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Salute e benessere bambini

Tumore alle ovaie: come prevenirlo e riconoscerlo

Published by
valeria bellagamba
Tumore alle ovaie (iStock)

Tumore alle ovaie: tutto quello che c’è da sapere su come prevenirlo, riconoscerlo e curarlo.

Il tumore alle ovaie è una patologia molto seria, che non va sottovalutata e per la quale la prevenzione è fondamentale, perché quando si scopre il tumore può essere troppo tardi. Scopriamo insieme cos’è il tumore alle ovaie capire i primi sintomi del tumore alle ovaie e come intervenire.

Tumore alle ovaie: cos’è e come prevenirlo

Il tumore dell’ovaio è un problema di salute molto serio, ma poco conosciuto. Ogni anno colpisce circa 4.500 donne e purtroppo ha un elevato tasso di mortalità. Si rischia di scoprirlo quando è troppo tardi e c’è poco da fare. Questo tumore, infatti, ha pochi sintomi, aspecifici. Per questa ragione, il tumore delle ovaie viene diagnosticato nell’80% dei casi quando è già in fase avanzata.

Per questi motivi, non si devono trascurare le visite ginecologiche ed è importante farsi visitare subito dal medico in presenza di sintomi nuovi o insoliti. Il ginecologo effettuerà tutta una serie di esami, tra cui il principale è l’ecografia transvaginale, che permette di individuare il tumore.

Anche se si tratta di un tumore difficile da prevenire, una parte delle donne che ne sono affette presentano mutazioni genetiche attinenti ai meccanismi di riparazione del Dna. I geni coinvolti sono il BRCA 1 e 2. Le donne che presentano queste mutazioni hanno un rischio molto elevato di sviluppare il tumore dell’ovaio o della mammella. Per questo è importante che le pazienti affette da tumore dell’ovaio cerchino la presenza della mutazione. Perché la sua identificazione consente ai familiari delle pazienti colpite dal cancro di identificare casi precoci del tumore che possono essere sottoposti ad un trattamento preventivo.

Quando si è scoperto di avere il tumore delle ovaie, il primo trattamento terapeutico è l’intervento chirurgico per rimuoverlo. Si tratta di un trattamento molto complesso che va eseguito da un chirurgo ginecologo oncologo esperto. L’intervento chirurgico permette di rimuovere gran parte del tumore.

Dopo l’intervento chirurgico arriva la seconda farse della terapia, che consiste nella somministrazione di chemioterapia.

Purtroppo una parte delle pazienti anche dopo questi interventi terapeutici il tumore può tornare con una recidiva. In questo caso sono necessari nuovi trattamenti medici e chirurgici. Grazie all’evoluzione della medicina, tuttavia, molti casi di recidiva sono stati bloccati con i nuovi farmaci. Nel frattempo, la ricerca scientifica va avanti e fa passi da gigante, per esempio con i nuovi farmaci molecolari. Le ricerche, inoltre, si stanno evolvendo per andare sempre più verso terapie personalizzate, grazie alla caratterizzazione biomolecolare. Come ha spiegato Sandro Pignata, medico oncologo.

Cos’è il tumore alle ovaie

Le ovaie sono due piccoli organi che misurano circa 3 centimetri, con dimensione che varia all’età, situati una a destra e una a sinistra all’utero a cui sono uniti dalle tube. Le ovaie producono gli ormoni sessuali femminili e gli ovociti, le cellule riproduttive della donna.

Ogni mese, quando la donna è fertile e non è in stato di gravidanza, le ovaie producono un ovocita che si muove verso l’utero per essere fecondato.

Il cancro all’ovaio è causato dalla proliferazione incontrollata delle cellule dell’organo, il più delle viene dalle cellule epiteliali, quelle che quelle che non producono gli ovuli, ma anche le cellule germinali possono però sviluppare una forma tumorale.

