Rivolgersi al logopedista non deve spaventare ed è utile rivolgersi a lui anche per piccoli segnali d’allarme o semplicemente per un consulto
Quando ci si rende conto che un bambino ha difficoltà nell’esprimersi e di conseguenza nel rapportarsi con gli altri si consiglia al genitore di consultare un logopedista.
Che cosa è la logopedia?
La Logopedia è un ramo della medicina che mira alla diagnosi e alla cura dei disturbi evolutivi del linguaggio, della comunicazione, della deglutizione atipica (errato posizionamento della lingua nella fase orale), dell’apprendimento (dislessia) e della memoria.
Questi disturbi sono affrontati dal logopedista che lavora in sintonia con il neuropsicologo infantile, per decidere il piano d’intervento e la terapia necessaria.
Il Logopedista non solo può analizzare queste problematiche ma è in grado di curarle e prevenirle.
La logopedia è un argomento che viene affrontato dai genitori insieme ai loro bambini in un’ età compresa dai 2 ai 6 anni. Anni in cui questi iniziano ad interfacciarsi con il linguaggio e l’uso della scrittura.
Il genitore svolge un ruolo fondamentale nella sviluppo del linguaggio bambino. Infatti è il primo che può accorgersi di eventuali problemi in questi ambiti, facendo attenzione soprattutto ad alcuni campanelli di allarme, come indicato dagli esperti del Bambino Gesù di Roma:
La logopedia inoltre non viene fatta solo nell’età prescolare, ma anche in età scolare, facendo attenzione in particolar modo:
Il logopedista può attendere di intraprendere il percorso di miglioramento del linguaggio col bambino fino ai 36 mesi. In alcuni casi particolari la terapia può anche essere effettuata prima. Egli stesso può decidere di effettuare una riabilitazione del linguaggio che può avvenire sia in gruppo e sia singolarmente.
La terapia non prevede assolutamente assunzioni di farmaci, ma schede di esercizi e giochi mirati da far eseguire ai bambini sia nel momento che effettuano la seduta col logopedista e sia a casa.
Il ruolo dei genitori
È importante infatti che i genitori continuano a casa il lavoro del logopedista, aiutando il bambino a svolgere giornalmente gli esercizi assegnati, cercando di non sovrastare o anticipare il bambino nelle sue risposte. Riconoscendo e apprendendo il più possibile tutti i comportamenti e relativi segnali del bambino.
Se prima era quasi un tabù parlare di logopedia o logopedista oggi, fortunatamente, le famiglie hanno un approccio favorevole a questo tipo di terapia.
E voi unimamme, avete fatto fare logopedia ai vostri bambini?
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