60 bambini figli di immigrati a settembre non potranno iscriversi nelle scuole di Monfalcone.
Presso due istituti onnicomprensivi di Monfalcone, gli unici due della città, è stata attuata la linea dura nei confronti dei bambini figli di immigrati bengalesi che lavorano presso Fincantieri.
Gli istituti hanno deciso di espellere dalla scuola decine di bimbi immigrati a causa di una convenzione stipulata con il comune, leghista.
L’amministrazione ha deciso di fissare nelle classi un massimo del 45% di presenze di stranieri.
La decisione è stata molto criticata da Flc Cgl il partito democratico, che è all’opposizione.
Scopo del provvedimento dovrebbe essere quello di arrestare la fuga delle famiglie italiane dalle scuole di Monfalcone, a causa delle classi che, secondo la sindaca della città, sarebbero formate nel 99% da stranieri.
Sempre secondo la sindaca il problema risiederebbe nella scarsa conoscenza dell’italiano dei piccoli e nelle problematiche che presentano.
“In questo anno e mezzo abbiamo cercato di creare i presupposti per creare un equilibrio”.
Tramite il criterio adottato la donna stima di aver recuperato 40 famiglie italiane.
“Ho messo a disposizione i soldi per portarli nei comuni vicini ma la risposta è stato un silenzio assordante. Fincantieri, che causa una situazione di questo tipo, deve al territorio una responsabilità sociale d’impresa che non ha mai messo in campo. Dovrebbe essere imposto loro di realizzare una scuola materna aziendale” dichiara la sindaca.
Fincantieri è il cuore dell’economia della zona e, come dichiara su il Fatto, la capogruppo del Pd, Lucia Giurissa, “la presenza dei migranti non è nuova ed è sempre stata affrontata come una risorsa per l’intera città. “
A Monfalcone, città di 80 mila abitanti, si parlano più di 80 lingue.
“La Lega ha creato una discriminante tra bambini italofoni e non, ma i piccoli nati nel nostro Paese parlano la nostra stessa lingua. Dal momento che Cisint chiede l’intervento di Fincantieri, questi bambini sono considerati cittadini di serie ‘B’“.
Rimane il fatto che, come ricorda Cristiana Morsoli, consigliere comunale della lista civica La sinistra per Monfalcone, a settembre decine di bambini non potranno entrare a scuola.
Questo però ha un effetto a catena sulle sezioni già in essere perché così facendo non si riesce più formare il numero minimo per le classi.
“Credo che questa sia una cosa vergognosa. Se andiamo anche a vedere i bambini che sono rimasti fuori, hanno tutti nomi bengalesi. È stata fatta una scelta in base ad un criterio che non abbiamo capito. Questo è molto grave.”
La Morsoli risponde alle istanze della sindaca sottolineando che i bambini che non frequenteranno la scuola materna non potranno conoscere altri coetanei e iniziare a parlare l’italiano.
Infine sulla decisione di inviare i bambini in altri comuni: “la scuola materna è una scuola di prossimità e quindi di vicinato. Non mi sembra che gli altri comuni, giustamente, abbiano intenzione di accogliere questi bambini, ma soprattutto – visto che ci sono i posti – non si capisce perchè non possano frequentare le scuole materne a Monfalcone”.
Unimamme, voi cosa ne pensate di questa vicenda?
NOi vi lasciamo con un approfondimento sui bambini stranieri in Italia.
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