Annunciata una probabile proroga della scadenza del 10 luglio per la presentazione della certificazione definitiva dell’avvenuta vaccinazione.
Sono giorni in cui si è tornato a discutere animatamente di vaccini. Pochi giorno dopo le rassicurazioni della Ministra della Salute Grillo sull’importanza delle vaccinazioni, smentendo tutte le voci su un suo presunto atteggiamento no-vax, è scoppiata la polemica con il Ministro dell’Interno Salvini che ha detto che 10 vaccini sono inutili e dannosi, suscitando l’immediata e dura risposta dei medici e della comunità scientifica e la replica della stessa Grillo.
Sono giorni “caldi” per tante famiglie, non solo e non tanto per il clima estivo peraltro variabile, quanto piuttosto per l’avvicinarsi della fatidica scadenza del 10 luglio 2018, quella entro cui dovrà essere presentata a scuola la certificazione definitiva di avvenuta vaccinazione dei bambini e ragazzi per i quali sono stati introdotti i fatidici vaccini obbligatori dalla legge 119/2017 di conversione del Decreto Lorenzin.
Entro il 10 luglio le famiglie dovranno presentare la certificazione per l’iscrizione dei figli a scuola per l’anno 2018-19. La scadenza del 10 luglio è stata introdotta dalla legge e dalla circolare del Ministero dello Salute dello scorso 16 agosto. Per l’anno scolastico 2017-2018 è stata prorogata a settembre e ottobre, con la presentazione anche della sola autocertificazione, poi come termine ultimo è stato stabilito il 10 marzo, per presentare la certificazione di avvenuta vaccinazione o il documento ufficiale di prenotazione rilasciato dalla Asl.
Ora, per il prossimo anno scolastico, 2018-2019, stando ad indiscrezioni confermate da fonti autorevoli di stampa, il governo Conte, a guida Lega e Movimento 5 Stelle, vorrebbe prorogare la scadenza del 10 luglio per la presentazione della certificazione di avvenuta vaccinazione di bambini e ragazzi da 0 a 16 anni (richiesta dalla legge 119/2017).
Un provvedimento per andare in contro alle famiglie nell’adempimento delle formalità relative agli obblighi vaccinali o un regalo ai genitori no-vax che nell’ultimo anno hanno utilizzato ogni tecnica dilatoria per rimandare la vaccinazione dei figli?
Finora la normativa introdotta con il Decreto Lorenzin sull’obbligatorietà dei vaccini è stata applicata in modo molto elastico: ai genitori sono state concesse quante più proroghe possibili per mettere in regola i figli con le vaccinazioni, stando anche ai lunghi tempi di attesa per l’affollamento e il sovraccarico di lavoro dei centri vaccinali. Le sanzioni per il mancato adempimento dell’obbligo non sono state applicate in modo uniforme ovunque. Non si ha notizia dell’applicazione delle multe per i genitori che non hanno voluto vaccinare i loro figli, mentre per i bambini dell’asilo nido o della scuola d’infanzia l’esclusione dalla frequenza da nidi e scuole è stata applicata a macchia di leopardo. In alcuni casi i dirigenti scolastici sono stati inflessibili, in altri, invece, tra il differimento degli appuntamenti, o presunti tali, presi dai genitori presso i centri vaccinali e la ormai imminente fine dell’anno scolastico si è scelto di far frequentare lo stesso la scuola ai bambini, poiché mancavano pochi giorni al termine.
La revisione dell’obbligo vaccinale per l’iscrizione a scuola è prevista dal Contratto di Governo siglato tra Lega e 5 Stelle. Il Movimento ha spiegato in diverse occasioni, e da ultimo con la sua Ministra Giulia Grillo, di non essere contrario ai vaccini ma di non vedere nell’obbligo uno strumento efficace. L’obiettivo rimane quello di mantenere alte le coperture vaccinali, per assicurare la protezione dei singoli bambini contro malattie che possono avere gravissime conseguenze e garantire l’immunità di gregge, quella che è necessaria per proteggere dalle malattie trasmissibili chi non è vaccinato o non può vaccinarsi. Tuttavia non è stato spiegato ancora come. Nel caso di basse coperture vaccinali e del manifestarsi di un’epidemia, allora i 5 Stelle si dicono a favore dell’obbligo momentaneo. Esattamente quello che è avvenuto con il Decreto Lorenzin, quando all’esplodere dell’epidemia di morbillo in Europa, e soprattutto in Italia e Romania, a inizio 2017 l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha allertato i due Paesi invitandoli ad aumentare al più presto le coperture per il vaccino del morbillo, quello che ancora oggi non ha raggiunto il 95% delle coperture richieste per proteggere tutta la popolazione. Il Decreto Lorenzin, inoltre, prevede una revisione dell’obbligo per alcuni vaccini a tre anni dall’introduzione della normativa. Quindi se le coperture cresceranno e la popolazione avrà acquisito la maturità e la consapevolezza necessarie per far vaccinare i figli spontaneamente, la necessità dell’obbligo verrà naturalmente meno.
La Lega di Matteo Salvini invece sembra molto più determinata nell’eliminazione dell’obbligo vaccinale, allo scopo di garantire, dicono, l’accesso di tutti i bambini a scuola. Quindi per garantire il diritto all’istruzione, dimenticando, però, quello dei bambini immunodepressi che non possono andare a scuola se tutti i loro compagni non sono vaccinati. Non hanno dei diritti anche questi bambini? A maggior ragione proprio perché più deboli e indifesi?
Eliminare l’obbligo vaccinale ora ha senso? Le coperture nell’ultimo anno sono cresciute, è vero, anche grazie al Decreto Lorenzin, come hanno sottolineato gli esperti, soprattutto per il vaccino esavalente (tetano, difterite, poliomielite, pertosse, epatite B, emofilo influenzae b), ma per diversi vaccini, come l’MPR (morbillo, parotite, rosolia) sono ancora insufficienti. Inoltre i dati non sono uniformi a livello nazionale.
Ricordiamo che nel 2017 in Italia si sono registrati 4.991 casi di morbillo con 4 decessi: tre bambini sotto i 10 anni di età (di 1, 6 e 9 anni) e un adulto di 41 anni. Nel 2018 si sono verificati già 4 morti per morbillo nei primi quattro mesi dell’anno: un uomo di 41 anni a Sanremo e tre casi nella sola Catania, due giovani donne e un bambino di 10 mesi.
Se i vaccini “sono un fondamentale strumento di prevenzione sanitaria primaria”, come ha ribadito la Ministra Girllo, non è meglio assicurare prima una copertura di sicurezza su tutta Italia e solo dopo introdurre modifiche alla legge per ripensare l’obbligo, introducendo nuove modalità di informazione e persuasione?
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