Djibril, che alterna il lavoro nei campi con quello di ambulante in spiaggia, si trovava a Casalbordino, in provincia di Chieti, quando ha soccorso e rianimato un bambino di 2 anni che dopo aver “bevuto” acqua di mare era rimasto privo di coscienza. In quello stesso giorno sarebbe dovuto andare dai Carabinieri perché gli scadeva il permesso di soggiorno ma, con il pensiero alla figlia di 7 anni, non ci ha pensato due volte ed è intervenuto.
Dopo aver infatti visto il bambino privo di sensi sulla spiaggia e la bagnina che andava a chiamare il 118 è subito intervenuto praticando il massaggio cardiaco e la respirazione bocca a bocca per poi allontanarsi invitando la bagnina e il papà del bambino a continuare. E’ dovuto andare via per paura dei Carabinieri, visto che il permesso era scaduto.
Chi era presente ha parlato di “un angelo di colore poi scappato via“.
La bagnina, Serena Di Pietro, e il papà del piccolo hanno poi continuato fino a che il bambino ha ripreso conoscenza piangendo.
“Quando sono intervenuto ho pensato a mia figlia, di 7 anni. Poi sono andato via perché mi scadeva il permesso e non volevo incontrare i carabinieri. Ma dovevo farlo e l’ho fatto”
Djibril ha poi spiegato che in Senegal le manovre di rianimazione cardiaca vengono insegnate a tutti da piccoli, quindi quando ha visto il bambino in riva al mare sapeva cosa fare.
Fortunatamente questa storia ha raggiunto il sindaco di Casalbordino, Filippo Marinucci, che ha voluto incontrarlo per ringraziarlo. “ha mostrato grande generosità. Cercheremo di aiutarlo: è un buon esempio di altruismo” ha dichiarato il primo cittadino.
E infatti Djibril per ora può rimanere in Italia: gli è stato dato fino a novembre Djibril per rinnovare il permesso.
Nel frattempo è anche andato in ospedale a Pescare a trovare il bambino che sta bene.
“È il minimo che dovevo fare perché sapevo intervenire in questa situazione di emergenza e non ci ho pensato un attimo di più: ogni secondo di ritardo poteva essere fatale. Sono molto contento per quello che ho fatto e lo rifarei” ha detto all’Ansa e poi a chi gli chiede del futuro dice “Spero di restare in Italia, voglio lavorare, mo ho bisogno del permesso di soggiorno, speriamo di ottenerlo al più presto“.
Che aggiungere unimamme, una bella storia non trovate?
Ci fa pensare alla storia del migrante che in Francia ha salvato un bambino e per questo ha ottenuto un lavoro e la cittadinanza francese.
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