Le chiamano “ball girls”, ovvero le ragazze della palla. Si tratta di ragazzine della pallavolo che sono al centro di diverse critiche per l’abbigliamento indossato durante un match di calcio.
In America hanno le cheerleaders, ragazze vestite non proprio con il dolce vita e i mutandoni della nonna, che tra una pausa e l’altra di un match sportivo allietano gli spettatori con balletti e coreografie. Qui invece abbiamo delle ragazzine di 15 anni che indossano una maglietta aderente e pantaloncini “giro chiappa” durante una partita di calcio del Vicenza Calcio. Alla prima giornata casalinga del campionato di serie C, i biancorossi veneti hanno fatto parlare di sé più che per la prestazione contro il Giana Erminio per le “ball girls”, appunto. L’idea è stata di Renzo Rosso, patron del marchio jeans Diesel e anche proprietario della società.
Rosso aveva presentato questo progetto: ogni settimana, il servizio di raccattapalle sarebbe stato affidato da ragazze e ragazzi di diverse società sportive della zona. L’esordio è appunto toccato alle atlete della Athena Volley: 12 ragazzine Under 16 si sono presentate alla partita vestite in modo non proprio consono per l’attività da svolgere: «Ragazzine under 16 in canotta Diesel: questo il modo scelto da Renzo Rosso per valorizzare le realtà sportive femminili del territorio» è ad esempio il tweet di «Sport alla rovescia». «Nella prima gara del Vicenza vergognosa esibizione di minorenni in campo con canotta e shorts cortissimi come raccattapalle. A Coni, Fgci e al presidente Rosso chiediamo di ritirare questa indecente iniziativa» dice l’associazione di atlete al femminile Assist.
Anche la politica locale si è occupata della vicenda. Il consigliere di una lista civica, Sandro Pupillo ha dichiarato: “Si parla tanto di femminicidio, di sessismo, di lotte e battaglie per le pari opportunità. Si parla tanto del ruolo della donna nella società occidentale e cattolica, come modello positivo da contrapporre alle altre società del sud del mondo. si parla tanto, troppo, e forse inutilmente, se poi il risultato è questo: minorenni col c… fuori piazzate sotto una curva di tifosi”.
Il Vicenza calcio alla fine ha dovuto intervenire con un comunicato: “Apprendiamo con rammarico delle polemiche suscitate dall’iniziativa di collaborare con le realtà sportive femminili del territorio, nell’attività di recupero palloni a bordocampo, durante le gare interne della nostra prima squadra. A suscitare scalpore l’abbigliamento indossato dalle ragazze, abitualmente utilizzato nella vita quotidiana delle teenager, ma strumentalizzato in particolare da una foto scattata dagli spalti diventata virale sui social network. Non era nostra intenzione ledere la sensibilità del pubblico, né soprattutto esporre le ragazze a critiche così forti che non meritano, avendo partecipato con entusiasmo all’evento, in accordo con la loro società di appartenenza. Proprio per affermare la bontà dell’iniziativa volta a promuovere la sinergia tra realtà sportive del territorio, prenderemo atto delle reazioni suscitate, nelle forme e modalità organizzative delle future partite”.
Mi sorprende che il Vicenza Calcio pensi che le teenager siano tutte amanti del pantaloncino striminzito e delle magliette strette. Che considerazione abbiamo delle nostre ragazze? E’ vero: arriva un’età in cui più o meno a tutte piace indossare degli indumenti che mai si metteranno più nella vita, ma cosa si insegna in questo modo? Come si fa a mandare allo sbaraglio delle ragazzine mezze svestite sotto gli occhi di 7000 spettatori? Una cosa è certa: la prossima volta vogliamo dei raccattapalle a petto nudo, tanto è così che vanno in giro i ragazzini.
E voi unimamme cosa ne pensate? Intanto vi lasciamo con il post che parla di una mamma che parla della forza di essere sé stesse già da bambine.