Scambio di embrioni: la proposta sconvolgente di una mamma pronta a cedere quello della figlia per avere un maschio.
Uno scambio di embrioni proposto sul web come nei mercatini dell’usato si scambiano vecchi oggetti in disuso, che non interessano più. Si tratta della proposta sconvolgente pubblicata da una mamma, ma la rete ha risposto e non in suo favore. Ecco che cosa è successo.
Scambio di embrioni: la proposta shock di una mamma
Lisa, una donna di 37 anni di New York, aveva già un figlio, un bambino che oggi ha 5 anni, quando lei e il marito hanno deciso di averne un altro. Una scelta che tuttavia si è rivelata molto più difficile di quanto immaginassero. La donna non riusciva a rimanere incinta e anche la fecondazione in vitro è stata un tour de force con numerosi tentativi andati a vuoto. Alla fine alla donna è rimasto l’ultimo embrione disponibile, di sesso femminile. Non proprio quello che la donna si aspettava.
Lisa e suo marito, infatti, desideravano un altro maschietto, anche perché lo avevano promesso al loro primo figlio, che aveva espresso il desiderio di un fratellino, come compagno di giochi. Così la donna, nel tentativo di “risolvere il problema”, ha pensato di rivolgersi al web per chiedere uno scambio di embrioni: uno di sesso maschile con il suo di sesso femminile. Sembra incredibile, eppure è tutto vero. Documentato con tanto di screenshot dal Nypost.
Una storia agghiacciante. Verrebbe da chiedersi come una mamma possa smerciare embrioni con la formula del baratto sul web.
“Dopo un altro fallimento nell’abbinamento con ovulo di donatore, la seconda volta abbiamo comprato 6 ovuli ed erano tutti abnormali. Stiamo cercando.
Ciao, abbiamo provato a dare un fratellino a mio figlio per tre anni. Vogliamo completare la famiglia al più presto. Abbiamo in coltura un embrione di sesso femminile di grande qualità. Prendereste in considerazione uno scambio?
Ovulo: italiano. Sperma: inglese irlandese con istruzione all’Università di Yale.
Se qualcuno ha qualche idea di dove possa pubblicare il post altrove, per favore fatemelo sapere.
Vorrei fare l’impianto prima di Natale“.
Questo lo sconvolgente post pubblicato da Lisa su un gruppo Facebook.
Le risposte sono arrivate subito e sono state tutte negative. Molte persone hanno criticato la donna, molte altre hanno segnalato il post per farlo rimuovere. Come se non bastasse, Lisa si è pure risentita, sostenendo di non essere stata capita dalle persone che l’hanno duramente criticata. “Non si sono messe nei miei panni“, ha protestato.
La donna (il cui vero nome non è Lisa, scelto per proteggere la sua privacy) ha raccontato al Nypost di avere pubblicato quella proposta sul web per avere un altro bambino maschio. “L’ho fatto per mio figlio“, si è giustificata, spiegando che la richiesta di un fratellino era arrivata dal suo primogenito e che la sua famiglia desiderava da tanto un altro maschietto. “Mio marito è cresciuto con delle sorelle, anche lui voleva un maschio. Questo è il modo in cui vogliamo completare la nostra famiglia”.
Lisa ha spiegato al giornale i suoi problemi di fertilità e tutte le traversie per avere un secondo figlio. Ha dovuto affrontare diversi cicli di fecondazione in vitro e ora è rimasta con un solo embrione di sesso femminile. In ultimo disperato tentativo di dare un fratellino a suo figlio, Lisa è andata su Internet per trovare un aiuto al suo problema. La mamma ha pubblicato la sua richiesta in un gruppo di sostegno alla IVF su Facebook, pensando di poter scambiare il suo embrione di sesso femminile con uno di sesso maschile, da un altro genitore disponibile.
La risposta degli altri iscritti al gruppo, però, è stata negativa sebbene non odiosa, ha precisato la mamma, che tuttavia non si aspettava una reazione negativa. Lisa ha spiegato di essersi sentita fraintesa.
