Bulli o leader, due diversi modi per affermarsi e farsi rispettare. Secondo un recente studio scientifico i bambini sono in grado di riconoscerli già all’età di due anni. Una importante scoperta sui ruoli sociali.
Esistono diversi modi di comandare, quello che utilizza l’autorevolezza e quello che utilizza la prepotenza. Nel primo caso si parla di leader nel secondo di bulli. Approcci diversi che tutti noi conosciamo molto bene. La novità che ci riferisce un recente studio scientifico è che anche i bambini più piccoli sanno riconoscere subito il diverso atteggiamento, addirittura già dall’età di due anni.
Lo studio è stato condotto da un gruppo di psicologi dell’Università dell’Illinois e pubblicato sull’ultimo numero della rivista scientifica Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS), con il titolo “Infants distinguish between leaders and bullies” (i bambini distinguono tra leader e bulli).
Per la precisione, lo studio è stato condotto su bambini di 21 mesi di età, esaminando la loro reazione di fronte a due diversi tipi di autorità: quella del leader e quella del bullo. Essendo i bambini così piccoli e non potendo dunque comunicare direttamente con i ricercatori, è stata studiata la loro reazione attraverso il cosiddetto eye-gazing behavior, ovvero il tempo di osservazione di una data scena. Infatti è dimostrato che i bambini piccoli, quando ancora non hanno ben sviluppato il linguaggio, tendono ad osservare più a lungo situazioni, oggetti e comportamenti che li sorprendono o non corrispondono alle loro aspettative.
Precedenti studi hanno dimostrato che i bambini piccoli sono in grado di riconoscere le asimmetrie nei ruoli sociali, chi comanda e che ubbidisce, e solitamente si aspettano che queste durino nel tempo e nelle diverse situazioni. Pertanto gli studiosi si sono basati su questo assunto per verificare se i bambini di circa due anni fossero in grado di distinguere tra due differenti forme di autorità.
L’esperimento è consistito nel mostrare ai bimbi di 21 mesi delle animazioni, preparate appositamente dai ricercatori, in cui venivano rappresentati due differenti tipi di autorità. Ai bambini sono state mostrate prima le animazioni in cui tre soggetti, i protagonisti della scena, interagivano con una figura che esercitava un potere. Questa figura era prima un leader, con un potere basato sul rispetto, poi un bullo, con un potere basato sulla paura.
Successivamente, il leader e il bullo davano un ordine ai tre protagonisti. I bambini si aspettavano che l’ordine del leader fosse obbedito anche quando il leader se ne era andato via, mentre si aspettavano che l’ordine del bullo fosse rispettato solo in sua presenza. Quindi non erano rimasti sorpresi dal fatto che i tre personaggi non obbedissero in assenza del bullo (non guardavano più a lungo la scena).
L’esperimento dimostra che i bambini già verso i due anni di età sono perfettamente in grado di riconoscere e distinguere tra un’autorità basata sull’autorevolezza, il rispetto, il potere legittimo e il prestigio individuale (o una combinazione di tutti questi fattori) e un’autorità basata invece sulla paura e la prevaricazione.
A riprova di questo, i ricercatori hanno verificato che i bambini osservavano più a lungo la scena quando i tre protagonisti disobbedivano agli ordini in assenza del leader. Ciò significa che si aspettavano che i protagonisti continuassero a rispettare gli ordini. Al contrario, i bambini osservavano allo stesso modo sia la scena in cui i protagonisti disobbedivano al bullo in sua assenza, sia in quella in cui continuavano ad obbedire, per paura di subirne conseguenze negative. Inoltre i bambini si aspettavano che gli ordini del bullo fossero disobbediti, anche in sua presenza, se si trattava di un soggetto senza alcun potere sui protagonisti.
Quindi, basandosi sui tempi di osservazione dei bambini, i ricercatori hanno scoperto che per i bambini piccoli non è normale che vengano violati gli ordini che vengono da un leader rispettato, nemmeno in sua assenza.
Mentre è considerata normale la disobbedienza nei confronti di un bullo, quando esce di scena e non rappresenta più una minaccia.
In conclusione, i ricercatori hanno accertato che anche a due anni “i bambini comprendono perfettamente che bisogna obbedire ai leader anche quando non sono presenti, mentre nel caso dei bulli siamo costretti a fare quanto dicono solamente quando li abbiamo di fronte“.
Uno studio molto interessante, che ne pensate unimamme?
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