Neonata senza sistema immunitario costretta a vivere in una bolla. La storia della piccola Ariella Andrews.
La piccola Arriella Andrews è una dolcissima bambina di 6 mesi che sta combattendo contro una malattia grave e ha bisogno di aiuto. Ecco la sua storia.
I giornali inglesi l’hanno soprannominata “Bubble baby“, la bambina bolla, perché a causa di una malattia rara che ha colpito il suo sistema immunitario è costretta a vivere in ospedale, in isolamento, lontana da tutto e da tutti perché anche una banalissima malattia potrebbe ucciderla.
Lei si chiama Arriella Andrews ed è nata il 7 gennaio 2018 in Inghilterra, nel Nottinghamshire. Alla nascita la neonata era in salute, pesava circa 3,2 kg e non dava alcun segno di problema. È stato poco, tuttavia, che le sue condizioni hanno iniziato a peggiorare.
I medici hanno scoperto che la piccola soffre di Immunodeficienza combinata grave (SCID), una malattia genetica molto rara che di fatto la priva del sistema immunitario. Ariella è così totalmente esposta a qualunque forma di infezione, anche molto blanda, che potrebbe ucciderla.
Perfino il bacio di sua mamma, una giovane donna di 27 anni Cassidy-Loren Adrews, potrebbe ucciderla.
Poco dopo la nascita la piccola Arriella è stata messa in isolamento in una stanza sterile, per essere protetta dalle infezioni che avrebbero potuto ucciderla all’istante. Nemmeno la madre è potuta starle accanto, tanto meno ha potuto toccarla o accarezzarla. Nello stesso momento la neonata veniva trattata con una cura di antibiotici.
Solo dopo alcuni giorni mamma Cassidy è potuta entrare nella stanza per stare vicino alla figlia e accarezzarla, ma soltanto indossando i guanti, la mascherina e il camice, pr proteggere la bambina anche dal più piccolo dei germi che avrebbe potuto ucciderla. Perfino un bacio della mamma avrebbe potuto esserle fatale.
La bambina ha trascorso più di un mese nella stanza sterile sigillata, combattendo come una piccola guerriera contro le infezioni che avevano aggredito il suo corpicino fragile. La piccola aveva contratto diverse infezioni respiratorie, tra cui la polmonite e l’haemophilus.
Arriella ha lottato con le tutte le sue forze e ha superato la fase acuta. Appena le sue condizioni sono migliorate, la bambina è stata trasferita all’ospedale Great Ormond Street di Londra, lo stesso dove un anno fa fu ricoverato anche Charlie Gard, il bambino di poco più di un anno che purtroppo ha avuto un’altra sorte. Arriella, invece, può guarire dalla sua condizione se trova un donatore di midollo osseo compatibile.
Quando è stata ricoverata a Londra, Arriella è stata posta dentro ad una particolare incubatrice in plastica e con un vetro nella parte superiore. Pere questa situazione di isolamento, la madre ha soprannominato Arriella: la bambina nella casa di vetro.
La famiglia di Arriella ha vissuto un periodo difficile, dentro a fuori dall’ospedale, in apprensione per la bambina. Ora, la bambina sta un po’ meglio, ma per poter essere curata dalla malattia e vivere come tutti gli altri bambini, ha bisogno di un trapianto del midollo osseo.
La condizione della piccola Arriella, isolata da tutto e da tutti, è stata efficacemente descritta nel film del 2001 “Bubble Boy“, con Jake Gyllenhaal, in cui si racconta la storia di un ragazzo malato di Immunodeficienza combinata grave, dunque senza sistema immunitario, e costretto a vivere dentro una bolla di plastica per difendersi dalle malattie. Un film che la mamma di Arriella aveva visto e che le venne in mente subito quando i medici le comunicarono la diagnosi della malattia della figlia.
Mamma Cassidy ha lasciato la famiglia e la casa di Nottingham per stare accanto alla figlia in ospedale a Londra. Sono momenti stati molto duri, soprattutto quando la bambina è rimasta in isolamento, collegata a tubi e macchinari. “La cosa peggiore che abbia mai visto”, ha detto la giovane donna. “È l’incubo di ogni genitore vedere il proprio figlio in ospedale”.
Una situazione molto frustrante, soprattutto nell’attesa di un donatore di midollo osseo che sia compatibile. La madre e il padre della bambina si sono sottoposti ai test del sangue per la donazione del midollo alla figlia. Per questo motivo la giovane mamma ha voluto rendere pubblica la storia della figlia, sensibilizzando le persone a donare il midollo osseo, per salvare altre vite.
Nonostante la grave e rara malattia la piccola Arriella è una tenace guerriera, che sta affrontando con forza il lungo e difficile ricovero in ospedale senza mai perdere il bellissimo sorriso. La bimba si sta comportando benissimo, nonostante tutto quello che ha dovuto passare, è vivace e allegra. Sua mamma è molto orgogliosa di lei.
Proprio il carattere allegro e vivace della bambina dà alla mamma la forza di andare avanti.
Per aiutare Arriella e la sua famiglia, visto che mamma Cassidy ha dovuto lasciare il lavoro per assistere la figlia, i colleghi della donna, che è infermiera, hanno lanciato una raccolta fondi sulla piattaforma di crowdfunding JustGiving.
Questa storia è stata raccontata dal Daily Mail Online.
Che dire unimamme? Speriamo che la piccola possa sottoporsi a trapianto.
Intanto vi ricordiamo che è proprio per i bambini come Arriella, privi di sistema immunitario e fragilissimi, che bisogna vaccinarsi e vaccinare i propri figli sani.
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