Silvia Romano è la volontaria rapita il 20 novembre in Kenya. Lavora con l’Onlus Africa Milele, molto presente in quei territori.
Era il 2012 quando si è verificato l’ultimo rapimento in Kenya. Purtroppo, il 20 novembre 2018, una giovane donna di 23 anni, Silvia Romano, è stata prelevata con la forza dalla sede dell’organizzazione Onlus per la quale lavora, nel villaggio di Chakama, nella contea di Kilifi. Il rapimento è avvenuto durante un attacco avvenuto alle 20 ora locale, nel quale cinque bambini sono rimasti feriti. Non sono chiari i motivi dell’assalto, né i responsabili: si sospetta un’azione dei fondamentalisti islamici di Al-Shabab che hanno base in Somalia.
“Si sopravvive di ciò che si riceve ma si vive di ciò che si dona“. È la frase che Silvia Romano ha scritto sul suo profilo Facebook. Questa frase fa capire molto della sua personalità e della sua voglia di aiutare le persone bisognose, soprattutto i bambini. Proprio per loro era in Africa, per aiutarli a crearsi un futuro migliore.
Silvia si è da poco laureata con una tesi sulla tratta degli esseri umani, era rientrata in Kenya all’inizio di novembre, dopo esserci stata tempo prima con un’altra onlus. Prima di partire, la ragazza lavorava anche in una palestra dove dava lezioni di ginnastica acrobatica ad un gruppo di ragazzine, ma si è in licenziata per seguire i suoi sogni.
Silvia usa postare sui social network foto e iniziative benefiche per i bambini africani bisognosi. Come ad esempio una petizione, che aveva lanciato nei mesi scorsi, per l’acquisto di una tanica per il recupero dell’acqua piovana dal tetto di una ludoteca sempre a Chakama.
Il suo ultimo post del 17 novembre la ritrae sorridente, in abiti tipicamente africani con alle spalle una capanna di legno, mentre in altre foto la si vede salire su di un albero di cocco o farsi un selfie con i bambini di cui si prendeva cura.
In un post scrive: “Amo piangere commuovendomi per emozioni forti, sia belle sia brutte, ma soprattutto amo reagire alle avversità. Amo stringere i denti ed essere una testa più dura della durezza della vita. Amo con profonda gratitudine l’aver avuto l’opportunità di vivere“.
La Onlus per la quale Silvia è in Kenya è Africa Milele e come si può leggere anche dalla loro pagina Facebook, in Kenya il loro intervento è mirato all’accoglienza, al supporto e all’educazione di tutti quei bambini emarginati dalla società perché orfani, con la possibilità di disporre per loro una casa, un pasto, dei vestiti ed un’istruzione, e di riconsegnare un futuro a coloro sembravano non averne più. Un’associazione che conosciamo direttamente anche perché mette in atto diverse attività per aiutare i bambini vulnerabili e malati e perché è la prima onlus con cui Andrea Caschetto il ragazzo degli orfanotrofi ha realizzato un progetto con i ricavi dalla vendita del libro “Dove nasce l’Arcobaleno“.
La fondatrice e presidente di Africa Milele, Lilian Sora, a seguito del rapimento, ha contattato alcune persone del luogo che hanno raccontato come si sarebbero svolti i fatti: “quattro-cinque individui armati hanno fatto esplodere un petardo e avrebbero sparato più colpi. Approfittando della confusione, sono andati direttamente dov’ era Silvia, che in quel momento era da sola, perché gli altri volontari erano partiti e nei prossimi giorni sarebbero arrivati nuovi colleghi“. Di seguito in un’intervista a pochi giorni dal rapimento:
Voi unimamme conoscevate la storia di Silvia e questa Onlus? Siete come noi preoccupate per questa ragazza?
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