A. è una donna di 45 anni, ex moglie dell’ex sindaco di un comune della provincia di Brescia.
Nel giugno del 2015 la donna ha denunciato il marito per maltrattamenti, ma questo non è bastato ad allontanarlo definitivamente da lei.
Nell’aprile scorso l’uomo ha cercato persino di investirla fuori da casa sua.
Dopo aver sentito dei testimoni pare che il pubblico ministero abbia chiuso le indagini.
L’anno scorso, appunto, è giunta finalmente la separazione ufficiale.
Ed è al 2017 che risale il tema di sua figlia, che ora ha 12 anni.
«Avrei tante cose da dirti…sei stupenda. Quando il papà se n’è andato di casa abbiamo sofferto. Lui ti ha picchiata e io ho visto la scena perché ero sveglia. Mi hai portata in camera tua, hai chiuso a chiave la porta e mi hai abbracciato. Lui ha perso la donna migliore che esista, ma non l’ha ancora capito. Da quando ci ha lasciato la nostra vita è migliore, e io sto molto meglio senza di lui. Convivi ogni giorno con la paura di perderci, ma io non ti abbandonerò mai”.
Questa mamma, che non aveva denunciato le violenze precedenti del marito, per paura, nel 2017 ha finalmente ottenuto un ammonimento nel confronti dell’ex marito, con divieto di avvicinamento.
La donna però commenta che quest’atto le si è ritorto contro nella pratica di separazione.
“Sembro cioè la classica moglie tradita, ferita e inferocita, che vuole distruggere l’ex ad ogni costo. Ma non è affatto così”.
A spingerla finalmente alla separazione era stata la nuova compagna dell’ex marito.
La causa civile però non sta andando bene, nel frattempo “le mie figlie vedono il padre, lo temono, ma so che finalmente hanno un loro equilibrio”.
Sono state proprio le figlie, bambine, ma spaventate dal comportamento del papà, a notare episodi inquietanti, risalenti ad alcuni anni fa e di cui hanno poi parlato con consulenti tecnici.
Il giorno di Pasqua, per esempio “Papà continua a girare avanti e indietro fuori di casa in auto. Mamma chiudiamoci dentro per favore”.
Alla figlia maggiore poi l’uomo avrebbe confessato: “non ho mai odiato nessuno come odio lei. Quando mamma morirà, e non di morte naturale, noi faremo una grande festa”.
Dal 2015 però sono terminate le minacce, ma per questa mamma la paura rimane, tanto da spingerla a rivedere il suo testamento.
“Sono più serena perché ho sistemato le mie figlie: ho rifatto testamento e su consiglio dei miei avvocati ci ho messo pure tutti gli atti”.
Dopo i travagli affrontati e che sta ancora affrontando questa mamma è molto amareggiata dalla giustizia che non la tutela.
“Credo sia un’incuria vergognosa, dentro i faldoni c’è la nostra vita, ma è come se i magistrati non volessero nemmeno fare lo sforzo di accorgersene. E leggerli con attenzione”.
Il tema che ha catturato l’attenzione della stampa, per esempio, non interessa ai giudici e chi si occupa di investigare.
Unimamme, le cronache, purtroppo, sono piene di storie di donne uccise da ex mariti, compagni, fidanzati, convinti che moglie e figli siano una loro “proprietà”, noi speriamo vivamente che questa mamma venga creduta e protetta insieme alle sue figlie.
Cosa ne pensate di questa storia raccontata sul Corriere?
Noi vi lasciamo con la vicenda di una mamma uccisa dal marito con 29 coltellate.
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