Un gesto d’amore e di solidarietà incredibile quello fatto da una classe di Novi Ligure per proteggere lo studente malato di cancro.
Quando la loro professoressa di scienze, Monica Lupori, ha spiegato il concetto di immunità di gregge, i ragazzi del liceo Arnaldi di Novi Ligure non hanno avuto dubbi: per proteggere il loro compagno immunodepresso Simone Dispensa, a cui era stato diagnosticato un osteosarcoma (un tumore maligno all’osso che richiede terapie debilitanti), si sono vaccinati in massa.
«Per la verità, qualche ragazzo ha avuto inizialmente un po’ di perplessità – ha dichiarato la professoressa – anche sull’onda della campagna no-vax, ma è bastato che parlasse con il suo medico di base per capire l’importanza di immunizzarsi. Se prendiamo l’influenza noi, è un conto, se tocca a Simone, la situazione può essere devastante. La proposta è poi stata accolta da tutti con entusiasmo e i ragazzi si sono vaccinati in blocco».
Nessuna voglia di apparire nonostante il bellissimo gesto, però: i ragazzi si sono recati al centro vaccini senza tanto clamore. Nemmeno il preside del liceo Gianpaolo Bovone sapeva della loro decisione: «Ho scoperto solo quindici giorni dopo la vaccinazione collettiva, quanto avevano deciso di fare i ragazzi della quinta E: nessuno ha sicuramente cercato clamore».
Ma quando la notizia è trapelata, l’intera classe è stata premiata con un encomio del Consiglio regionale del Piemonte, consegnato dal presidente Nino Boeti.
Anche la signora Katia, la mamma di Simone, è rimasta incredula: «Quello dei suoi compagni di classe e dei suoi insegnati è stato un gesto di generosità e di responsabilità, non scontato in un momento storico in cui si fa tanta propaganda contro i vaccini. Gli alti e bassi ci sono sempre, ma il calore degli insegnanti e degli amici di Simone è un antidoto importante per sentirsi meno soli, quando la salita sembra troncare il respiro».
Considerando che da settembre per provare alle scuole che i bambini hanno fatto tutti i vaccini obbligatori basterà la sola autocertificazione, una storia come quella di Alessandro e dei suoi compagni di classe merita di essere raccontata. Non credete anche voi Unimamme?
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