In Yemen 85.000 bambini morti per fame e malattia, la denuncia di Save The Children inchioda il mondo alle sue responsabilità.
La guerra in Yemen sta mietendo decine di migliaia di vittime nella sostanziale indifferenza del resto del mondo. Il conflitto è iniziato nell’aprile del 2015 e in oltre tre anni ha causato circa 80 mila morti (ma il conto potrebbe salire anche oltre i 100 mila), secondo quanto riporta l’Armed Conflict Location & Event Data Project (ACLED), citata dall’Associated Press. Un bilancio che include combattenti e civili.
Oltre alle vittime dirette del conflitto, di combattimenti e bombardamenti, c’è il dato spaventoso delle cosiddette vittime “collaterali”, quelle colpite dalle conseguenze della guerra: scarsità di cibo e medicinali su tutte. Queste vittime sono i più deboli e sono soprattutto i bambini.
In un recente rapporto, Save The Children ha denunciato che in questi anni di guerra in Yemen circa 85.000 i bambini sotto i cinque anni potrebbero essere morti per fame o malattie gravi. Un numero spaventoso.
Quella in Yemen è una guerra lontana, che tuttavia ci chiama in causa tutti, soprattutto perché parte delle conseguenze è anche “colpa” nostra. In Italia, per la precisione in Sardegna, si producono le bombe che vengono vendute all’Arabia Saudita, che a sua volta le utilizza nella guerra in Yemen. L’azienda è di proprietà di una società tedesca, ma le bombe sono made in Italy. Una vicenda al centro di proteste e denunce.
Vi abbiamo parlato in diverse occasioni dei bambini dimenticati dello Yemen, vittime dei bombardamenti o delle conseguenze terribili della guerra. Ora Save The Children pubblica un rapporto, spaventoso, sulle conseguenze di questo tragico e assurdo conflitto, che potrebbe aver causato la morte per fame e malattia di circa 85.000 bambini sotto i cinque anni.
Dopo quasi quattro anni di guerra in Yemen, le Nazioni Unite hanno dichiarato che circa 14 milioni di persone sono a rischio di carestia. Un numero aumentato drammaticamente da quando la coalizione guidata dai sauditi e dagli Emirati ha imposto un assedio di un mese dello Yemen poco più di un anno fa. Scrive Save The Chlidren nel suo report. L’assedio ha provocato un crollo delle importazioni di cibo dal porto di Hodeidah, che si sono ridotte di oltre 55.000 tonnellate al mese, una quantità di cibo che può soddisfare i bisogni solo del 16% della popolazione del Paese: 4,4 milioni di persone, tra cui 2,2 milioni di bambini, le prime vittime del calo delle scorte. Se le importazioni di cibo dovrebbero diminuire ancora, lo Yemen potrebbe sprofondare nella carestia.
Tamer Kirolos, Direttore di Save the Children in Yemen, denuncia: “Circa 85.000 bambini nello Yemen potrebbero aver perso la vita a causa della fame estrema dall’inizio della guerra. Per ogni bambino ucciso da bombe e proiettili, dozzine stanno morendo di fame e si potrebbe prevenire. I bambini che muoiono in questo modo soffrono immensamente: le loro funzioni vitali rallentano e alla fine si fermano, i loro sistemi immunitari sono così deboli che sono più inclini alle infezioni e sono talmente fragili che non riescono nemmeno a piangere. I genitori possono solo rimanere a guardare i loro bambini che stanno morendo senza poter fare nulla”.
“Nonostante le difficoltà – aggiunge Tamer Kirolos -, salviamo vite ogni giorno: abbiamo fornito cibo a 140.000 bambini e curato più di 78.000 bambini per malnutrizione dall’inizio della crisi”.
Le operazioni di soccorso e di rifornimento alla popolazione di Save The Children sono complicate dai combattimenti e dalla burocrazia. I lunghi percorsi che i soccorritori sono obbligati a seguire, richiedono settimane di tempo affinché gli aiuti arrivino alle persone che ne hanno bisogno. Per raggiungere il Nord del Paese occorrono fino a tre settimane, perché i soccorritori sono costretti a sbarcare nel porto meridionale di Aden, allungando i tempi.
Come se non bastasse, nelle ultime settimane sono aumentati i bombardamenti aerei sulle principali città dello Yemen, complicando ancora di più la situazione e soprattutto mettendo in pericolo le vite di tanti bambina. “Nelle scorse settimane – spiega Tamer Kirolos – ci sono stati centinaia di attacchi aerei a Hodeidah e dintorni, mettendo in pericolo le vite di circa 150.000 bambini ancora intrappolati nella città. Save the Children chiede la fine immediata dei combattimenti, per non perdere ulteriori vite umane. I bambini in Yemen sono sull’orlo del baratro ed è necessario fornire loro al più presto alimenti ad alto contenuto di nutrienti per salvarli“.
Secondo le Nazioni Unite circa 400.000 bambini soffriranno di grave malnutrizione acuta, la forma più letale di fame estrema, nel 2018, 15.000 in più rispetto al 2017.
Save The Children opera in Yemen dal 1963, fornendo assistenza sanitaria, alimentare e con progetti di educazione per i bambini. Il rapporto sulla condizione dei bambini lo trovate sul suo sito web ufficiale.
Difficile commentare questa situazione, care unimamme, ma è necessario dar voce ai questi bambini.
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