Domenica scorsa, a Pontedera, una ragazza di 18 anni di nome Fatima, incinta di 3 mesi, si è suicidata gettandosi sotto un treno.
Più di un anno fa la giovane si era allontanata da casa a causa dell’ostilità dei genitori nei confronti del fidanzato, un marocchino con precedenti per droga che aveva un divieto di dimora, sempre nel Comune di Pisa, imposto dal tribunale.
Dopo essere stata ospitata in una casa famiglia, alla maggior età Fatima aveva trascorso diversi mesi in alloggi precari insieme al fidanzato, quando è rimasta incinta ha iniziato a manifestare disagio, dal momento che il compagno sembrava disinteressato.
Nei giorni prima del suicidio aveva interrotto la relazione con l’uomo, forse intenzionata a riavvicinarsi alla famiglia, ma a quanto pare è rimasta nuovamente sola.
A questo proposito i genitori hanno rilasciato alcune dichiarazioni su Il Tirreno.
“Non abbiamo mai abbandonato Fatima. Quando sapevamo che stava frequentando brutti giri lo abbiamo sempre detto ai carabinieri e ai servizi sociali. Aveva un carattere difficile e voleva allontanarsi da noi. E, comunque, ha iniziato a drogarsi quando stava in una casa famiglia”.
Quando la ragazza era ancora minorenne la famiglia aveva ingaggiato una causa con il Tribunale dei Minorenni per riottenerne la custodia. Fatima infatti aveva denunciato i famigliari per maltrattamenti.
“Quel procedimento si è chiuso con un’archiviazione. Dopo il soggiorno nella casa famiglia la ragazza è tornata con i familiari. Poi è andata via di nuovo. E ha fatto un’altra denuncia. Un comportamento che noi riteniamo sia da attribuire alle cattive frequentazioni che l’hanno portata nell’ambiente delle tossicodipendenza” ha precisato il legale della famiglia.
I genitori stessi della ragazza hanno aggiunto di aver saputo della gravidanza dai giornali.
A ogni modo la giovane è arrivata presso la stazione di Pontedera, ha raggiunto il sottopasso e ha iniziato a correre.
Si è scontrata con un convoglio in arrivo, l’impatto è stato violentissimo. Il corpo di Fatima è stato sbalzato a diversi metri di distanza.
Un migrante nordafricano è stato in grado di identificarla. “E’ lei, è Fatima” ha dichiarato agli agenti.
Si è conclusa così questa storia di emarginazione.
Su questo drammatico caso ora indagano le forze dell’ordine.
Unimamme, cosa ne pensate di questa storia di cui si parla su Repubblica?
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