Se fossero stati ancora chiusi nella grotta di Tham Luang in Thailandia, i 12 bambini e il loro allenatore oggi sarebbero morti.
Stanno tutti bene i 12 ragazzi rimasti intrappolati per 18 giorni nella grotta di Tham Luang, in Thailandia. Ma oggi più che mai, i loro volti sorridenti profumano ancor di più di miracolo.
Già perché in queste ore la principale delle pompe che facevano uscire l’acqua dalla grotta ha ceduto e la grotta è stata completamente sommersa. Se le operazioni di salvataggio fossero state ulteriormente rimandate e i 12 bimbi con il loro allenatore fossero stati ancora in quella grotta, oggi sarebbero tutti morti.
E invece sono tutti nel padiglione di medicina interna dell’ospedale di Chiang Rai a “scontare” la loro quarantena con il costante supporto degli psicologi che li stanno aiutando a superare il trauma e lo stress subito durante l’attesa e soprattutto durante le operazioni di salvataggio, con terapie psicologiche focalizzate.
Una volta tornati a casa, tra almeno una settimana, i ragazzi non potranno avere contatti con l’esterno per circa 40 giorni. Dovranno riposarsi e riprendersi grazie all’amore delle loro famiglie e alla tranquillità che solo casa loro è in grado di infodergli. Poi potranno tornare a scuola, uscire e magari tornare a calciare un pallone.
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