Tumore al seno: dieta, sport e stop al fumo contro le recidive. L’importanza degli stili di vita per impedire il ritorno del cancro.
Per prevenire il ritorno del tumore al seno sono importanti gli stili di vita corretti. Basta poco, ma è fondamentale curare l’alimentazione, fare sport e soprattutto smettere di fumare.
I consigli degli esperti nel mese di ottobre, dedicato alla prevenzione del cancro al seno.
Le donne che hanno avuto il tumore al seno e sono guarite devono prestare molta attenzione al loro stile di vita, se vogliono evitare il ritorno del cancro. Una dieta sana e povera di grassi, l’attività fisica regolare e soprattutto smettere di fumare sono le tre regole base da seguire, neppure troppo scontate.
Gli stili di vita corretti sono fondamentali nella prevenzione dei tumori, ci ripetono di continuo gli oncologi.
Sono le tre regole fondamentali, semplici ma non banali, per prevenire il cancro, anche quello al seno. Per le donne già colpite da questo tumore, poi, osservare queste regole è cruciale per evitare le recidive.
Secondo studi scientifici, il 50% dei tumori potrebbe essere evitato grazie agli stili di vita corretti. Ecco perché queste regole sono fondamentali. L’importanza degli stili di vita è stata sottolineata dagli oncologi in occasione del convegno nazionale ‘Carcinoma mammario, traguardi raggiunti e le nuove sfide‘, che si è svolto il 26 ottobre 2018 a Roma.
Lo stile di vita sano è importante anche durante la malattia.
Nel 2018, secondo le stime, 52.800 donne in Italia hanno avuto una diagnosi di tumore alla mammella. Si tratta della neoplasia divenuta la più frequente in Italia, superando il tumore al colon, che deteneva il primato dei tumori nel nostro Paese. Fortunatamente, l’87% delle donne riesce a sconfiggere la malattia. Sono le 800mila italiane sopravvissute al cancro al seno.
Nonostante le buone probabilità di sopravvivenza, tuttavia sono ancora poche le donne che cambiano le abitudini sbagliate, correggendo i loro stili di vita. Un comportamento che causa un più alto rischio di recidive.
La presidente dell’Associazione italiana di oncologia medica (Aiom), e Direttore dipartimento oncologico, IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria-Negrar, Stefania Gori spiega che “la mancata adesione a queste semplici regole rischia di vanificare gli importanti risultati ottenuti grazie alle campagne di prevenzione e a terapie innovative sempre più efficaci“. Aggiunge Gori: “Serve più impegno nella prevenzione terziaria. Da un lato più della metà degli oncologi non parla con le pazienti di questi aspetti, dall’altro i cittadini hanno scarsa consapevolezza dell’importanza degli stili di vita corretti“.
Per sconfiggere il tumore al seno, prevenirlo e contrastare le recidive, la sana alimentazione e l’attività fisica sono molto importanti.
Occorre seguire una alimentazione equilibrata e povera di grassi, perché una dieta troppo ricca di grassi, hanno dimostrato gli studi scientifici, aumenta fino al 24% il rischio di recidiva del tumore della mammella.
Alessandra Fabi dell’Oncologia Medica 1 dell’Istituto Nazionale Tumori Regina Elena di Roma spiega: “Ingrassare dopo la diagnosi di cancro della mammella e durante le terapie successive è strettamente correlato al rischio di recidiva, un fenomeno legato all’incremento dei livelli di insulina. Uno studio su più di 3.000 pazienti ha evidenziato che l’assunzione eccessiva di grassi è correlata con un incremento del 24% del rischio di recidiva. Nella dieta di queste donne, l’introito calorico quotidiano era rappresentato per più del 28% da grassi di origine vegetale e animale. La ricerca ha dimostrato l’efficacia dei consigli dei medici per modificare il tipo di alimentazione, con i migliori risultati nelle donne che presentavano una circonferenza addominale superiore a 88 cm“.
Questo dimostra il ruolo degli stili di vita sani nella cosiddetta prevenzione terziaria, quella che mira a evitare il ritorno della malattia.
Da non dimenticare l’attività fisica, perché l’alimentazione da sola non basta. Non c’è bisogno di fare sport impegnativi, anche camminare velocemente o dedicarsi al giardinaggio sono attività salutari. E non c’è bisogno nemmeno di un grande impegno di tempo, sono sufficienti 150 minuti di attività fisica a settimana, ovvero 2 ore e mezza. Già questo impegno può ridurre del 25% la mortalità per tumore del seno nelle pazienti che hanno già ricevuto la diagnosi rispetto alle sedentarie.
Invece ingrassare di 5 Kg può aumentare fino al 13% la mortalità per cancro al seno.
“Uno studio osservazionale, condotto in Italia dall’Istituto Regina Elena – continua Alessandra Fabi -, ha considerato pazienti che praticavano il dragon boat, cioè un particolare tipo di pagaiata. In questo gruppo l’incidenza del linfedema, cioè del gonfiore del braccio, era solo del 4%, con un netto miglioramento dello stato emotivo. È la dimostrazione dell’impatto dell’attività sportiva su uno dei più frequenti effetti collaterali a lungo termine delle terapie“.
Per prevenire la recidiva del tumore alla mammella è molto importante anche smettere di fumare.
Le donne che hanno abbandonato il fumo, ma che in passato hanno fumato da 20 a 35 sigarette al giorno presentano un rischio di ricomparsa di carcinoma della mammella del 22%, un rischio del 37% per le fumatrici di più di 35 sigarette e, addirittura, del 41% per le donne che non hanno mai smesso.
Stefania Gori afferma sul tumore al seno che “oggi sempre più donne sconfiggono la malattia, in Italia in quindici anni le percentuali di guarigione sono cresciute di circa il 6%, passando dall’81 all’87 per cento. Pazienti che si lasciano la malattia alle spalle e tornano alla vita di prima, spesso senza abbandonare i comportamenti scorretti, dal fumo, alla sedentarietà fino alla dieta sbagliata. Infatti solo l’11% delle donne guarite incrementa l’attività fisica, appena il 15% sceglie una dieta più sana“.
Pertanto serve più impegno nella prevenzione terziaria.
Per quanto riguarda le terapie contro il tumore, invece, negli ultimi anni si sono fatti molti passi avanti, tanto che oggi non è raro trovare pazienti con cancro al seno metastatico vive anche oltre 10 anni dalla diagnosi.
Le sfide più grandi riguardano oggi i casi di tumore del seno più difficili da trattare: sono quelli ‘triplo negativi’, che costituiscono il 15% del totale. Nel trattamento di questi casi, precisa Stefania Gori, sono importanti “le prospettive offerte dall’immunoterapia in combinazione con chemioterapia. L’associazione si è dimostrata infatti efficace, portando ad un aumento di sopravvivenza quasi doppio rispetto alle donne trattate con la sola chemioterapia, come evidenziato da uno studio presentato al recente congresso della Società Europea di Oncologia Medica”.
Gli studi sull’immunoterapia contro i tumori hanno ricevuto il Premio Nobel per la Medicina 2018.
Delle regole per una buona prevenzione del tumore al seno e delle recidive, di cui si è parlato al convegno nazionale ‘Carcinoma mammario, traguardi raggiunti e le nuove sfide‘, ha scritto Repubblica.
Che ne pensate unimamme? Seguirete questi consigli dei medici per la prevenzione del tumore al seno?
Sul tumore al seno ricordiamo i nostri articoli:
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