Sebastiano è un giovane ragazzo siciliano che ha scoperto da pochissimo di avere una rarissima neoplasia cerebrale.
Dall’esame del liquor inizialmente risulta un’assenza di cellule maligne ma è presente un valore patologico del marcatore Beta-HCG, che fa sospettare una neoplasia germinale, un tumore grave nel punto in cui era posizione ma trattabile con chemio terapia.
Nel frattempo papà Giovanni si reca al Centro Tumori di Milano dove mostra le cartelle di Sebastiano e dove il medico gli suggerisce di trasferirlo immediatamente. Il 17 Sebastiano arriva a Milano e viene ricoverato al Carlo Besta.
Arrivano i risultati della biopsia effettuata a Messina nei quali viene esclusa l’ipotesi di neoplasia germinale e si parla di lesione ependimale di alto grado.
A questo punto viene coinvolta anche Roma: l’esito della biopsia viene infatti inviato all’Università La Sapienza per una revisione centralizzata della diagnosi. La risposta di Roma, ricevuta il 29 ottobre, cambia tutto: tumore del parenchima pineale. Si tratta di un tumore raro che si manifesta con disturbi visivi (Sebastiano ha perso almeno un 80% della vista a un occhio), cefalee, perdita della coordinazione e dell’equilibrio, nausea e vomito. Il medico che ha in cura Sebastiano ha ammesso di aver incontrato solo 3 casi di questo tumore negli ultimi 18 anni di servizio al Carlo Besta di Milano.
La situazione è preoccupante e Giovanni, quasi per caso, trova sul web il nome di un “guru”: lui è Charles Teo, un neurochirurgo di fama mondiale che opera a Sydney. Giovanni trova il modo di contattarlo e gli invia le varie cartelle cliniche del figlio. Teo si rende disponibile ad operare Sebastiano nel “The Centre for Minimally Invasive Neurosurgery” a Sidney e questa è una bellissima notizia!
C’è però un problema, i fondi. Per poter “salvare” Sebastiano non sono pochi: occorrono infatti 120 mila dollari. Un importo davvero alto. Ma Giovanni non è solo, parenti e amici contribuiscono. Mancano a questo punto 50 mila euro e per questo motivo questo papà multi-risorse ha deciso di rivolgersi alla rete: ha scelto di condividere la storia di suo figlio e di lanciare su Facebook una raccolta fondi. “Basterebbero 50 mila persone disposte a donare 1 euro e mio figlio potrebbe volare in Australia e salvarsi” scrive Giovanni.
Intanto a Milano il 6 novembre Sebastiano viene sottoposto ad ulteriore intervento per rimuovere la massa. L’operazione però non permette la totale asportazione della massa, come spiega Giovanni: “Purtroppo come sospettavo la lesione non è stata rimossa al 100%, è stata lasciata una piccola parte onde evitare danni neurologici devastanti. Questo, è ciò che la dottoressa ci ha appena illustrato. Sidney rimane dunque l’unica strada percorribile e grazie a voi tutti non tarderemo ad andare”.
In tantissimi si stanno mobilitando, con preghiere e donazioni, diversi i salvadanai distribuiti nelle scuole, nei negozi per raccogliere, lo ripetiamo, anche piccole offerte. E’ il numero che fa la differenza!
Dal canto suo Giovanni spiega nella pagina l’intento del racconto: “un viaggio verso la speranza, la fede e la voglia di vivere. Sperando che questo percorso possa servire a chiunque si trovi o potrà trovarsi nella stessa situazione. Impariamo a conoscere i segnali che il nostro corpo ci manda per porvi rimedio in tempi rapidi.”
Quindi chi vuole aiutare Sebastiano a raggiungere Sidney e sottoporsi ad un intervento che può davvero salvargli la vita, può farlo mediante:
E voi unimamme aiuterete Sebastiano e Giovanni a realizzare il loro grande sogno, anche solo condividendo la raccolta fondi e aiutandoli a raggiungere più persone possibili? Noi ci contiamo, perché da mamme (e da papà) non possiamo far finta di nulla…
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