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Intervento precoce per l’autismo: le nuove scoperte dalla scienza

Published by
valeria bellagamba
Bambino autistico (iStock)

Intervento precoce per l’autismo: le nuove scoperte dalla scienza. Cosa dicono studi e ricerche.

Autismo e disturbi dello spettro autistico sono temi al centro delle discussioni scientifiche, politiche e del dibattito pubblico. La diffusione di questo disturbo del neuro sviluppo, in aumento o comunque maggiormente diagnosticato rispetto ad un tempo, nei suoi diversi livelli di gravità, fa sì che si parli quali ovunque di autismo, spesso anche a sproposito con ipersemplificazioni del tema, informazioni scorrette e fake news. Per non citare gli insulti che purtroppo le persone affette da disturbi dello spettro autistico si sentono rivolgere, anche da leader politici, come è accaduto ad un comizio a Roma.

Nell’ambito della scienza, invece, le discussioni riguardano le diagnosi e gli strumenti per intervenire a sostegno delle persone affette da autismo, per migliorare la loro condizione e la qualità della loro vita. Questi sono gli argomenti che dovrebbero interessare tutti e non le manipolazioni o le polemiche.

Recentemente, presso presso l’Istituto Marino di Mortelle a Messina, il CNR ha ospitato la lezione magistrale della professoressa Sally Rogers, professore emerito di psichiatria e scienze comportamentali MIND Center (UC Davis Medical Center di Sacramento, in California) ed ideatrice dell’Early Start Denver Model (ESDM), il metodo di intervento precoce sull’autismo, un programma di intervento evolutivo-comportamentale per bambini.

Nel suo intervento la professoressa ha condiviso le nuove ricerche sugli interventi precoci per l’autismo (12 mesi – 48 mesi), le nuove pratiche e le strategie per mettersi in rete con terapisti ed insegnanti per l’educazione del figlio. Scopo della lezione è stato anche sgomberare il campo dalla confusione e dalle informazioni contrastanti.

Intervento precoce per l’autismo: le nuove scoperte

L’intervento precoce sull’autismo è cambiato in modo radicale nel corso degli anni, aprendo prospettive inimmaginabili fino a una decina di anni fa. Proprio grazie all’intervento precoce sui bambini con disturbi dello spettro autistico è stato possibile ottenere miglioramenti netti nel funzionamento cognitivo, adattativo e linguistico. Molti bambini hanno superato la disabilità intellettiva e sono riusciti a raggiungere un comportamento adattativo con un QI quasi nella norma. I migliori risultati si sono ottenuti proprio con il metodo dell’Early Start Denver Model, sviluppato dalla professoressa Sally Rogers insieme alla professoressa Gerardine Dawson.

I bambini rispondono in modo differente all’intervento precoce sull’autismo. Il cambiamento, infatti, dipende anche da loro e dalla loro situazione, oltre che dalla tecnica impiegata. C’è chi risponde subito e in modo forte, chi meno velocemente. I risultati migliori del metodo si raggiungono con bambini che non soffrono di altre complicanze, di natura fisica, biologica o neurologica.

Il problema principale per il metodo di intervento precoce sull’autismo, tuttavia, è quello di reperire i fondi per metterlo in pratica. Come sempre quando si ha a che fare con problemi legati alla disabilità.

Nella sua lezione, la professoressa Rogers ha sottolineato che in tema di studi sull’autismo è importante che siano RCT, Randomized Control Trials, ovvero Studi randomizzati e controllati. Invece, purtroppo, tanti sono gli studi che non hanno applicato un disegno sperimentale e che hanno scarse evidenze scientifiche, ma fanno presa sui genitori di bambini autistici.

Gli interventi precoci efficaci nel trattare i disturbi dello spettro autistico sono compresi nella grande etichetta degli interventi NDBI, Naturalistic Developmental Behavioral Intervention, intervento comportamentale di sviluppo naturalistico. Questo tipo di intervento ha contenuti evolutivi e naturalistici attraverso tecniche comportamentali.

