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Attualità

Naufragio nel Mediterraneo: morti 3 bimbi, 100 dispersi. Porti chiusi alle Ong

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valeria bellagamba
Operazione di soccorso ai migranti, immagine di repertorio (LOUISA GOULIAMAKI/AFP/Getty Images)

Naufragio nel Mediterraneo: morti 3 bimbi, 100 dispersi. Strage di migranti. L’Italia chiude i porti alle Ong e l’Europa si volta dall’altra parte.

Ennesimo naufragio di migranti nel Mar Mediterraneo, ennesima strage di migranti, purtroppo anche di bambini piccoli. Un episodio che non vorremmo raccontarvi ma che dobbiamo. Un gommone ha fatto naufragio al largo delle coste libiche, a bordo c’erano 120 persone, anche dei neonati, solo in 16 si sono salvate e non sono bambini.

Naufragio nel Mediterraneo: dispersi 100 migranti, tra loro bambini e neonati

Mentre i leader dell’Unione europea litigano sull’immigrazione e concludono poco o niente, nel Mar Mediterraneo si continua a morire. È di oggi la notizia di un altro terribile naufragio, in cui sarebbero dispersi più di 100 migranti che viaggiavano su un gommone appena partito dalla Libia. Tra loro c’erano anche bambini e perfino neonati.

Il gommone è naufragato quasi subito dopo la partenza, a est di Tripoli, a pochi chilometri dalle coste della Libia. La notizia del naufragio è stata data all’Associated Press dalla guardia costiera libica che è intervenuta in soccorso dell’imbarcazione. Sono state salvate 16 persone e sono stati recuperati i corpicini di tre bambini: avevano meno di un anno.

(Photo credit should read MAHMUD TURKIA/AFP/Getty Images)

I superstiti hanno raccontato che a bordo del gommone c’erano altre 100 persone, 70 uomini e 30 donne. Tra i dispersi ci sarebbero almeno due neonati e tre bambini di età sotto i 12 anni. I migranti, di diverse nazionalità, provenivano da Yemen, Egitto, Sudan, Marocco, Ghana, Nigeria e Zambia.

I testimoni hanno riferito che sull’imbarcazione, piccola e vecchia, c’erano troppe persone e si è inabissata subito. Le persone sono scivolate all’indietro, cadendo in acqua. Il naufragio è avvenuto alle 4 del mattino. I superstiti sono rimasti in acqua almeno un’ora prima che arrivassero i soccorsi, un gommone della Guardia costiera libica del “settore di Tripoli, regione Al Hamidya”. Il salvataggio è avvenuto “a 6-7 miglia a nord-est di Gasr Garabulli” su segnalazione di pescatori. I superstiti al naufragio sono satti portati nella Base di Hamidya alle 13.00, informa una nota della Guardia Costiera libica.

(Photo credit should read MAHMUD TURKIA/AFP/Getty Images)

I sopravvissuti al naufragio, sono tutti di nazionalità africane, eccetto un uomo yemenita. I tre bambini recuperati cadavere, invece, erano uno di nazionalità egiziana e gli altri due marocchina, come ha riferito Avvenire.

Nel frattempo, altri barconi sono stati avvistati a est di Tripoli, con circa 345 persone a bordo.

Nel giorno di questo straziante naufragio, l’Italia decide di chiudere i suoi porti a tutte le Ong. “Porti chiusi per tutta l’estate alle navi delle Ong. Vedranno l’Italia solo in cartolina, e l’Italia non sarà sola a comportarsi così“, ha sentenziato il Ministro dell’Interno Matteo Salvini. Seguito a ruota dal Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Danilo Toninelli, che ha chiuso i porti italiani alla nave ong Astral. “In ragione della nota formale che mi giunge dal ministero dell’Interno – ha spiegato – e che adduce motivi di ordine pubblico, dispongo il divieto di attracco nei porti italiani per la nave Ong Astral, in piena ottemperanza dell’articolo 83 del Codice della Navigazione“. Praticamente Toninelli ha obbedito agli ordini di Salvini, forzando l’interpretazione della legge. Come ha affermato Riccardo Magi, deputato di +Europa e segretario di Radicali Italiani: “Non esistono motivi di ordine pubblico o di sicurezza della navigazione tali da motivare un divieto di transito o di sosta nei porti italiani delle imbarcazioni delle Ong.  Un provvedimento del genere sarebbe illegittimo e a tutti gli effetti un abuso d’ufficio“.

Toninelli inoltre si è rifiutato di ricevere gli attivisti che avevano lanciato una petizione, firmata da oltre 24mila persone, per lasciare i porti aperti a chi salva vite in mare. A Vittorio Longhi della noprofit Progressi che ha lanciato la petizione ha detto: “Il ministro finora si è rifiutato di riceverci per la consegna, sostenendo che la petizione non ha alcun senso vista la decisione del governo. Stupisce che sia proprio un ministro del movimento Cinque stelle a rifiutarsi di ascoltare la voce dei cittadini, espressa con una petizione attraverso la rete“.

Anche Malta ha annunciato la chiusura dei suoi porti ai migranti.

Intanto, l’Agenzia delle Nazioni Unite per la migrazione (Oim) ha contato dall’inizio dell’anno già 1000 morti nel Mediterraneo, oltre 650 solo sulla rotta tra Nordafrica e Italia.

Che dire unimamme? Non ci sono parole.

Vi ricordiamo il nostro articolo sugli abusi e le violenze contro le donne, anche incinte, nei centri di detenzione in Libia.

valeria bellagamba

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