Jenny Arduinie il suo compagno sono due genitori emiliani con due bambini. Il compagno lavora con bambini autistici, come educatore, e ha ascoltato molti discorsi del genitori che parlavano del legame tra autismo e vaccini.
Alla nascita del primogenito il medico dell’Usl li ha rassicurati sulla sicurezza dei vaccini. Jenny però ha voluto chiedere il parere di un vecchio medico, colui che aveva seguito lei e la sorella e che, all’epoca, aveva incoraggiato la loro mamma a vaccinarle. Il medico però aveva cambiato idea.
“Ci sono cose che non vengono dette: i vaccini fanno male, e i bambini vaccinati prendono allergie, si ammalano, rimangono deboli. Il vaccino della polio non serve, la malattia è già stata debellata: bisogna almeno aspettare che si registri un caso in Italia per tornare a vaccinare, altrimenti non ha senso” aveva detto l’uomo.
La sua versione è stata confermata durante raduni a cui Jenny e il compagno hanno partecipato.
Jenny ha seguito i suoi consigli.
“Istruita dalle parole del medico, cercavo di far prevalere le mie ragioni: non erano solo mie convinzioni, un pediatra che mi aveva spiegato quanto i vaccini fossero pericolosi e, fidandomi del suo parere, stavo difendendo la salute dei miei figli, a costo di escluderli, di negargli la scuola materna, di discriminarli”.
Mentre ci si avvicinava al Decreto Lorenzin la donna è entrata in contatto con la pagina Facebook Io Vaccino della mamma Alice Pignatti.
“Ero arrabbiata soprattutto con lei, con quella stessa mamma che aveva creato l’associazione IoVaccino. La sua pagina Facebook permette di aprire un dialogo diretto con loro tramite una chat dove si può parlare direttamente con medici volontari che nel loro tempo libero cercano di dare informazioni scientificamente corrette”.
Così Jenny ha iniziato a chattare con i medici, per sfidarli, in particolare con uno.
Il medico Stefano Zona “non cercò mai di convincermi, non mi aggredì mai, non impose mai le sue idee sulle mie, dialogò con me e cercò di fare chiarezza. E alla fine ne fece tanta“.
La mamma iniziò a mettere in dubbio le sue precedenti, granitiche, certezze.
“Iniziai a guardarmi intorno: il 90% dei bambini era vaccinato e nessuno di loro mi sembrava malaticcio, anzi. Iniziai a notare che nonostante vedessi i miei figli sani come pesci, anche loro prendevano raffreddori, febbre, tosse, insomma si ammalavano né più né meno di quelli vaccinati considerati da alcuni come “debolucci”. Feci la conta dei medici. Di medici vaccinatori ne conoscevo diversi: il mio ginecologo, i medici di base, gli specialisti vari che avevo incontrato per alcune visite, gli operatori dell’Usl, il pediatra dei miei figli e i pediatri del pronto soccorso pediatrico di Rimini, amiche biologhe, alcuni farmacisti, amici laureati in medicina o in farmacia: insomma tante persone legate alla sanità tutte convinte che fosse giusto vaccinare“.
All fine Jenny capì di essersi sbagliata.
“Mi resi conto dei rischi che avevo fatto correre ai miei bimbi nel non proteggerli, del privilegio a cui avevo rinunciato esponendoli a gravi malattie. Mi resi conto come chi pensavo fosse il mio più terribile nemico, Alice Pignatti, fosse in realtà colei che tentava realmente di proteggere e difendere i miei figli e per questo, alla fine, dovetti ringraziare quella mamma che si era fatta scudo di insulti solo per aiutare mamme come me”.
Alla fine Jenny e il compagno hanno fatto vaccinare i figli.
“Ho scelto di proteggere i miei figli, ed ora per fortuna sono protetti da tutte le malattie per cui esiste un vaccino disponibile in Italia”.
Unimamme, cosa ne pensate di quanto accaduto a questa mamma e raccontato su Vanity Fair?
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