Le mie figlie odiano fare i lavaggi nasali, nel senso che si mettono a urlare e a contorcersi peggio de L’Esorcista. Lo spruzzo nelle narici non è neanche da prendere in considerazione, quindi l’ultima opzione possibile è l’aerosol con la soluzione fisiologica, senza il cortisone.
Devo dire che con questo metodo, Paola e Vittoria stanno molto meglio perché riescono a liberarsi un po’ da muco e catarro. Per me l’aerosol è un po’ un migliore amico durante i primi freddi. Peccato che secondo i medici sarebbe completamente inutile; a dirlo è la dottoressa Susanna Esposito, professore ordinario di Pediatria all’Università di Perugia e presidente dell’Associazione mondiale per le malattie infettive e i disordini immunologici.
L’aerosol, che è un’abitudine tutta italiana, in realtà non avrebbe alcun senso perché la metà dei bimbi non guarisce dai sintomi da raffreddamento. Se il bimbo ha il raffreddore, in pratica, non ha alcun senso e anzi sarebbe una vera scocciatura per i piccoli pazienti.
Quale sarebbe la cura migliore in caso di raffreddore? I soliti: lavaggi nasali, consumo abbondante di acqua, controllo della temperatura in casa. Il fatto che l’aerosol sia quasi senza funzionalità nel caso dei raffreddori, questo però non significa che sia inutile in toto: “Ha senso per la cura della bronchiolite, della bronchite asmatica e della laringite, al contrario non serve nella rinofaringite, nella faringo/tonsillite e nell’otite media acuta, i comuni malanni di stagione”, spiega l’infettivologa.
Ma l’aerosol rimane comunque uno dei dispositivi più amati; il suo vantaggio principale è la capacità di trasportare il farmaco nelle vie aeree basse, come trachea, bronchi e polmoni. Se c’è invece un eccesso di catarro nelle alte vie aeree l’unico metodo sono i lavaggi nasali con una siringa riempita di soluzione fisiologica (10 ml per narice nei lattanti, 5 ml nei neonati), facendo passare il liquido da una narice all’altra. In caso di bronchite asmatica, con broncospasmi ricorrenti, ovvero un restringimento dei bronchi con grave difficoltà respiratoria, si può procedere con salbutamolo (farmaco broncodilatatore, ndr) e corticosteroidi (cortisone) in aerosol, mentre per la bronchiolite – un’infezione virale delle ultime diramazioni bronchiali frequente nel primo anno di vita – si usa solo la soluzione ipertonica (ovvero acqua purificata con una concentrazione di sali superiore a quella del nostro organismo). “È bene aggiungere che la scelta dei corticosteroidi va fatta dal pediatra, perché non tutti hanno la stessa efficacia” dice la dottoressa.
Sotto la lente dei medici sono finiti alcuni farmaci dati assieme all’aerosol di natura cortisonica e che non hanno un’efficacia comprovata, anzi potrebbero a lungo andare avere degli effetti dannosi e non curare i sintomi. Non bisogna pertanto abusare di questa pratica, soprattutto con i bambini più piccoli.
Antonio Clavenna, responsabile dell’Unità di Farmacoepidemiologia del Laboratorio per la Salute Materno-Infantile all’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri di Milano sostiene anche lui che: “Curare i disturbi delle alte vie respiratorie l’aerosol è sempre inappropriato perché inutile, non riduce i sintomi né i tempi di decorso della malattia – conferma Clavenna -. Per le afflizioni delle basse vie c’è evidenza scientifica dell’utilità della aerosolterapia, ma solo per alcune specifiche condizioni: il broncospasmo nei bambini piccoli, la fibrosi cistica ed eventualmente la prevenzione nel caso di broncospasmo frequente». Al posto dell’aerosol inoltre si può usare il distanziatore, uno strumento, non particolarmente diffuso in Italia, che facilita la somministrazione di spray predosati in pazienti piccoli. “Spesso i pediatri consigliano l’aerosolterapia perché in Italia siamo poco abituati all’uso del distanziatore – dice Clavenna -, ma quest’ultimo è più indicato per un corretto assorbimento del farmaco”.
E voi unimamme cosa ne pensate? Intanto vi lasciamo con il post che parla di raffreddore nei bambini: stop ai farmaci, meglio bevande calde e aerosol.
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