Gli interventi NDBI seguono tutti dei principi comuni, riassunti nei seguenti punti:

  • Il bambino sceglie i materiali e condivide il controllo con l’adulto
  • Il bambino svolge attività ed usa materiali che “preferisce”
  • Il rinforzo è intrinseco. Il rinforzo per l’apprendimento fa riferimento agli obbiettivi del bambino stesso.
  • Le attività sono evolutivamente appropriate rispetto alla sua età.
  • Lo stile dell’approccio è giocoso e divertente.
  • I genitori sono coinvolti attivamente nell’intervento
  • Portando ad un numero minore di ore di terapia “diretta” grazie al coinvolgimento della “rete sociale” del bambino.

Gli interventi precoci scientificamente validi, si precisa, sfruttano le conoscenze e il contesto creato dalla psicologia dello sviluppo usando tecniche comportamentali (ABA).

Se i genitori usano a casa le tecniche sopra indicate, si hanno cambiamenti:

  • più rapidi
  • più intensi
  • più generalizzati

Il coinvolgimento dei genitori è fondamentale.

Inoltre, sono state sviluppate nuove tecniche di coinvolgimento dei bambini piccoli con disturbi dello spettro autistico, che ne hanno migliorato nettamente le capacità di gioco e interazione.

Le nuove tecniche e modalità dell’intervento chiamato TEAACH Toddler prevedono:

  • Struttura che supporta il coinvolgimento
  • Insegnamento naturalistico e strutturato
  • Spazi di lavoro tavolo e tappeto
  • Oggetti di transizione
  • Strategie sinistra-destra (ordine implicito)
  • Uso di oggetti e giocattoli “naturali”

Per i bambini dai 12 ai 30 mesi è stato sviluppato il Social ABC, un intervento in cui si incorporano strategie di comunicazione funzionale in un ambiente di condivisione emotiva positiva. Lo studio di efficacia RCT su questo intervento ha mostrato un aumento della responsività vocale e dell’iniziativa nel bambino.

Negli interventi diretti ai genitori (Parent Coaching) è stato dimostrato che l’apprendimento di tecniche di intervento da parte dei genitori ha avuto effetti positivi sui bambini, con maggiori miglioramenti.

Un intervento di NDBI, chiamato Jasper, è mediato dai genitori e ha come obiettivi:

  • attenzione condivisa,
  • gioco simbolico,
  • coinvolgimento,
  • regolazione.

Questo intervento è stato messo a punto dagli studiosi per quelle famiglie di basso livello socio-economico che non possono permettersi di pagare per le terapie tradizionali. Gli studiosi hanno rilevato un miglioramento significativo nelle strategie di insegnamento e nell’adattamento del bambino. Gli interventi mediati dai genitori, e poco intensivi, efficaci, hanno un minore impatto economico sulle famiglie e quindi possono essere ripetuti.

Gli interventi precoci sull’autismo, inoltre, possono avere costi iniziali elevati, ma con il tempo tendono a diminuire, perché grazie ai miglioramenti dei bambini e al coinvolgimento della loro rete sociale (genitori, insegnanti…) si riduce la necessità di ricorrere ai servizi di assistenza. Un risparmio per le famiglie e per la comunità.

Infine, secondo la professoressa Rogers nulla esclude che gli interventi comportamentali e linguistici rivolti ai bambini possano essere utilizzati anche negli adulti con disturbi dello spettro autistico.

Ulteriori approfondimenti sull’intervento precoce sull’autismo e sugli studi relativi li trovate sul sito web dell’Istituto di Scienze Applicate e Sistemi Intelligenti – ISASI del CNR a Messina.

Che ne pensate unimamme? Conoscevate questi metodi di intervento per aiutare i bambini con disturbi dello spettro autistico?

Ricordiamo il nostro articolo: La diagnosi precoce dell’autismo grazie all’esame del sangue e ad un algoritmo

valeria bellagamba

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