L’aborto in Argentina continua a rimanere illegale, tranne che in due casi: se frutto di uno stupro e in caso di pericolo per la morte della madre.
Mentre in Italia ricorre il 40esimo anno della legge 194 che ha depenalizzato l’aborto, e a distanza di pochi mesi dalla legalizzazione dell’aborto in Irlanda, in Argentina il Senato ha respinto con 38 voti contrari e 31 favorevoli il progetto di legge sull’interruzione volontaria di gravidanza, che consentiva che l’aborto potesse essere eseguito senza costi per intervento, medicine e terapie, fino alla 14esima settimana.
A giugno lo stesso provvedimento aveva ottenuto l’approvazione della Camera, con 129 voti a favore e 125 contrari.
Appena comunicata la bocciatura i manifestanti pro-vita presenti davanti al Congresso di Buenos Aires hanno festeggiato.
Ci sono invece proteste da parte di alcuni militanti favorevoli alla legge, i c.d. “panuelos verdi” per il colore del fazzoletto usato, a cui si contrapponevano i fazzoletti celesti.
Al Senato è quindi prevalsa la “difesa della vita fin dal concepimento”, come indicato anche dalla Chiesa Cattolica.
L’arcivescovo di Buenos Aires, Mario Poli, scelto da Papa Francesco per prendere il suo posto, si è infatti espresso più volte a favore degli “esseri umani indifesi e vulnerabili“. E lo stesso Papa Francesco che già in passato si era espresso sull’aborto con chiare parole: “Non è progressista pretendere di risolvere i problemi eliminando una vita umana. Però è anche vero che abbiamo fatto poco per accompagnare adeguatamente le donne che si trovano in situazioni molto dure, dove l’aborto si presenta loro come una rapida soluzione alle loro profonde angustie, particolarmente quando la vita che cresce in loro è sorta come conseguenza di una violenza o in un contesto di estrema povertà. Chi può non capire tali situazioni così dolorose?” (“Evangelii gaudium”), a giugno di quest’anno ha ribadito: “I figli sono il dono più grande. I figli che si accolgono come vengono, come Dio li manda, come Dio permette – anche se a volte sono malati. Ho sentito dire che è di moda – o almeno è abituale – nei primi mesi di gravidanza fare certi esami, per vedere se il bambino non sta bene, o viene con qualche problema… La prima proposta in quel caso è: “Lo mandiamo via?”. L’omicidio dei bambini. E per avere una vita tranquilla, si fa fuori un innocente.“.
La posizione della Chiesa ha quindi pesato sulla decisione.
La proposta di legge non è nuova e molto probabilmente verrà ripresentata, ma per legge occorre aspettare almeno un anno e poi nel 2019 sono previste le elezioni quindi molto probabilmente non avverrà, perché si tratta di un tema che fa discutere.
Rimane il problema degli aborti illegali, che secondo i dati sono stimati intorno ai 500 mila l’anno. Non basta dunque una legge, ma occorrono interventi preventivi e di accompagnamento e supporto per tutte quelle donne che scelgono una soluzione, comunque la si pensi, dolorosa.
E voi unimamme che ne pensate?
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