Si parla di bulli a scuola, ma spesso la mela non cade lontano dall’albero. Se certi ragazzi, persino bambini, sviluppano una prepotenza verso gli insegnanti è perché forse i genitori sono i primi a difenderli. Se non accettano un “no” come risposta, se non sanno comprendere le frustrazioni, è quasi impossibile che non ci siano dei problemi.
Anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha parlato della situazione della scuola italiana durante l’inaugurazione dell’anno scolastico nel palazzetto di Portoferraio, all’Isola d’Elba.
“Alcuni gravi episodi di violenza – genitori che hanno aggredito gli insegnanti dei propri figli – rappresentano un segnale d’allarme che non va sottovalutato”.
“La crisi di autorità dei docenti – secondo Sergio Mattarella – è il segnale “che qualcosa si è inceppato, che qualche tessuto è stato lacerato nella società. Il genitore-bullo non è meno distruttivo dello studente-bullo, il cui rifiuto cresce sempre di più nell’animo degli studenti, a scuola e nel web”.
Di fronte a mille studenti provenienti da 122 scuole di tutta Italia il Presidente ha anche voluto rimarcare i problemi edilizi del nostro Paese, visto che solo il 5% delle scuole si è adeguato dal punto di vista sismico. “Occorre far presto, perché questo non è tema che possa scivolare tra le varie ed eventuali dell’agenda nazionale. La sicurezza a scuola è un bene indisponibile. A partire, ovviamente, dalla tutela della salute dei bambini e dei ragazzi, che va assicurata anche attraverso la certezza e la stabilità delle regole”. “La sicurezza della scuola presuppone la sicurezza dei suoi edifici. E’ un tema di primaria importanza, che impone fermezza e responsabilità a tutte le autorità pubbliche. Le famiglie hanno diritto alla sicurezza e alla tranquillità dei ragazzi”.
Un ricordo è andato alle vittime del crollo del Ponte Morandi di Genova “Ho appena incontrato i compagni di scuola dei ragazzi morti nel crollo del ponte di Genova. I banchi vuoti dei loro amici sono il simbolo più doloroso di quella tragedia inaccettabile“, ha detto il presidente della Repubblica, che ha anche voluto dedicare un pensiero a Che ha voluto dedicare un pensiero anche a Igor Maj, il 14enne morto a Milano, forse per un gioco emulativo: “Le connessioni digitali sono grandi finestre aperte sul mondo, e sul nostro tempo. Ma esiste anche un lato oscuro della rete. Non è accettabile che un ragazzo di quattordici anni muoia in conseguenza di un’emulazione in un gioco perverso in chat”, ha detto. E ha aggiunto: “Dobbiamo chiederci che cosa va fatto per evitare tragedie di questo genere. Le fragilità dei nostri giovani devono poter essere accompagnate e sostenute, poste al riparo da insidie gravi, talvolta mortali, veicolate sulla rete. Le famiglie non possono essere lasciate sole in questa opera. La scuola può far molto per aiutarli”.
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