Le ovaie possono essere affette da tumori benigni, come le cisti ovariche, che si trattano con farmaci e intervento chirurgico quando sono di grande dimensione.

I tumori maligni dell’ovaio sono di tre tipi:

  • I tumori epiteliali rappresentano più del 90% delle neoplasie ovariche maligne. Provengono dalle cellule epiteliali che rivestono superficialmente le ovaie.
  • I tumori germinali sono più rari, il 5% circa di tutte le neoplasie ovariche maligne. Originano dalle cellule germinali, quelle che danno origine agli ovuli e sono tumori che si manifestano quasi esclusivamente nell’infanzia e nell’adolescenza. A differenza degli altri tumori maligni, producono marcatori tumorali riscontrabili nel sangue (come l’alfaproteina o la gonadotropina corionica), diversi da quelli prodotti dai tumori di origine epiteliale.
  • I tumori stromali si chiamano così, perché provengono  dallo stroma gonadico, tessuto di sostegno dell’ovaio. Appartengono ad un gruppo facilmente diagnosticabile, poiché oltre alla sintomatologia comune a tutti i tumori ovarici provocano effetti ormonali, legati a una eccessiva produzione di ormoni sia femminili sia maschili. Rappresentano circa il 4% delle neoplasie ovariche maligne e sono caratterizzati da una bassa malignità.

Un’altra recente classificazione, detta di Kurman, distingue il tumore alle ovaie in due gruppi: tipo I e II.

  • I tumori di tipo I insorgono da cellule ben differenziate, come i tumori borderline (cioè di confine tra malignità e benignità); alcuni di questi possono essere a lenta crescita (carcinomi sierosi di basso grado). Sono correlati con un certo tipo di mutazioni a carico di specifici geni (tra cui KRAS, BRAF, PTEN e b-catenina).
  • I tumori di tipo II, invece, sono tumori di alto grado, molto aggressivi, che insorgono direttamente dal tessuto epiteliale dell’ovaio, senza passare da una fase precancerosa. Questi tumori sono molto instabili dal punto di vista genetico e mostrano mutazioni del gene P53. I tumori ereditari legati ai geni BRCA1 e BRCA2 sono di tipo II.

Sintomi ed evoluzione

Il tumore alle ovaie è molto difficile da diagnosticare in tempo perché non dà segni, né sintomi particolari, se non quando ha raggiunto dimensioni importanti

Quando la neoplasia è ancora agli stadi iniziali, ovvero è localizzata ad un ovaio o entrambi, le cure tempestive danno risultati soddisfacenti. Se la malattia è presa negli stadi iniziali, la sopravvivenza a cinque anni è dell’85%; mentre negli stadi avanzati scende drasticamente al 25%.

I sintomi del tumore alle ovaie, come abbiamo detto, non sono evidenti. Nelle fasi iniziali sono quasi assenti. Comunque, i segnali di cui le donne devono tenere conto e che possono essere indice di un cancro dell’ovaio sono i seguenti:

  • addome gonfio
  • aerofagia
  • necessità di urinare spesso

Come vediamo sono sintomi molto generici, che possono essere indice anche di qualche altro disturbo non grave come il tumore all’ovaio e che pertanto possono essere sottovalutati. Vanno tuttavia presi in considerazione se si presentano tutti insieme all’improvviso o rapidamente uno dietro l’altro. Spiegano gli esperti.

Un altro sintomo può essere la sensazione di sazietà a stomaco vuoto.

In presenza di questi segnali è consigliabile farsi visitare da un ginecologo e sottoporsi ad una ecografia pelvica, che potrà dare una prima indicazione diagnostica.

Diagnosi e cura

La diagnosi del tumore alle ovaie si fa con l’esame pelvico, che comprende visita ginecologica e palpazione dell’addome.

