Una giornata di spensieratezza si è trasformata in un dolore senza fine, che ci si porta dietro anche dopo cinque anni. E’ quello che racconta Gemma Williams, 33 anni, mamma della piccola Lexie di solo 12 settimane.
La donna era uscita con lei per andarle a comprare dei vestitini e improvvisamente la piccola ha smesso di respirare, si legge sul Daily Mail. La bambina, si è scoperto poi, era affetta da un difetto cardiaco congenito molto raro, il cosiddetto “Ritorno venoso anomalo polmonare totale (RVPAT)”, caratterizzato
da connessioni anomale delle vene polmonari. La diagnosi di solito viene posta con l’ecocardiografia transtoracica o transesofagea e se si inteviene in tempo i risultati a lungo termine sono eccellenti.
“Perdere un figlio è qualcosa che non riesci mai a superare, rimane con te. Non ti abbandona mai” ha detto Gemma, originaria del Galles del Sud.
Gemma ha trascorso gli ultimi anni a cercare di non essere tramortita dal dolore e per stare un po’ meglio ha fondato un’associazione per genitori in lutto, The Compassionate Friends.
“Pensiamo a Lexi ogni giorno perché è stata una parte così grande della nostra vita. È stato duro anche per il mio compagno, Jason. Penso che gli uomini forse lo affrontino in modo diverso, ma nel complesso noi come una famiglia siamo stati fatti a pezzi” ha detto Gemma.
Lei e Jason hanno anche intrapreso una campagna per gli ospedali rivolta a tutti i genitori di neonati che soffrono di patologie cardiache: “È molto difficile parlare con qualcuno che non ha vissuto quello che abbiamo vissuto noi. Con questi incontri vogliamo mettere in contatto gli altri con dei genitori in lutto. In un certo senso, persone nella stessa barca, sanno cosa stai per dire prima che lo dici, sanno cosa stai provando” spiega la 33enne.
Gemma ricorda molto bene quello che è successo “Era presto e sono andata a fare shopping, volevo trovare dei bei vestiti a Lexi. Avevo lasciato il negozio e ho ripreso a camminare verso la mia macchina, ho toccato il suo viso aspettandomi una sua reazione, ma nulla, l’ho presa in braccio, chiamandola per nome ma ancora nulla” dice “Ho fermato una macchina per chiedere aiuto, l’autista ha detto che stava bene, ma sapevo che c’era qualcosa di sbagliato, quindi sono tornato di nuovo a Next e ho urlato aiuto. Per fortuna c’era qualcuno addestrato lì che ha fatto un massaggio cardiaco a Lexi e il personale ha telefonato al 999”. Purtroppo per la bambina non c’era più niente da fare ma oggi questa mamma non vuole che la sua morte sia stata vana, e vuole informare più persone possibili.
E voi unimamme cosa ne pensate?
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