La donna ha raccontato che lei e il marito hanno avuto problemi di fertilità dal 2009, quando si sono sposati. Suo marito, che oggi ha 48 anni, ha dovuto affrontare un tumore ai testicoli quando era ventenne e che la chemioterapia utilizzata per curare il cancro ha intaccato la qualità del suo sperma. La coppia ha tentato a lungo di concepire un bambino, ma senza risultato, finché non si è rivolta ad una clinica specializzata in fecondazione assistita nel 2012. A Lisa sono stati impiantati quattro embrioni e uno è andato a buon fine. Nove mesi dopo è nato il suo primo figlio, Daniel. Quando il bambino ha cominciato a parlare, ha chiesto ai genitori, che lo adorano, un fratello.
Così la donna è tornata in clinica per un nuovo ciclo di fecondazione assistita, ma questa volta non è andata come sperato. Ha fatto tre cicli di IVF, ma nessuno è andato a buon fine. I coniugi hanno provato ancora, usando quasi tutti i loro risparmi, ma niente. Alcuni embrioni non si sono sviluppati, altri erano geneticamente compromessi o non riuscivano ad attecchire all’utero. In un caso un embrione è andato perso con un aborto spontaneo. Un’esperienza che le ha spezzato il cuore, ha raccontato.
Nonostante tutte queste sofferenze per i tentativi falliti di rimanere incinta per una seconda volta, Lisa si era fissata su un maschietto. La donna ha fatto altri ciclci di IVF, anche presso una nuova clinica, spendendo altro denaro, finché non le è rimasto l’unico embrione di sesso femminile. Per lei una delusione.
La donna ha spiegato anche che avere un altro figlio maschio sarebbe costato meno alla sua famiglia. A New York dove abita le case costano molto e loro hanno solo due camere. Una per lei e suo marito e una per il figlioletto. L’hanno comprata quando Daniel era un neonato e non pensavano ancora ad un secondo figlio. Avere una femmina richiederebbe una terza camera, per la quale non hanno spazio in casa e comprare una nuova casa è per loro troppo costoso. Insomma la fissazione è avere un altro figlio maschio.
Lisa ha anche raccontato di avere trovato una donna disponibile a fare lo scambio di embrioni, dalla quale è stata contattata dopo il suo post sul gruppo Facebook. Questa donna ha due embrioni di sesso maschile, mentre lei e suo marito vorrebbero una femmina. Il problema, tuttavia, riguarda la disponibilità del marito a dare ad altre persone un embrione con il suo Dna. Lisa le ha promesso che sarebbero rimaste in contatto per ogni necessità, come problemi di salute della futura bambina, informazioni o sostegno.
Tutto come se fosse semplice, come uno scambio di figurine, senza minimamente considerare le conseguenze emotive dei bambini che dovranno nascere.
Le critiche anche nei commenti sotto l’articolo di giornale non sono mancate:
- c’è chi ha definito la richiesta del primogenito di avere in fratellino come un capriccio o una cosa che non è ancora in grado di comprendere
- c’è chi ha definito il rifiuto di Lisa di avere una bambina dal solo embrione rimasto come il rifiuto di una benedizione. Donne che non possono avere figli hanno commentato che questa storia le rende tristi.
Lisa, però, non si arrende, è determinata ad avere un maschio e dice di non avere nessun problema nel portare in grembo un embrione che biologicamente è figlio di qualcun altro. “Non importa“, ha detto. “Se porto in grembo il bambino, si creerà un legame“, ha sottolineato, come quello di altre donne che hanno avuto bambini con donazione di ovulo o come i legami che si creano tra genitori e figli adottivi. Anche Lisa e suo marito hanno pensato all’adozione, ma poi si sono resi conto che era un percorso troppo lungo e costoso per loro.
Lisa va avanti con la trattativa privata con possibili donatori di un embrione maschile.
Che dire unimamme? Si pensa alle esigenze della famiglia e del bambino che vuole un fratellino, ma alle esigenze del nascituro, chi ci pensa?
Vi ricordiamo il nostro articolo: Fecondazione eterologa: ex coppia litiga per il futuro di un embrione.