Una mamma, grazie ad un’amica, ha scoperto che l’uomo di 30 anni, vicino di casa di cui si fidava e al quale affidava talvolta i figli, una ragazzina di 14 anni e il fratellino più piccolo, per andare a lavorare, per mesi, da ottobre 2012 a febbraio 2013, ha abusato ripetutamente della figlia.
La ragazzina per mesi è stata zitta, poi si è confidata con un’amica di famiglia che ha subito raccontato tutto alla madre. Questa ha affrontato l’uomo, in presenza della figlia e dell’amica, il quale ha ammesso di aver abusato della bambina e di aver avuto anche rapporti sessuali completi, giustificandosi però dicendo: “Si, l’ho fatto, ma l’ho fatto piano“, si legge su La Tribuna di Treviso.
Gli accertamenti sanitari oltre ad aver confermato gli abusi hanno anche accertato che la bambina aveva contratto un’infezione perché l’uomo la costringeva a rapporti non protetti.
L’uomo denunciato è stato condannato in primo grado a 9 anni di carcere per violenza sessuale su minorenne, ma ora, in appello, la pena è stata ridotta di 18 mesi.
In questa storia fondamentale è stata la figura dell’amica di famiglia, con la quale la bambina si è confidata, e che ha permesso di porre fine all’orrore. A volte infatti parlare con i figli non è semplice o immediato, per questo è importante imparare a farlo, ascoltando il loro linguaggio verbale e non verbale, per capire se c’è qualcosa che non va.
Unimamme, rimane una domanda: perché? Una violenza sessuale non sparisce dopo 9 anni, o peggio 7 anni e mezzo, una violenza sessuale, soprattutto se subita da bambini, è qualcosa che ti segna per sempre, può essere una “quasi-morte”, e allora perché pene così brevi? L’art. 609 bis del codice penale stabilisce che per il reato di violenza sessuale la pena va dai 5 ai 10 anni, se poi la vittima è minore di 14 anni subentra un’aggravante e la pena può arrivare ai 12 anni. Perché allora a quest’uomo solo 7 anni e mezzo?
Nel frattempo vi lasciamo con i 18 segni per capire se un bambino è vittima di abusi sessuali.
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