Una mamma che ha perso il figlio racconta il suo impegno per prevenire l’annegamento dei bambini: lei si chiama Nicole Hughes.
“Non dovevamo lasciare le nostre vacanze al mare prima del previsto per programmare il funerale di nostro figlio di 3 anni. E, nonostante questo, nel corso di una settimana, abbiamo guidato fino alla spiaggia e siamo tornati senza di lui, dobbiamo partecipare a un funerale.
Sapete che affogare è la causa principale di morte tra bambini tra 1 e 4 anni e la seconda per bambini tra 1 e 14 anni? Sapete che il 69% dei bambini che affogano non dovrebbero nuotare eppure vengono ritrovati in acqua? Sapete che un bambino può affogare in meno di un minuto?
Sfortunatamente io lo so molto bene. Il 10 giugno del 2018 mio figlio di 3 anni, Levi, è affogato mentre eravamo in vacanza a Fort Morgan in Alabama.
C’è un fraintendimento per cui si affoga solo quando si nuota. Ma si annega anche a pochi metri di distanza da una piscina, al piano di sopra, mentre mangi dei Cheetos, mentre indossi la tua shirt giallo neon da caccia al granchio, mentre lasci il fianco della mamma mentre tu di solito sia attaccato col Velcro a lei.
Affogare non è fare schizzi e gridare, è silenzioso e richiede secondi. Ho sempre preso la sicurezza in acqua seriamente. In tutte le immagini dell’ultimo giorno di mio figlio lui indossa un giubbotto di salvataggio.
Mentre fa volare un aquilone con suo papà? Giubbotto di salvataggio.
Mentre mangia M&M su una sedia sulla spiaggia? Giubbotto di salvataggio.
Come avrei potuto immaginare che l’incubo peggiore di un genitore sarebbe diventata la mia realtà? E’ accaduto in fretta. Non so come Levi si sia allontanato da noi mentre stavamo pulendo per la cena e cosa l’abbia attirato fuori, da solo.
Sono stata io a trovarlo, a faccia in giù, sul fondo. Solo pochi istanti prima di questa orribile scoperta, avevo diviso un brownie con lui. Avevo ancora l’altra metà del brownie in bocca quando mi sono buttata in piscina per afferrare mio figlio. Momenti, secondi.
C’erano sei medici nel nostro viaggio, incluso mio marito. Se Levi avesse potuto essere salvato dalla disperazione, dall’abilità, dall’amore ora sarebbe ancora qui.
E ancora come ho fatto a non capire che un bambino può affogare velocemente? Hanno iniziato subito la rianimazione cardio polmonare, l’hanno persino intubato prima dell’arrivo dell’ambulanza. Ma Levi non poteva essere salvato, nemmeno con questo pronto intervento.
Nei giorni successivi alla morte di Levi, quando siamo stati costretti ad andare zoppicando avanti senza il nostro piccino, ho iniziato a fare delle ricerche.
Sono (ero?) al terzo viaggio nel fare da genitore a un bambino tra 1 e 4 anni. Perché non sapevo che affogare è la prima causa di morte? Certo, sapevo che affogare era un potenziale pericolo. Abbiamo utilizzato giubbotti di salvataggio, lezioni di nuoto, supervisione durante il nuoto. Ma perché non sapevo del pericolo di affogare mentre non si sta nuotando? Perché non sapevo che ci voleva meno di un minuto?
Perché il mio cervello da mamma è pieno di dibattiti interni sul tempo davanti allo schermo, frutta organica, crema solare senza oxibenzone? Taglio ancora l’uva a mia figlia di 9 anni. Compro ancora latte DHA. Mi preoccupo che le ore che i miei figli trascorrono guardando Youtube gli impediranno di essere adulti funzionali.
Questi sono gli argomenti spinti nella mia direzione, le preoccupazioni che ho afferrato mentre navigavo la genitorialità.
Bene, la sfortunata ironia qui è che avevo strappato l’Iphone a mio figlio non molto prima che se ne andasse. Vorrei essermi preoccupata meno del tempo davanti allo schermo quella sera.
Più ricerco più mi arrabbio. Devo e ho dovuto cercare. Perché le discussioni sull’affogare avvengono quasi in un secondo tempo? Rumore di sottofondo? Questa è una causa principale di morte ed è al 100% prevenibile.
Sì, ci sono storie ma diventiamo sordi a quei “non dimenticatevi di sorvegliare i vostri figli mentre nuotano”, articoli basati sui fatti che vengono rigurgitati ogni anno e lo sbiadito “nessun bagnino in servizio” attaccato al muro della piscina.
La dura realtà è che la morte di Levi pesa su di me. Queste sono le parole più dure che abbia mai dovuto ammettere, ma la verità è che ho deluso mio figlio, ho fallito nel tenerlo al sicuro. Sì, questo incidente è accaduto nel giro di istanti. Ma il fatto è che dovrò vivere il resto della mia vita con la consapevolezza che la morte di Levi poteva essere evitata. Non sto cercando di scaricare la colpa su altri. Ma vi assicuro che avrei voluto conoscere queste statistiche prima del 10 giugno.
Nell’ultimo mese ho carburato la mia colpa e rabbia in azione. Basandomi sulle ricerche sull’annegamento ho fondato una no profit chiamata: Eredità di Levi. La mia missione è di sradicare completamente l’annegamento. Potete leggere di più sulla mia missione a levislegacy.com.
