Quando si ascoltano le cronache di reati molto gravi, come le violenze sessuali sui minori, spesso si invoca la castrazione chimica.
Nel corso di un’intervista esclusiva su Quarta Repubblica, un pedofilo in Svizzera, la cui identità è sconosciuta, ha dichiarato di aver scelto volontariamente la castrazione chimica.
L’uomo ha già scontato 10 anni in prigione di cui 6 in clinica psichiatrica, per un totale di 3 arresti tutti per violenze sessuali sui minori.
Il pedofilo ha spiegato che la sua condizione gli sembra irrecuperabile.
“I miei amici mi dicevano che ero sempre nervoso: pensavo solo al sesso. Da quando ho iniziato la terapia, sto meglio”.
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Un primario di urologia dell’Università Federico II di Napoli, il prof Vincenzo Mirone spiega cos’è e perché occorre usare cautela parlando di castrazione chimica. “La castrazione chimica consiste nel ridurre i livelli di testosterone, cioè l’ormone che esprime il desiderio del maschio”. Ciò si realizza con degli anti androgeni, preferibilmente da somministrare per via intramuscolare.
La terapia inoltre va ripetuta nel tempo, ogni settimana o ogni mese. Esistono però effetti collaterali, nei giovani sotto i 25 anni in Germania e Finlandia l’utilizzo è contenuto perché c’è il rischio di patologie gravi ai testicoli, con ripercussioni sulla fertilità.
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