Le spose bambine nel mondo sono 12 milioni ogni anno. La denuncia di Save The Children nella Giornata internazionale delle bambine.
L’11 ottobre è stata la Giornata internazionale delle bambine, istituita dalle Nazioni Unite nel 2011 per “concentrare l’attenzione sui diritti delle più piccole e sulla necessità di promuoverne l’emancipazione”. In occasione di questa ricorrenza, Save The Children, l’Organizzazione internazionale fondata nel 1919 per salvare la vita dei bambini e garantire loro un futuro, è tornata sul dramma delle spose bambine, riportando numeri impressionanti di un fenomeno che è purtroppo è ancora lontano dall’essere sconfitto.
Ogni anno ci sono nel mondo 12 milioni di spose bambine, adolescenti, ma anche ragazzine che non hanno ancora raggiunto la pubertà, che sono costrette dalle famiglie a sposarsi, spesso con uomini con molti più anni di loro.
Un dramma che strappa queste ragazze dalla scuola e le costringe a rapporti sessuali anche prima dello sviluppo. Abusi che facciamo fatica a immaginare, ma che purtroppo sono una realtà consolidata in diversi Paesi in via di sviluppo, soprattutto in Africa e in Asia. La denuncia parte dall’organizzazione Save The Children, impegnata nella tutela dei bambini, che nella Giornata internazionale delle bambine dell’11 ottobre ha comunicato i numeri impressionanti di un fenomeno ancora lontano dall’essere debellato
Ogni anno, scrive nel suo report Save The Children, nel mondo 12 milioni di bambine e ragazze, più di 1 su 5 (dato 2017, riferito alle donne tra i 20 e i 24 anni sposate o in unione prima di aver compiuto i 18 anni di età), si sposano prima di aver compiuto i 18 anni. Se a livello globale i matrimoni precoci proseguiranno ai ritmi attuali, entro il 2030 le minorenni che si sposeranno saranno 134 milioni.
Un fenomeno che riguarda soprattutto i Paesi più poveri. In Bangladesh, Mozambico, Repubblica Centro Africana, Niger e Sud Sudan (segnalati in rosso scuro nell’infografica sopra) più del 40% delle ragazze tra i 15 e i 19 anni sono sposate. In Ciad, Mali, Guinea, Burkina Faso e Madagascar (in rosso) sono il 30-40% delle ragazze 15-19 anni. Mentre negli altri Paesi, evidenziati in giallo, sono sposate tra il 20 e il 30% delle ragazze tra i 15 e i 19 anni.
Save The Children sottolinea che un ruolo cruciale nel ridurre il numero di spose bambine nel mondo lo può svolgere l’istruzione. Se tutte le adolescenti del mondo potessero portare a termine la scuola secondaria, sottolinea l0Organizzazione, entro il 2030 potrebbero essere evitati 50 milioni di matrimoni che coinvolgono bambine e ragazze.
Secondo Save the Children, la relazione tra matrimoni precoci ed educazione è a doppio senso: se da un lato i matrimoni delle bambine sono una delle cause principali dell’abbandono scolastico nei paesi più poveri, dall’altro lato le ragazze che non frequentano la scuola sono a maggior rischio di sposarsi precocemente. Questo accade perché molte bambine e ragazze vivono in ambienti insicuri e i genitori pensano che far sposare le loro figlie rappresenti una forma di prevenzione dalla violenza o per proteggerle dallo stigma sociale, molto forte nei Paesi poveri, dovuto dall’avere una relazione o rimanere incinta fuori dal matrimonio.
Helle Thorning-Schmidt, Direttore generale di Save the Children International, ha sottolineato che “una nefasta combinazione tra due elementi, povertà e discriminazione di genere, fa sì che molte famiglie arrivino alla conclusione che per le loro figlie è meglio diventare mogli e madri invece di ricevere un’educazione. Quando una ragazza si sposa non viola i suoi diritti solo una volta, ma affronta conseguenze che durano tutta la vita. Sarà più soggetta ad abusi, avrà più possibilità di diventare madre prima di essere pronta fisicamente ed emotivamente e i suoi figli saranno più a rischio di morire prima del loro quinto compleanno”.
Un dramma a cui organizzazioni come Save The Children tentano di porre un freno. Così come il Malala Fund, della giovane Premio Nobel per la Pace Malala Yousafzai, che fin da giovanissima ha iniziato la sua battaglia per il diritto all’istruzione per le bambine. Così come l’Onu, che con la Risoluzione 66/170 del 19 dicembre 2011, ha istituito la Giornata internazionale delle bambine proprio per proteggere i loro diritti e raggiungere la parità di genere attraverso la loro emancipazione.
Si tratta di una lotta durissima che purtroppo di recente ha segnato un tragico epilogo nella esecuzione capitale di Zeinab, una 24enne di origine curda impiccata in Iran lo scorso 2 ottobre a seguito della condanna per l’uccisione del marito. Zeinab era stata obbligata a sposarsi a 15 anni dalla sua famiglia, tradizionale e poverissima. Il marito Hossein Sarmadi la obbligò ad una vita coniugale da inferno, tra abusi e violenze di ogni tipo. La giovane provò a rivolgersi alla polizia ma non fu creduta, chiese il divorzio, ma il marito non glielo concesse. Fino all’arresto nel 2011, accusata di aver ucciso il marito che era stato ritrovato morto, ucciso da diverse coltellate. Zeinab è stata giudicata colpevole, senza nessuna attenuante per la sua condizione. Quindi uccisa. A nulla sono valsi gli appelli di Amnesty International e della comunità internazionale.
Un’altra triste storia di sposa bambina è quella di Aisha, una ragazza somala costretta a sposarsi a soli 13 anni. Era solo una ragazzina quando suo padre, in cambio di denaro, la obbligò a sposarsi con un uomo di 30 anni. “Ho vissuto con quest’uomo per un po’ ma non andavamo d’accordo per la differenza di età – racconta Aisha -. Ho provato a scappare molte volte, ma ogni volta, mio padre mi riportava da lui. Non avevo scelta se non accettare tutto questo“. Aisha è rimasta incinta, il marito ha continuato a picchiarla e lei ha provato più volte a scappare, finché non è riuscita ad ottenere il divorzio: “Non si può vivere una vita con un uomo tanto più grande di te, un uomo che non hai mai incontrato prima, uno che ti obbligano a sposare.”, ha raccontato Aisha nella storia che le ha dedicato Save The Children.
Non tutto è perduto. Negli ultimi dieci anni circa 25 milioni di matrimoni precoci sono stati evitati nel mondo, sebbene nessuno dei Paesi in via di sviluppo sia in grado al momento di raggiungere l’Obiettivo globale dell’Onu di porre fine alla pratica entro il 2030. Se i ritmi attuali fossero confermati, si stima infatti che solo nel 2030 si sposeranno 10 milioni di ragazze, di cui 2 milioni prima di compiere i 15 anni di età, mentre il completamento universale della scuola secondaria non sarà raggiunto prima del 2084, cioè oltre 50 anni dopo il termine previsto. Comunque l lotta per le bambine va avanti.
Che ne pensate unimamme? Come si può porre fine alla piaga delle spose bambine?
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