Le differenze tra bambine e bambini nelle attività motorie dipendono dall’educazione. Alle bambine non viene insegnato propriamente come muoversi.
Quando i bambini maschi sono impacciati nell’attività fisica o negli sport vengono spesso accusati di essere delle “femminucce“: “lanci come una femmina“, “giochi come una femmina“, sono gli epiteti rivolti con intento offensivo. Insulti a doppio senso, verso i destinatari e verso le bambine e donne in generale identificate con lo stereotipo della persona incapace o inabile.
Per cambiare questa mentalità discriminatoria occorrerà un lungo processo culturale, che passa dall’educazione dei bambini a scuola. Tuttavia, prima, di questa rivoluzione si può intervenire sul lato pratico, ovvero quello di eliminare le differenze tra bambini e bambine nelle attività motorie.
È quello che sta provando a fare l’Università del Michigan, con corsi di educazione motoria per bambini in età prescolare. Secondo i ricercatori dell’università, infatti, le diverse abilità motorie tra maschi e femmine non dipendono tanto da una ridotta capacità di queste ultime, ma da una insufficiente educazione fisica per le bambine. Un approccio interessante, ecco di cosa si tratta e come funziona.
Quando bambini e bambine vengono discriminati in base alle loro abilità nelle attività motorie, alla base c’è un problema di educazione e di disparità di trattamento. Si tende infatti a dedicare maggior tempo e attenzione all’educazione fisica dei maschi, a farli correre, giocare all’aria aperta, mentre di trascurano le bambine. Per questo motivo risultano meno abili. Questo è quello che sostengono i ricercatori dell’Università del Michigan.
Certo tra maschi e femmine esistono delle differenze nelle abilità fisiche, quanto a potenza e forza, ma, almeno secondo gli studiosi, non nelle abilità e nella scioltezza. Insomma, non è affatto vero il pregiudizio sessista che le donne siano imbranate rispetto agli uomini, e questo vale anche tra bambini, anzi cominciando proprio da loro.
I ricercatori dell’Università del Michigan sostengono che a molti bambini, soprattutto alle bambine, non vengano insegnate le abilità motorie di base, come lanciare, correre e saltare.
Per correggere questa carenza educativa, Leah Robinson, professore associato ala University of Michigan School of Kinesiology, e i suoi colleghi hanno sviluppato un programma di educazione motoria per aumentare l’attività fisica e le competenze motorie nei bambini in età prescolare, lasciando scegliere a loro tra le diverse attività. Uno studio di fattibilità del progetto ha dato loro ragione.
Nell’esecuzione delle attività, i bambini si spostano tra le stazioni di attività per apprendere il cuore delle abilità motorie. Contrariamente ai programmi tradizionali di educazione fisica, i bambini possono scegliere la loro attività e il livello di difficoltà.
Il programma elaborato dalla professoressa Robinson è stato chiamato con l’acronimo CHAMP, che sta per Children’s Health Activity Motor Program, ovvero “programma di attività motoria per la salute dei bambini”.
Lo studio dell’Università del Michigan ha messo a confronto l’attività fisica di 72 bambini in età prescolare che erano stati inseriti sia nel programma tradizionale che nel CHAMP. I ricercatori hanno scoperto che con il programma CHAMP i bambini e le bambine trascorrevano all’incirca due minuti in più al giorno a camminare o a fare attività fisica da moderata a forte rispetto ai bambini impegnati con il programma tradizionale, e due minuti in meno a ciondolare. Inoltre i bambini impegnati nel programma CHAMP dedicavano più tempo alla pratica delle abilità e meno alla gestione e all’apprendimento.
Comunque, in entrambi i programmi di educazione motoria, i ragazzi spendevano ancora due minuti in meno ciondolare e altri de minuti in più in attività fisiche intensive, rispetto alle ragazze. Due minuti possono sembrare poco, ma lungo tutto un anno scolastico fanno la differenza.
I ricercatori non erano sicuri del perché i bambini nel programma CHAMP facessero più attività fisica delle bambine, secondo la professoressa Robinson la spiegazione è che è stata trascurata l’attenzione sulle abilità motorie di base. Questa situazione può portare ad una mancanza di competenza e di fiducia nelle capacità delle bambine di eseguire queste abilità, e potrebbe essere una ragione per la quale fanno meno attività fisica rispetto ai ragazzi.
La professoressa ha spiegato che si tratta di movimenti di base come il dribbling, la corsa, il salto con la corda, il saltello e il salto. “Molte persone pensano che queste abilità si sviluppino naturalmente, ma devono essere insegnate e rafforzate in modo proattivo“, ha spiegato.
Le scuole insegnano ancora queste competenze fondamentali, ma i programmi di educazione fisica si stanno riducendo e soprattutto non sono per nulla presenti nella scuola d’infanzia, ha detto la professoressa. Invece, lo sviluppo di queste capacità motorie fondamentali contribuisce ad uno stile di vita sano e aiuta l’attività fisica.
La professoressa Robinson si è concentrata soprattutto sui bambini in età prescolare, dai 3 ai 5 anni, perché solo la metà di loro viene impegnata nelle tre ore raccomandate di esercizio fisico al giorno e sono i ragazzi a soddisfare maggiormente questo obiettivo, rispetto alle ragazze. “Gli obiettivi di attività fisica raramente vengono raggiunti per questa fascia di età, inoltre i dati mostrano un aumento dell’obesità.
Se alle bambine vengono insegnate precocemente le abilità motorie di base, maggiori sono le possibilità di colmare il divario tra i sessi.
Nello studio, ogni bambino ha partecipato a un programma di attività motoria di 30 minuti due volte alla settimana, per nove settimane. Le sessioni CHAMP si basano sul principio che i bambini imparano le abilità motorie meglio se possono decidere come partecipare. I bambini in età prescolare scelgono tra diverse stazioni di abilità e diversi livelli di difficoltà. Il programma tradizionale ha contenuti identici, ma ai bambini non viene data alcuna scelta.
Dare libertà di scelta a bambini così piccoli può creare confusione all’inizio, e molti insegnanti hanno sollevato qualche perplessità, ma alla fine, introducendo le varie attività gradualmente e per brevi periodi, i bambini riescono a capire in un paio di settimane.
Il programma di educazione motoria verrà sottoposto a studi di approfondimento, che ne esamineranno gli effetti a lungo termine anche su altri fattori come l’autoregolazione, l’autonomia, la memoria, l’attenzione e altri comportamenti scolastici.
In un altro studio, i ricercatori hanno scoperto che i bambini CHAMP hanno ottenuto punteggi più alti nei compiti di attenzione, rispetto agli altri bambini, anche nell’attività fisica hanno ottenuto prestazioni migliori.
Tutti benefici che portano miglioramenti cognitivi e in termini di salute, hanno sottolineato i ricercatori. “Attraverso il movimento possiamo migliorare i risultati che sono fondamentali per l’ambiente di apprendimento e la salute dei bambini, ma è importante sapere se questi risultati sono sostenibili nel tempo“, ha spiegato la professoressa Robinson.
Lo studio, “L’effetto di CHAMP sull’attività fisica e il contesto delle lezioni in età prescolare: uno studio di fattibilità“, è stato pubblicato sulla rivista Research Quarterly for Exercise and Sport ed è stato illustrato su Michigan News.
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