Nell’esame si tiene conto dell’età della donna e delle dimensioni delle ovaie. Nelle donne giovani un ovaio misura 3.5 cm, in menopausa 2 cm e in menopausa tardiva meno di 2 cm. Un ovaio palpabile è normale in una donna giovane, in una donna più matura invece può essere indice di una neoplasia o comunque di una disfunzione, anche non maligna. Lo stesso accade quando in età fertile un ovaio ha una consistenza maggiore del normale.

Un esame importante è L’ecografia transvaginale, che può essere abbinata al dosaggio del CA 125, un marcatore serico i cui valori possono essere elevati in presenza di tumori sia ginecologici che non ginecologici, così come in patologie non neoplastiche, come epatopatie croniche, pancreatite.

In caso di sospetto di tumore vengono utilizzate la TAC addome, il clisma opaco con bario e la risonanza magnetica, per verificare la diffusione del tumore e la presenza di eventuali metastasi nel cavo addominale.

Questo approccio va seguito nel piccolo numero di soggetti con cancro dell’ovaio di tipo familiare (legato alla positività per i geni BRCA1 e 2) e va eseguito ogni sei mesi a partire dall’età di 30-35 anni.

Le donne con tumore alle ovaie sono sottoposte ad intervento chirurgico demolitivo, che varia a seconda dell’entità del tumore. L’intervento di per sé non basta, in seguito si deve seguire un ciclo di chemioterapia, soprattutto se il tumore asportato è grande.

La radioterapia, invece, non viene quasi mai impiegata nella cura di questo tumore se non a scopo palliativo su alcune metastasi.

Fattori di rischio

Il principale fattore di rischio dei tumori alle ovaie è l’età, visto che nella maggior parte dei casi colpisce le donne dopo l’entrata in menopausa, tra i 50 e i 69 anni.

Altri fattori di rischio sono la lunghezza del periodo ovulatorio ossia la prima mestruazione (menarca) precoce, la menopausa tardiva e il non aver avuto figli.

Invece, l’aver avuto più figli, l’allattamento al seno e l’uso a lungo termine di contraccettivi estroprogestinici diminuiscono il rischio di insorgenza del tumore dell’ovaio e sono fattori di protezione.

Un altro fattore importante di rischio di cui abbiamo accennato sopra è l’alterazione genetica, consistente nella mutazione dei geni BRCA1 e BRCA2. Un rischio che riguarda tra il 7% e il 10% di tutti i casi di tumore alle ovaie. In questi casi il cancro si verifica in un’età più giovane di quello non legato ad alterazione genetica e può verificarsi anche quello al seno.

Comunque, la presenza in famiglia di tumore dell’ovaio non dà la certezza che esso si ripresenti in tutte le donne imparentate, ma solo che queste ultime hanno un rischio più elevato rispetto alla popolazione generale. Nei casi appartenenti a famiglie con alta presenza di tumore dell’ovaio o carcinoma della mammella è consigliabile un esame genetico per stabilire il rischio del singolo individuo. Se viene accertato che la donna è portatrice di una mutazione genetica, allora va adottato un programma di stretta sorveglianza con mammografie ed ecografie.

Il tumore alle ovaie non si può prevenire, tuttavia la visita annuale dal ginecologo, che esegue la palpazione bimanuale dell’ovaio e l’ecografia transvaginale di controllo, può facilitare una diagnosi precoce del tumore.

In Italia il tumore dell’ovaio colpisce circa 4.490 donne ogni anno, secondo le stime 2012 del Registro Tumori. È al nono posto tra le forme tumorali, e costituisce il 2,9% di tutte le diagnosi di tumore.

Per ulteriori approfondimenti rimandiamo al sito web dell’AIRC.

Che dite unimamme? Dopo aver saputo di questo tumore non facilmente prevenibile vi sottoporrete a regolari controlli ginecologici?

Vi ricordiamo il caso di Angelina Jolie che qualche anno fa si sottopose sia alla doppia mastectomia che alla rimozione delle ovaie perché portatrice della mutazione genetica BRCA.

valeria bellagamba

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