostrata solo per pochissimi secondi per evitare che la piccola bevesse, giusto per mostrare cosa accadeva con quel giubbotto e denunciarne i difetti. Il nonno ha provato a sdraiare la bambina sul dorso, ma pur non muovendosi, la piccola si girava sullo stomaco e il giubbotto le forzava la testa sott’acqua.
Ecco il video
“Uno pensa che questo (il giubbotto di salvataggio, ndr) salverà il tuo bambino. Noi abbiamo usato questo giubbotto nella nostra piscina e ha tirato giù la nostra bambina“, quasi facendola affogare, ha detto il nonno nel video.
E’ stato proprio grazie alla pubblicazione del video che l’uomo ha avuto la risposta sul cattivo funzionamento del giubbotto. Quando il video della bambina in piscina è stato postato su Facebook, i commentatori hanno fatto notare che quello che la piccola indossava non era un giubbotto di salvataggio, ma un giubbotto di galleggiamento.
Il giubbotto di aiuto al galleggiamento è simile al giubbotto di salvataggio, ma è diverso e con diverse funzioni. Viene usato soprattutto da chi va in kayak, canoa o altre piccole imbarcazioni. È pensato come un supporto, più che come dispositivo salva vita, e ha differenze fondamentali rispetto ad altri dispositivi salvagente. Va ricordato, infatti, che questo dispositivo non fornisce lo stesso livello di protezione di un giubbotto di salvataggio, e che non è progettato per fornirlo. Per questo motivo è molto importante non utilizzarlo come un sostituto di quest’ultimo, specialmente per i bambini piccoli.
Questi giubbotti vengono ideati per consentire una maggiore mobilità a chi va in canoa, mentre con il normale giubbotto di salvamento si avrebbero delle difficoltà nei movimenti. Il giubbotto di aiuto al galleggiamento ha di solito galleggianti su petto e schiena, ma non ai lati del busto, per lasciare più libertà di movimento alle braccia. Per gli adulti o al massimo per i bambini che vanno in canoa, e che di solito sanno nuotare, va bene, ma non per i bambini piccoli.
I commentatori lo hanno fatto notare subito al nonno: aveva sbagliato ad acquistare giubbotto!
Il giubbotto di aiuto al galleggiamento è molto diverso dal giubbotto di salvataggio. Il primo serve per gli sport acquatici o per nuotare, il secondo per stare a galla sulla schiena, in modo da permettere di respirare, anche quando una persona è in stato di incoscienza. I due termini si possono confondere, ma le funzioni dei due giubbotti e come sono strutturati cambia molto.
I commentatori hanno risolto il problema, come ha raccontato Cafèmom: per il rischio di annegamento della bambina la colpa non era del giubbotto.
Che ne pensate unimamme? Eravate a conoscenza di queste differenze tra i giubbotti usati in acqua?
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