La commovente lettera di Ilaria Cucchi al fratello Stefano all’indomani della proiezione del film a Venezia sugli ultimi giorni di vita del ragazzo
In questi giorni è in corso a Venezia la 75^ Mostra del Cinema, che è stata aperta dalla proiezione del film italiano “Sulla mia pelle”, che racconta gli ultimi giorni di vita di Stefano Cucchi, il ragazzo romano morto in carcere per percosse dopo essere stato arrestato per detenzione e spaccio di droga.
La vicenda di Stefano Cucchi è una delle più dolorose e tormentate della giustizia italiana. Arrestato per un reato che aveva commesso, il giovane, ormai è dimostrato, ha subito durante il fermo un trattamento disumano, assolutamente contrario a tutte le leggi e alla Costituzione italiana, che vieta la tortura e il trattamento disumano e degradante del reo.
Nonostante le evidenti violenze subite da Stefano durante l’arresto, è stato molto lungo e complesso risalire agli autori del pestaggio e accertare le responsabilità. Responsabilità che sono ancora in via di accertamento, essendo il processo ancora in corso. Uno dei processi aperti sul caso, visto che in primo grado i presunti responsabili erano stati tutti assolti, medici e polizia penitenziaria.
Solo grazie a nuove e indagini e soprattutto alle testimonianze sull’arresto di Cucchi, da parte di uno dei carabinieri della caserma dove Stefano era stato portato in un primo momento e dalla moglie di uno dei militari che si era vantato con lei del pestaggio del giovane, è stato possibile ricostruire quello che era accaduto.
Nel frattempo, articoli di giornale, dibattiti e polemiche anche feroci si sono susseguiti sul caso. La vicenda di Stefano è stata ridotta ad una sorta di derby tra giustizialisti e “buonisti” (aggettivo abusato), tra chi difendeva l’operato delle forze dell’ordine e chi condannava il trattamento disumano ricevuto dal ragazzo. Come se la legge non fosse sempre la stessa, ovvero che da nessuna parte l’ordinamento italiano riconosce la pena di morte per il reato di spaccio di droga e, come abbiamo sottolineato sopra, nessuno può essere sottoposto a tortura né a violenze o trattamenti degradanti.
Infine, ricordiamo che si è colpevoli solo fino a condanna definitiva. Leggi e principi che dobbiamo ricordare in primo luogo per noi stessi. Perché se sono stati violati per Stefano possono esserlo verso chiunque.
In questi anni di durissime battaglie nelle aule dei tribunali e sui media, Ilaria Cucchi, sorella maggiore di Stefano, ha lottato come una leonessa. Non si è mai arresa davanti all’ingiustizia, agli insulti ricevuti, alle sfiancanti lungaggini della giustizia. Una lotta che la sta dando ragione.
Ecco il testo della lettera.
“Sono profondamente commossa.
Provata. Guardo il cielo sperando di poter incontrare il tuo sguardo.
Non vedo nulla. Solo le luci accese della sala Darsena dove è appena terminato il film sulla tua morte. Sento gli applausi della gente. Prendo l’abbraccio di Alessandro e Jasmine e poi anche quello di Max. Le 1500 persone che stipano il cinema si stringono tutte intorno, quasi tutte in lacrime.
Questa è la gente intorno a noi.
Qualcuno ha detto che dopo un fermo ci può scappare qualche schiaffo, qualche pugno.
E se poi il fermato cade e si fa male pazienza. Niente legge contro la tortura perché lega le mani alla Polizia.
Ma la Polizia non sente il bisogno di avere quelle mani libere che sarebbero sporche di sangue. Forse magari il sindacato di Tonelli la pensa diversamente ma la Polizia del comandante Gabrielli è altra cosa.
Ste ti sei preso qualche schiaffone. Qualche pugno. Qualche calcio. Sei caduto e ti sei fatto male. Molto male. Ma ce ne dobbiamo fare una ragione io te mamma e papà.
In fin dei conti questo qualcuno è ora il ministro dell’interno. Ora, ironia della sorte, sta facendo passerella e cene di gala a Venezia.
Voglio incontrare questo famoso ministro Salvini. Pubblicamente. Guardarlo negli occhi.
Senza dire nulla. Fargli abbassare quello sguardo freddo ed inespressivo.
A Ste, questo non avrà mai il coraggio. E poi lui si che fa parte della casta.
Non abbiamo giustamente preso un euro da questo film ma la soddisfazione è tanta.
Tu sei un atto d’accusa vivente, sì, vivente, contro quel modo di pensare ignorante e violento. Tu che di violenza sei morto.
Ti abbraccio forte forte. Come hanno abbracciato me.
Notte”
Al post è stato allegato il video che mostra i momenti successivi ala proiezione, in cui Iliaria abbraccia l’attore Alessandro Borghi, che nel film interpreta Stefano, e l’attrice Jasmine Trinca, presente in sala.
Il film “Sulla mia pelle” è diretto da regista Alessandro Borghi ed è stato proiettato il 29 agosto a Venezia nella sezione Orizzonti. Il film uscirà nelle sale il 12 settembre 2018.
Nel frattempo, è arrivata anche la risposta del Ministro dell’Interno, che si è detto disposto ad incontrare la famiglia Cucchi.
Che ne pensate di questa storia unimamme?
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