Chloe Aylingha, la modella rapita a Milano lo scorso anno, racconta come è riuscita a convincere il suo rapitore a rilasciarla.
Chloe Aylingha voleva solo tornare a casa e riabbracciare il suo bambino di un anno. Era a lui che pensava quel giorno, l’11 luglio 2017, quando due uomini incontrati a Milano l’hanno drogata, rinchiusa in una valigia e trasportata in una baita a Lemie, in provincia di Torino. Era a lui che pensava quando ha scoperto che i due uomini, i fratelli polacchi Lukasz Pawel Herba e Michal Konrad Herba, avevano intenzione di venderla come schiava del sesso nel «dark web» se la famiglia non avesse pagato un riscatto di 300 mila euro.
«Non avevo dubbi che stesse dicendo la verità, perché rispondeva in modo preciso alle mie domande. Ho pensato che non avrei mai più rivisto il mio bambino» ha raccontato la modella alla BBC.
Legata mani e piedi, Chloe ha cominciato a parlare del suo bambino a uno dei rapitori, Lukasz, che intenerito dalla disperazione della giovane mamma e ammaliato dalla sua bellezza, ha cominciato a innamorarsene. «Ho pensato: questa è la mia occasione per scappare – ha raccontato Chloe – Gli ho fatto capire che c’era la possibilità che tra noi due nascesse qualcosa, in futuro. Lui era molto eccitato dalla prospettiva, non vedeva l’ora e da quel momento non parlava più d’altro. Allora ho capito che dovevo proseguire su questa strada. Dovevo fare tutto quello che potevo per farlo innamorare di me e per farlo contento».
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Una strategia che si è rivelata poi vincente, dato che Chloe è riuscita a farsi rilasciare, ma che ha anche confuso l’opinione pubblica. Tanto che c’è chi sostiene che Chloe e Lukasz abbiano architettato insieme il rapimento per ottenere il riscatto. Un testimone ha giurato in tribunale di averli visti ridere e scherzare amabilmente insieme al bar, poco prima del rilascio avvenuto al consolato inglese. Cosa che Chloe non ha mai negato: «Perché avrei dovuto avere un atteggiamento distante con l’uomo che stava cominciando a provare dei sentimenti per me, ed era proprio quello che mi serviva per essere liberata?».
E mentre Lukasz Pawel Herba comincia a scontare i 16 anni e 9 mesi di carcere, Chloe riabbraccia il suo bambino, incurante delle malelingue.
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