Aids in Italia: allarme sulla disinformazione tra i giovani e sui comportamenti promiscui.
Un sondaggio condotto per anni tra i giovani italiani mostra quanto siano lacunose le loro conoscenze sull’Aids e la diffusione della malattia, così come ha messo in luce i rischi di una sessualità sempre più precoce e di comportamenti promiscui.
Una ricerca fotografa lo stato delle conoscenze sull’Aids in Italia tra i ragazzi e mostra la diffusione della malattia nel nostro Paese. Dati che destano preoccupazione.
Dal 2013 ad oggi, l’Associazione Nazionale per la Lotta contro l’Aids (ANLAIDS) ha intervistato circa 14 mila ragazzi italiani, in maggior parte residenti in Lazio e Lombardia, su Hiv e Aids, per verificare lo stato delle conoscenze tra i giovani su questa grave malattia, un tempo mortale oggi soprattutto cronica, ma da non sottovalutare.
Dal sondaggio è emerso che proprio Lazio e Lombardia sono le regioni italiane in cui l’Hiv/Aids è più diffuso e dove le lacune sulla conoscenza della malattia sono maggiori. Una situazione quest’ultima comprensibile, visto che ad essere intervistati sono stati soprattutto i giovani delle province di Milano, Monza/Brianza, Mantova, Roma e Latina. Così come la diffusione estesa della malattia, che riguarda due delle regioni più popolose d’Italia e con due grandi città, come Roma e Milano, in cui transitano per turismo e lavoro persone da tutto il mondo.
Diffusione della malattia e scarse conoscenze, oltre che comportamenti sessuali poco prudenti, sono tuttavia comuni un po’ a tutta Italia. Basti ricordare la scioccante vicenda del giovane marchigiano malato di Hiv che da malato ha avuto rapporti non protetti con oltre 200 partner, donne e uomini, contagiandone diversi. Un caso ancora più scioccante anche per l’adesione dell’uomo alla assurda teoria del negazionismo dell’Aids (una teoria complottista pericolosissima che nega che l’Hiv provochi l’Aids e che ha causato centinaia di migliaia di morti in tutto il mondo tra persone che sarebbero potute sopravvivere, se avessero assunto i farmaci antiretrovirali oggi in uso per fermare il decorso del virus e la manifestazione dell’Aids).
L’ignoranza è sempre il peggiore di tutti i mali, perché porta a sottovalutare i pericoli e assumere comportamenti a rischio. Infatti, nonostante oggi si parli molto di Aids e dei suoi rischi, la malattia continua a circolare liberamente, con elevati tassi di contagio, soprattutto tra persone eterosessuali che non prendono le dovute precauzioni nelle loro relazioni.
Il sondaggio di ANLAIDS, oltre e verificare le conoscenze su Hiv e Aids dei più giovani, ha anche rilevato le loro abitudini e i comportamenti in ambito sessuale, dall’uso del preservativo alle conoscenze sulle malattie sessualmente trasmissibili.
Il professor Massimo Galli, presidente della Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali – Simit e Bruno Marchini, presidente ANLAIDS mettono in guardia su giovani, sessualità e prevenzione delle malattie: “L’approccio alla sessualità è sceso a 12-13 anni e la disinformazione è ancora troppo elevata. Molti studenti confondono ancora anticoncezionali e strumenti di prevenzione. Bisogna formare i docenti e gli stessi ragazzi per formarli efficacemente“.
Dalle interviste del sondaggio è emerso che:
Le fonti di informazione su cui i ragazzi dicono di essersi documentati riguardo l’Hiv, o le infezioni sessualmente trasmesse sono
Un altro dato emerso dal sondaggio conferma che la precocità del debutto sessuale si associa ad altri comportamenti considerati “da adulti”, come fumare o consumare spesso alcolici.
Il professor Galli sottolinea “come ci sia ancora molto da fare per la diffusione di una cultura della prevenzione e della responsabilità tra i ragazzi, specie in situazioni di particolare difficoltà“. “È importante – afferma Galli al Messaggero – preparare i giovani, attraverso la conoscenza delle cose, a gestire responsabilmente se stessi e la propria sessualità e a proteggere se stessi e gli altri. Un percorso che porta a rifiutare spontaneamente lo stigma nei confronti di persone e malattie, che è principalmente figlio dell’ignoranza“.
L’obiettivo dei professionisti nel campo dell’Aids è quello di trovare gli strumenti più efficaci per colmare i divari presenti nella prevenzione e nella terapia dell’infezione da Hiv. Strumenti indirizzati soprattutto ai giovani. In vista della Giornata Mondiale dell’Aids del 1° dicembre.
I dati più aggiornati sulla diffusione dell’Aids in Italia provengono dall’Istituto Superiore di sanità e riportano 3.451 nuove diagnosi di infezione da Hiv, pari a 5,7 nuovi casi per 100 mila residenti, nel 2016.
Che ne pensate unimamme? Condividete l’importanza di una maggiore formazione dei ragazzi sul tema Aids e prevezione?
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