Simona Ventura racconta istante per istante cos’è successo nella notte in cui il figlio ha ricevuto 11 coltellate fuori dalla discoteca Old Fashion.
Ha rivissuto momento per momento quel terribile rispevio del 1 luglio, Simona Ventura. Quella mattina, la conduttrice ha ricevuto una telefonata che non si sarebbe mai aspettata.
“Ne ho sempre avuto la consapevolezza, mai la certezza, ma credo che nella vita esista un punto di svolta… Un momento in cui capisci che un ponte è rotto, una strada è senza uscita e ti trovi davanti a un muro – ha raccontato Simona Ventura in un lungo post su Instagram – Io quel punto l’ho raggiunto la mattina del 1 luglio mentre ero in viaggio. È vero: queste sono telefonate che una mamma non vorrebbe e non dovrebbe mai ricevere! Io ne ho sempre avuto il terrore, un po’ perché ho vissuto dei drammi tra incidenti stradali dei miei amici e le lacrime dei loro genitori. Mi sono sempre detta che il dolore più grande e innaturale sia perdere un figlio”.
La Ventura ha raccontato i concitati momenti seguiti a quella chiamata: “La telefonata a Gero Carraro che si è precipitato al Niguarda, la corsa da Torino a Milano, l’abbraccio in ospedale con Nick e sapere dagli straordinari medici del trauma team (diretto dal prof. Osvaldo Pasqua) che mio figlio non era in pericolo di vita! Il pianto liberatorio, l’arrivo di Stefano Bettarini e Nicola Bettarini, la commozione di essere insieme a constatare un miracolo.
Il nostro Niccolò, nonostante le 11 coltellate, era sopravvissuto con la forza dei suoi 19 anni perché Dio gli ha messo una mano sulla testa, per il destino (tante troppe volte cinico e baro) era stato con lui generoso“.
“Non saprei dire, ora che so che è andato tutto bene, quali siano le mie emozioni… rabbia, odio, vendetta, gratitudine, felicità. Riesco solo a dire GRAZIE – conclude Simona Ventura – So solo che la signora Morte con la sua falce insanguinata ha dato uno schiaffo alla nostra famiglia, una famiglia allargata (con tutta le sue difficoltà) ma allegra e per bene e che da oggi ha trovato un nuovo ponticello, una nuova strada per restare unita e vivere la vita. Una nuova vita con nuovi colori!”.
E voi Unimamme potete capire cos’ha provato Simona quella notte, e ciò che prova oggi? Avete avuto esperienze simili?
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