“Mio figlio David, che il 24 settembre compirà 13 anni, vuole giocare a livello professionistico – ha raccontato la cantante a Vanity Fair – Ho fatto di tutto per trovargli le migliori scuole di calcio con i migliori allenatori, ma l’America in questo campo è piuttosto arretrata rispetto al resto del mondo. Vedevo la sua frustrazione, e poi mi sembrava anche il momento giusto. Sentivo che avevamo bisogno di un cambiamento e volevo andare via per un po’. Come sa, questo non è il momento migliore per l’America”.
“Mi sono detta: vediamo un po’ se per un anno riesco a vivere da un’altra parte e a portare i miei quattro figli in un ambiente diverso, perché penso sia importante farli crescere a contatto con culture differenti – ha rivelato Madonna – La scelta era fra la Juventus Academy a Torino, il Barcellona e il Benfica o lo Sporting a Lisbona. Ci sono andata e ho cercato di immaginarmi come fosse abitare in queste città. Certo, Barcellona è una città fantastica, e anche Torino mi piace, ma non mi sembra adatta ai bambini. Va bene per gli intellettuali, con tutti quei bellissimi musei e quei palazzi imponenti, ma non credo che i ragazzi si sarebbero divertiti. Devo pensare a tutti, non posso tenere conto soltanto di David. Così sono andata a Lisbona e nel complesso mi è sembrata la scelta migliore”.
Certo, essere mamma di un calciatore non è cosa facile (soprattutto se sei Madonna, naturalmente): “Qualsiasi donna che si dedichi a tempo pieno ai figli, che vada e venga dai campi di calcio, le risponderebbe che intanto una vita non ce l’ha perché le cose cambiano di settimana in settimana e le partite di fine settimana in fine settimana: a volte sono in città, a volte no, e fino al giovedì sera non si sa se saranno di sabato o domenica, se a mezzogiorno o magari più tardi. È impossibile organizzarsi e poi hai come la sensazione di essere ingiusta nei confronti degli altri figli, per non dire di te stessa!”
Per fortuna, i fratellini di David sono decisamente abituati ai cambiamenti: “La cosa più sorprendente è la loro capacità di superare ogni ostacolo, immergersi in qualsiasi cosa, nella musica, nel ballo, nel pallone e negli sport in generale, attività che li portano a stretto contatto con gli altri e rendono l’adattamento più facile. (…) I ragazzi hanno imparato a parlare portoghese stando in mezzo agli altri, non sedendosi in un banco di scuola con una lavagna davanti, per capirci. In questo modo imparare è divertente, è interattivo. Soprattutto per Stella ed Esther, che hanno passato quattro anni in orfanotrofio; sono così felici di stare con gli altri, di rendersi utili, di fare parte di un gruppo, piccolo o grande che sia, di essere delle leader. Sono estremamente forti e piene di vita e di gioia. (…) Sono due bambine molto aperte e a causa del mio lavoro e dei continui viaggi per il mondo, delle cose che faccio e dei posti in cui mi ritrovo”.
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Madonna è estremamente orgogliosa dei suoi ragazzi, e desidera il meglio per loro: “Tutti i miei figli hanno la mente molto aperta e io ne sono molto orgogliosa. C’è gente che mi dice: di certo vuoi che tuo figlio diventi un calciatore di successo, la maggiore (Lourdes, nda) una ballerina, Rocco un pittore. E io rispondo sempre di no, quello che voglio per i miei figli è che diventino esseri umani responsabili, capaci di amare e di provare compassione. Nient’altro. Non mi importa quale via seguano, voglio solo che siano dei bravi esseri umani che trattano tutti gli altri con dignità e rispetto a prescindere dal colore della pelle, dalla religione e dal genere sessuale. Questa è la cosa più importante, mi spiego? Se poi dovessero diventare il prossimo Picasso o Cristiano Ronaldo, benissimo, sarebbe solo la ciliegina sulla torta”.
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