Alessandro Maria cerca un donatore di midollo osseo: è corsa contro il tempo, gli restano solo 5 settimane.
Il piccolo Alessandro Maria è un bambino di un anno e mezzo affetto da una malattia rarissima e ha urgente bisogno di un trapianto di midollo osseo. Per questo motivo i suoi genitori hanno lanciato un appello sui social media per trovare un donatore compatibile.
Alessandro Maria cerca un donatore di midollo osseo
L’appello per la ricerca di un donatore di midollo osseo per il piccolo Alessandro Maria è stato lanciato attraverso i social in tutto il mondo, in italiano e in inglese. Il bimbo è figlio di italiani che vivono a Londra ed è affetto da una malattia rarissima purtroppo mortale, la linfoistiocitosi emofagocitica, conosciuta in medicina come HLH, una malattia genetica che colpisce solo lo 0,002% dei bambini e alla quale si può sopravvivere solo con un trapianto di midollo osseo ricevuto da un donatore compatibile. Un trapianto di cui Alessandro Maria ha bisogno subito.
Per il piccolo e i suoi genitori è iniziata una corsa contro il tempo nella ricerca di un donatore. Secondo i medici, infatti, il bambino avrebbe solo 5 settimane di tempo per trovare una persona che abbia il midollo osseo compatibile con il suo. Dopo potrebbe essere troppo tardi. Il termine si scadenza è il 30 novembre.
Alessandro Maria, appena un anno e mezzo di età, è figlio unico. Pertanto non ha donatori in famiglia, come un fratello o una sorella. I genitori non possono donare il midollo ai propri figli (sebbene una procedura sperimentale e innovativa all’Ospedale Bambino Gesù lo consenta).
Nel frattempo, i genitori di Alessandro Maria hanno cercato sia nel registro mondiale dei donatori di midollo osseo, che in quello dei cordoni ombelicali. Purtroppo, però, non sono riusciti a trovare finora alcun donatore compatibile.
Per questo è stato lanciato un appello, in italiano e in inglese, su Facebook e sul web per trovare un donatore con il midollo compatibile. L’invito è a donare il proprio midollo osseo per chi non lo avesse ancora fatto (attenzione però l’età massima dei donatori è di 35 anni)
Il video qui sotto, pubblicato sulla pagina Facebook di Alessandro Maria, spiega come fare per diventare donatori di midollo osseo, iscrivendosi sul sito dell’Admo.
In tutta Italia è scattata la solidarietà, con la condivisione dell’appello sul web e l’organizzazione di eventi nelle principali città italiane, a cura dell’Admo (Associazione Donatori di Midollo Osseo). Tutto per trovare un donatore che abbia un Dna compatibile con quello di Alessandro Maria e dunque idoneo al trapianto di midollo osseo.
Tra gli eventi in programma segnaliamo quello del 24 e 25 ottobre a Milano, in piazza Saffra, dove ci si può presentare con carta di identità e tessera sanitaria per tesserarsi ad Admo (Associazione e diventare eventualmente donatori di midollo osseo.
Il 27 ottobre è in programma un altro evento pubblico a Roma.
Mentre il 20 novembre l’appuntamento è alla Università Sapienza di Roma.
L’elenco completo degli eventi a questa pagina.
Ricordiamo che in Italia possono essere donatori di midollo osseo le persone dai 18 ai 35 anni, che pesino più di 50 chili.
Il manifesto dell’appello dei genitori del piccolo Alessandro Maria per trovare un donatore di midollo osseo compatibile con il figlio. Con tutte le indicazioni utili su chi può donare e come fare.
La rarissima malattia genetica che ha colpito il piccolo Alessandro Maria, la linfoistiocitosi emofagocitica, ha una mortalità nel 50% dei bambini entro il primo mese dalla sua manifestazione. In circa un terzo dei restanti bambini causa problemi permanenti al sistema neurologico-celebrale.
Alessandro Maria al momento è ricoverato in ospedale a Londra, dove i medici gli stanno somministrando un farmaco sperimentale (è il primo bambino in tutta l’Inghilterra a riceverlo), che lo sta aiutando, ma del quale non si conosce ancora quanto potranno durare gli effetti.
Che dite unimamme? Aiutiamo questo bambino e i suoi genitori a condividere l’appello?
Ci auguriamo che questa storia possa andare a buon fine così come quella di Elisa, il cui papà aveva lanciato un appello, su Facebook e sul web, per un donatore compatibile, trovandolo.