Quindi eccomi qui, una mamma in lutto che deve affrontare un futuro che non avrebbe mai immaginato. Stare a letto non lo riporterà indietro (oh se lo potesse). Non voglio questo ruolo di avvocato dell’acqua sicura. Voglio 30 secondi del 10 giugno. Ma sono determinata a condividere questi fatti che ho appreso in modo così disperato. Il messaggio di Levi è stato già diffuso e ora è il momento di affrontare il passo successivo ed è uno grande.
American Academy of Pediatrics chiedo il tuo aiuto. Abbiamo bisogno di te. Dico questo da persona sposata con un medico e che rispetta il proprio pediatra. Migliaia di persone mi hanno raggiunta condividendo lo stesso messaggio: “non ne avevo idea, non sapevo queste cose sull’annegamento”.
So quanto un pediatra debba coprire duranta una visita, costruire una relazione, rispondere alle domande, preparare le tappe fondamentali, guardare dentro le orecchie di un bambino che si agita. I pediatri hanno migliaia di argomenti che devono essere conosciuti e condivisi coi genitori. Inoltre American Academy of Pediatrics, in America tu giochi un ruolo privilegiato nel porre le priorità ed equipaggiare i pediatri con con le risorse necessarie per informare i genitori ed eliminare tragedie prevenibili.
I genitori di bambini piccoli, specialmente tra 1 e 4 anni necessitano un opuscolo con le statistiche sull’annegamento. Nel questionario che chiede se mio figlio riesce a tenere in mano un pastello, se saltella su un piede solo, dorme di notte, ci vuole una sezione sull’acqua in sicurezza.
American Academy of Pediatrics hai la piattaforma e il potere di raggiungere milioni di persone, per favore, partecipa alla causa.
Lo AAP ha un sito per genitori (healtychildren.org), l’11 giugno 2018, nel mezzo dell’estate sapete quanto volte annegamento è stato mostrato sulla home page? Zero. Quando ho cercato annegamento ho trovato una lista di 17 argomenti con articoli dal 2017 al 2014 in cima. Questi articoli contengono informazioni che sono così noiose che nessuno le leggerà. (Assumendo che le cerchi). Includono informazioni su come dire che tuo figlio sta annegando come: occhi chiusi, non usa le gambe, come se stesse scalando una scala invisibile. Non solo è uno spreco di parole (un genitore affronta davvero questa lista prima di salvare il proprio figlio?) ma rinforza nelle persone l’incorretta supposizione che annegare voglia dire fare schizzi e gridare.
Un bimbo di 3 anni può annegare in meno di un minuto, in silenzio e senza lottare. L’articolo manca di menzionare quanto spesso (la maggior parte delle volte) l’annegamento si verifichi quando non si nuota.
Io sono come ogni altra mamma che frigna e fa del suo meglio, che dipende nel suo essere genitore dai pediatri e dagli articoli sulla genitorialità. In qualche altro modo potrei sapere cosa fare? L’annegamento deve essere affrontato con la stessa preoccupazione con cui si mette un neonato a dormire di schiena, le vaccinazioni e guidare in sicurezza. Annegare è altrettanto letale e prevenibile.
Affogare è una causa principale di morte nei bambini, deve essere trattato come tale. Possiamo cominciare a parlarne?
Voglio essere chiara e dire che centinaia di pediatri e altri medici professionisti mi hanno contattato dopo la storia di Levi. Sono incoraggiata, umile, toccata da quante persone influenti si stanno prodigando per l’acqua sicura e vogliono continuare ad essere parte di questa soluzione. Grazie. Spero di ricevere lo stesso rispetto dall’America Academy of Pediatrics.
Ero solita essere il genitore che era solita leggere una storia di questo tipo e che cominciava subito a dare una scorsa cercando un appiglio, un dettaglio che facesse sì che non diventasse la mia. Ma come è risultato, la tragedia non gioca pulito. Mio figlio non c’è più, nonostante questo noi stiamo scegliendo di vivere una vita di scopo nel mezzo di una grandissima disperazione.
Abbiamo due figlie, le sorelle maggiori di Levi, che lui adorava e che non possiamo perdere. Il dolore è inimmaginabile, ma ogni secondo è una scelta. Sto scegliendo di respirare, di sostenere questa causa. Il dolore e l’oscurità minacciano di soffocarmi, ma quando scelgo di rivolgermi alla luce, vedo gentilezza. Le persone stanno ascoltando il messaggio di Levi, chiedendo perché non conoscessero la verità sull’annegamento, mettendosi in azione.
Abbiamo l’opportunità di cambiare il futuro, di salvare figli e figlie, nipoti. Fidatevi, non mi sono mai immaginata nel ruolo della sostenitrice della sicurezza in acqua finché sono stata spinta dal mio dolore. L’annegamento è la prima causa di morte ed è al 100% prevenibile. Possiamo fare meglio, possiamo riparare questo per i nostri bambini.”
La mamma di Levi ha creato anche una tessera da indossare per gli adulti che vogliono incaricarsi di sorvegliare una piscina. La pagina Facebook si chiama Waters Guardians.
Infine ecco alcuni accorgimenti per evitare tragedie come quella capitata a questa famiglia:
Unimamme, voi cosa ne pensate di questa testimonianza raccolta da The Stir?
Noi vi lasciamo con la storia di una mamma condannata per l’annegamento del figlio.
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