Da un’inchiesta di Avvenire è emerso che più di 2 mila persone straniere, nel Casertano, vengono sfruttate da caporali connazionali e da imprenditori italiani, tra di loro ci sono anche bambini.
A Mondragone invece fiorisce la prostituzione minorile, sotto gli occhi di tutti. Si tratta di ragazzini che, invece di andare a scuola, girano per la città mentre i genitori vengono sfruttati nei campi.
Il parroco Don Osvaldo Morelli, direttore della Caritas diocesana, è consapevole di questa situazione.
Il Don ha raccontato che dopo un loro esposto 5 ragazzini sono stati inseriti a scuola, compreso un disabile, ma tanti rimangono ancora abbandonati.
Questi ragazzi, a volte giovanissimi, arrivano anche da fuori Mondragone e vengono comprati da uomini italiani per 20 Euro.
Questo mercato a cielo aperto va avanti già da 2 anni. La zona dove si svolge tutto ciò doveva essere un approdo per pescatori, ma i lavori si sono interrotti a causa del cambio di amministrazione.
Molti casertani hanno accusato il giornale di voler infangare Mondragone descrivendono la realtà di degrado, ma nel frattempo aumenta la tensione con i rom bulgari.
Nel corso dell’ultimo mese sono stati bruciati più di 10 furgoni bulgari. Per queste azioni si sospetta l’azione di un giustiziere.
Anche il Vescovo di Sessa Aurunca, Orazio Francesco Piazza, è consapevole di quanto avviene.
“Esprimo la massima solidarietà nei confronti delle giovani vittime e la totale condanna per chi li sfrutta.
Chi è costretto a vivere degradi umani è sempre in una condizione di sudditanza costruita attraverso marginalità che la società purtroppo permette”.
Il Vescovo aggiunge che non solo la Chiesa, ma tutte le istituzioni devono collaborare per istituire un controllo sociale che eviti situazioni come queste.
“È ovvio che la nostra preoccupazione per chi deve vivere e subire questo degrado è molto alta. Come sempre siamo pronti a stare vicino, ad accogliere, a sostenere in ogni forma di solidarietà” rincara il Vescovo che attribuisce il problema anche al degrado morale.
Da parte sua la Chiesa si impegna a favorire il recupero e l’integrazione di questi ragazzini.
Il Vescovo aggiunge che la Chiesa non ha le capacità di monitorare di monitorare il territorio e intervenire, però ci sono istituzioni che dovrebbero farlo.
“Le istituzioni che possono e devono guardare al territorio con gli strumenti adeguati a questo tipo di azione, devono accendere una luce istituzionale molto seria per poter vedere entità e gravità del problema. E intervenire.”
Unimamme, voi cosa ne pensate di questa situazione di cui si parla su Avvenire?
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