Nessuno sa cosa abbia spinto Aimee Louise Evans, 28 anni, a togliersi la vita proprio quel giorno. Nel suo passato varie relazioni amorese finite male, tra violenze e abbandoni, e alcune crisi depressive che l’avevano spinta a bere. Il giorno della tragedia Aimee, in casa da sola con la figlia di 3 anni mentre il compagno (dalla quale era separata da tempo) si trovava lontano con l’altro figlio, ha spulciato su Facebook per controllare il profilo dell’ultimo uomo che aveva conosciuto, e poi si è uccisa, impiccandosi in camera da letto.
Prima, però, si è preoccupata per la figlia e ha inviato un messaggio a sua madre chiedendole di passare per prendersi cura della nipotina, dato che lei stava per farla finita. Peccato che la nonna della piccola, forse abituata alle stranezze della figlia, abbia totalmente ignorato la richiesta: “Non essere stupida – le ha risposto -, cosa intendi dire?”. E così la sua nipotina di soli 3 anni si è ritrovata a convivere per ben 4 giorni con il corpo della madre morta nella loro casa a Port Talbot, nel sud del Galles.
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Quando, al quarto giorno, la madre di Aimee si è resa conto che la figlia non rispondeva più al telefono, è scattato l’allarme. Gli agenti che hanno fatto irruzione in casa hanno trovato il cadavere di Aimee. La sua bambina girovagava per casa, mangiando pane e burro. Portata per precauzione all’ospedale, non ha presentato segni di sofferenza.
Possibile che nessuno si fosse accorto delle reali condizioni di Aimee?
“Era una persona felice ed estroversa che non mostrava segni di depressione. I suoi bambini sono sempre stati ben curati, puliti, in ordine” si è giustificata la madre di Aimee, intervistata dal Daily Mail.
E voi Unimamme che ne pensate di questa vicenda?
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